Breve trattato sulle coincidenze

Copertina libro (2)

ELISABETTA MERCURI

Pensare di poter cambiare il destino divenendo artefici della vita degli altri. È quello che si propone  il postino di Girifalco, piccolo paese della Calabria, aprendo e ricopiando le lettere dei suoi concittadini. Ambientata alla fine degli anni ’60, la storia è quella immaginata da Domenico Dara nel suo libro “Breve trattato sulle coincidenze”.

Pagine che coinvolgono il lettore fin da subito, per la trama singolare, per l’efficace descrizione dei luoghi, per la veridicità dei personaggi, per la potenza espressiva del linguaggio che riesce a coniugare sapientemente il dialetto con l’italiano.

È uno di quei libri che può bastare per raccontare uno scrittore, perlomeno nella sua profondità. Ed è proprio Domenico Dara, durante le presentazioni di questa sua opera prima, in giro per le librerie o altre location, a suggerire la trama sommersa, quella che indica una chiave di lettura più ampia. Stimolato dalle domande dei suoi lettori, risponde sempre con garbo, desideroso di comunicare altro, di svelare passaggi non scritti ma sottesi, ancora più comprensibili a quanti riescono ad entrare in simbiosi con la sua anima.

Un’anima che racconta di una calabresità colta, consapevole, orgogliosa della propria storia. Privilegiando quelle antiche, preziose origini che rimandano alla Magna Grecia ed ai poemi omerici.

Nel romanzo, numerosi gli accenni alla filosofia greca, alla letteratura classica. “Come controcanto della storia: frasi, azioni, figure, rimandi all’Odissea. Ma soprattutto, la scelta del Fato come idea principale, quella di un Destino implacabile che governa il mondo”.

Il protagonista di queste pagine è la figura romantica di un postino,un uomo solitario che riesce ad imitare le più diverse grafie. Curioso dei pensieri altrui e delle lettere d’amore, entra nella vita dei suoi concittadini leggendo le missive che deve consegnare e modificandone il contenuto fino a decidere il compimento degli eventi. Il postino diviene, di volta in volta, “demiurgo”, “giustiziere”, “angelo custode” per aiutare a definire un destino. Quell’entità astratta verso la quale conducono le coincidenze.

Ma attraversando la vita degli altri, il postino inizia a riconoscere la sua. Da una solitudine iniziale, la possibilità di misurare la propria appartenenza alla vita, ed il confronto con un modello ideale.

Sono due, in particolare, le lettere che influenzeranno il suo destino e quello del piccolo paese: una che racchiude una storia d’amore ed un’altra che svela gli intrallazzi del sindaco intenzionato a trasformare parte della campagna circostante in una discarica.

Vicende che, insieme a tante altre, inducono a riflettere sui percorsi dell’esistenza condizionati da leggi divine o coincidenze imponderabili.

Vicende dietro le quali si celano frammenti di vissuto personale, sofferenze e rancori mai sopiti, profonde inquietudini che Dara si porta dentro ma che ormai elabora come filosofia dell’esistenza.

Domenico Dara è nato nel 1971. Ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza a Girifalco. Ha studiato a Pisa, laureandosi con una tesi sulla poesia di Cesare Pavese. Oggi vive e lavora in Lombardia. Con questo suo libro,edito da Nutrimenti, è stato finalista al Premio Italo Calvino 2013.

“Breve trattato sulle coincidenze” è il risultato di un lavoro durato svariati anni ma che ripaga sicuramente l’autore in termini di apprezzamenti soprattutto da parte della sua gente, anche se Dara spiega come con Girifalco abbia voluto rappresentare  tutti i paesi e i luoghi del mondo.

Per uno scenario che omaggia la propria terra, una storia che spinge a riflettere sul significato degli eventi. Il protagonista, un postino, immagine che nell’era del digitale inizia ad assumere contorni sfumati, diviene emblema dell’ “atteggiamento immutabile dell’uomo di fronte al mistero della vita”.

Dara 1