Il koan che ci mostra la strada

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NUNZIO DI SARNO

Manifesto

Scrivo perché la poesia è visione
Il primo passo per la trasformazione

Scrivo perché la parola è una traccia
E il suono è operativo

Scrivo perché la beatitudine è bellezza
E il vuoto è compassione

Scrivo perché Milarepa cantava

*

Perché non mi faccio saltare il cervello con un colpo di pistola

Quando il buio mi mangia il cuore
E la saturazione m’irrigidisce
E mi arma la mano

In un attimo un filo si allenta
E piano ritorna a galla
Ciò che mi trattiene −

Le telefonate improvvise
A un passo dal baratro

Il sole sugli occhi chiusi
Che indora i pensieri

Il vento che asciuga
E suona al contatto

Le sante immersioni
Nell’utero marino

Le abbuffate infinite
Delle feste comandate

Le pisciate da ubriachi
Mentre si ride da soli

La lealtà furiosa nel Pogo
Battezzato dal sudore

Il profumo delle tette
E le curve della schiena

I viaggi in nave da solo
A piangere sul ponte

Le epifanie in Grecia
E la philia dei greci

La nemesi inaspettata
Per l’uno e per i molti

L’amore degli amici e
L’amicizia delle amanti

Le lenzuola pulite dopo
Chilometri macinati

I papaveri che spuntano
Tra binari e traversine

La neve che ammutolisce
E riempie col silenzio

La scienza evangelica
Del marxismo che verrà

Il nodo alla gola che
Si scioglie in lacrime

I respiri sintonici nel sesso
Eccitati dall’odore della pelle

Il sonno animale dopo la fatica
Sicuro e avvolto dal calore

I pianti disperati, di rivelazione
D’amore e di riconciliazione

Il sorriso contagioso
Dei vecchi e dei bambini

L’abbraccio delle famiglie
Vecchie, nuove e ritrovate

L’alleanza terapeutica in
Ogni contatto risvegliato

L’impermanenza sicura
Della follia e del dolore

Il blu insondato delle
Dorate meditazioni

E per ultimo la realizzazione
Che la coscienza non si estingue

Non con un proiettile da due soldi
Né con una bomba all’idrogeno

E quella che si spera una fine
Sarà un inizio

E quello che si crede un attimo
Sarà un’eternità

Nunzio Di Sarno, Mu, Oèdipus editore 2020
Le prime parole che troviamo ad aprire la raccolta di Nunzio Di Sarno sono quelle di un koan zen:
Un monaco chiese a Joshu: “Un cane ha la natura di Buddha?”
Joshu rispose: “Mu”
Mu mantiene in sé gli opposti e spinge a trascenderli in uno slancio che scatta lontano dalla logica e dalla premeditazione.
E quando pensi di averlo afferrato è proprio lì che ti scappa.
Ci si può solo muovere insieme.
Il koan ci mostra la strada che si fa traccia e mappa.
Una mappa che si mantiene giusto per il passaggio e le luci che durano sono le realizzazioni, in balia dell’amore e l’amicizia, delle droghe, dell’alcool e delle meditazioni, della malattia, della morte e della disciplina, in seno alle famiglie “vecchie, nuove e ritrovate”.
In una parola la Vita.
Che suona al passaggio del vento,
ma anche al ritmo sghembo di Monk
e alle distorsioni secche dei Ramones.

Nunzio Di Sarno nasce a Napoli, si laurea in lingue e letterature straniere con una tesi su Ginna e le connessioni tra astrattismo e spiritualismo. Ha lavorato come operatore sociale, mediatore culturale, insegnante di italiano L2, di sostegno e di inglese.
Da alcuni anni risiede ed insegna a Firenze. Ha conseguito la laurea in psicologia clinica e della riabilitazione con una tesi su Yoga, Tai Chi e mindfulness come terapie complementari nella malattia di Parkinson.
Mu è la sua raccolta d’esordio. Sue poesie ed articoli sono presenti su diversi siti e blog letterari.