Il Colosso di Rodi(n)

Migliore1

LORENZO BARBERIS.

Spigolature cuneesi.

A Cuneo esiste, dal 2010, una affascinante scultura pubblica nel centralissimo Corso Nizza 2. Realizzata dallo scultore Gaetano Usciatta (qui il suo interessante sito). La statua raffigura un elegante gentleman in giacca e cravatta (dal taglio piuttosto moderno, per chi ha una minima infarinatura di moda maschile) seduto con disinvoltura e intento a leggere con ironico disincanto un libro dove campeggia una semplice massima: “ragiona e canta”. Razionalità e creatività, insomma.

Il posto al suo fianco nella panchina (che nel panneggio del bronzo somiglia a una poltrona) è vuoto, a invitare il passante occasionale a sedersi, magari a fare una foto con lui.

Una bella opera, indubbiamente, un bel caso di arte pubblica, offerta oltretutto dal mecenatismo di Casa Delfino (il loro elegante sito qui).

Ma chi è il misterioso personaggio?

Varie prove trovate online tendono a confermare l’idea che si tratti di una moderna interpretazione di Ulisse.

Sul sito Chi era costui, che ci aiuta a identificare i carneadi di marmo sparsi per le nostre città, viene identificato chiaramente con Ulisse, con tanto di citazione (“fattuale”, dice la targa) del XXVI canto dell’Inferno. “Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”. Il titolo riportato più volte online è “Ulisse, il pensatore”, con chiaro riferimento al mito dantesco: e ci sta. Magari la rilettura moderna può essere influenzata dall’Ulisse di Joyce (pubblicato nel 1922, ambientato nel 1904), che è in fondo una eterna rinascita dell’eroe. Come Leopold Bloom si aggira tra i pub di Dublino, l’eterno eroe omerico può anche aggirarsi per le razionali geometrie di Cuneo.

La perplessità nasce da una diffusa associazione dell’opera al Pensatore di Rodin, ad esempio qui (aggiungo a ogni buon conto uno screen capture). A mio avviso, questo articolo è l’origine seminale della riattribuzione dell’opera, ripresa poi da vari blog fotografici.

rodin

Il Pensatore di Rodin (modello in gesso del 1880 – prima fusione del 1902) è sicuramente una possibile fonte per l’opera, in senso di ispirazione molto lata. Tuttavia, l’aspetto arcinoto della scultura bronzea non corrisponde per nulla all’uomo in abiti moderni della panchina cuneese. Se mai ci fosse bisogno di riportarla, eccola, da Wikipedia:

Digital StillCamera

L’opera, divenuta paradigmatica dell’opera di Rodin, venne fusa in venti edizioni diverse e soggetta a interminabili decostruzioni ironiche e non. Nell’intento originale, era Dante davanti alle porte dell’Inferno (prima infatti intitolata “Il poeta”), per poi divenire un simbolo assoluto del pensiero e, appunto, del Pensatore.

Dal Dante dell’Inferno a Ulisse il passo è breve, e fiumi di critica dantesca si sono spesi sul rapporto tra il Folle Volo d’Ulisse e la sacra missione di Alighieri (che “ragiona e canta”, non c’è dubbio). Ma iconograficamente la differenza tra le due sculture è lampante.

Per cui quest’identificazione con Rodin probabilmente ha un qualche significato iniziatico, che ora a me sfugge, ma è certo una sorta di gioco privato per intenditori. Forse qualcosa c’entra anche il grande scultore cuneese Leonardo Bistolfi, che nel realizzare il Monumento a Carducci a Bologna (1916-1928) si ispirò pesantemente al pensatore di Rodin, creando così una lusinghiera continuity Dante-Carducci (il primo Nobel letterario italiano, del resto, aveva stimolato l’allievo Pascoli alla trilogia di studi danteschi che avrebbero dovuto legittimare un Dante massonico, fondamento della Nuova Italia).

Ma c’è probabilmente qualcosa di più. In ogni caso, un nuovo tassello si è aggiunto agli eterni Misteri di Cuneo. E una foto con l’Ulisse Pensatore del Rodin segreto si impone ormai come momento fondamentale della propria iniziatica cuneesità.