Monica Osnato: la poesia come viaggio clandestino in sé

Belgrado, 49° International Writers Meeting - Foto di Fawzi Habib

Belgrado, 49° International Writers Meeting – Foto di
Fawzi Habib

ATTILIO IANNIELLO (a cura)

Monica Osnato, poetessa-performer e pittrice, è nata a Palermo e ha vissuto a lungo a Roma, attualmente vive tra l’estero e l’Italia.  È stata socia co-fondatrice dell’Associazione nazionale Le Mele-Grane, che si occupa della divulgazione della poesia con particolare riguardo alla creatività femminile e con la quale ha curato importanti eventi di livello anche internazionale.
Con il patrocinio del MiBAC è stata ospite in diverse rassegne come la settimana della Cultura a Roma, nelle scuole e nelle biblioteche romane per Incontri con l’autore e laboratori poetici, è ideatrice e curatrice di readings performativi a Roma e provincia.
Ha pubblicato diversi libri di poesia, alcuni tradotti in più lingue, e scrive anche per i ragazzi. Alcune delle sue sillogi sono state pubblicate in Serbia in edizione bilingue italiano/serbo. Suoi testi sono inclusi in antologie e riviste di poesia italiana e straniera contemporanea, compreso l’annuario Serbian litterary Magazine che raggiunge diverse Università europee. Ha ricevuto premi e riconoscimenti in concorsi letterari per la narrativa e la poesia. È stata frequentemente ospite in Festival di Poesia e in incontri letterari Nazionali ed Internazionali, come: Istituto Italiano di Cultura de Il Cairo, 2000, di Atene, 2004, in occasione dell’8 marzo per la cultura femminile a confronto con autrici greche; Festival Internazionale di Poesia Smederevo (Serbia) 2008; Festival di Poesia Atene 2009; Fiera Internazionale del libro di Belgrado 2010; ha rappresentato l’Italia durante il Belgrade International Writers Meeting nel 2008, nel 2011 e nel 2012; è stata ospite delI’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado che ha patrocinato una serata per presentare la sua poesia nel 2011. È membro del Movimento Mondiale Poetas del Mundo. Tradotta nei Balcani (Greco, Serbo, Croato), dove è apprezzata anche come pittrice, è tradotta parzialmente anche in altre lingue. In Serbia le sue traduzioni sono a cura della nota poetessa, traduttrice e giornalista Duska Vrhovac.
Come pittrice ha partecipato a mostre collettive e personali di pittura a Roma, Il Cairo, Atene e Belgrado. Ha insegnato all’Accademia Italiana di arte, moda e design di Belgrado. Alcuni suoi quadri fanno parte di collezioni private a Il Cairo, Atene, Belgrado, Madrid, Roma.

Pubblicazioni: Come vento tra le dune, Il Calamaio 2003 (e in greco presso le edizioni Paralos, 2004); Approdi, LietoColle, 2007; Isola e Onda, ediGiò, 2007; Tajno putovanje/ Viaggio clandestino, Evro-Giunti Ed., Belgrado, 2008; Impermanenze, Aletti, 2009; L’oasi e la neve- poesie d’amore e d’eros, Il Calamaio Ed., 2010; La mia dolce cenere/Moj slatki pepeo, Prosveta ed., Belgrado, 2012.

http://monicaosnato.wix.com/monica-osnato

Festival Internazionale di Poesia Eros e Kairos,Roma. -Foto di Marco Cinque

Festival Internazionale di Poesia Eros e Kairos,Roma.
-Foto di Marco Cinque

Eccomi

Eccomi,
uscita dalla mia bocca
o dalla finestra
che trapassa il muro.
Un corpo minore.
Pulviscolo scarso,
qualcun altro,
tracce chimiche.
Inconsistenza abile
nel suo nulla che
scala le tende.

inedito da: L’Ipotesi del Tempo

***

Com’è facile

Amaro mio sé
com’è facile
portarti e rovesciarti sulla sabbia
nella scia che riluce
e vivere nell’invisibile
dall’est all’ovest soffuso.
Io guardo e dico
com’è difficile
al funerale gioire della morte,
come se fosse
come
se vivere questo esilio fosse
davvero vivere e non
l’alzare gli occhi e dimenticare
nel vento delle fronde il dolore.
Amaro mio
letto-posatoio,
non ho ristoro nel sonno
e non m’incanta il sogno
nella nicchia,
al primo ascendere del segnale sonoro
degli uccelli mi sveglio e
com’è facile
questo risveglio minimo,
moto a luogo,
questo accadere.

inedito da: L’Ipotesi del Tempo

***

Di me non mi appartiene nulla

Di me non mi appartiene nulla.
La scura ombra che trapassa le cose
vive da sé
nel suo enigma fecondo,
al fianco
e nel fuoco di tutte le cose.
Il ponte
tra le mie parole e il silenzio
verrà giù
liberando correnti di mare
che ora scorrono nelle mie vene.
Ma ora devo cantare
della creazione e della cenere del tempo,
sono venuta per questo in silenzio
portando sulle mie spalle il cielo dell’isola
con le sue strade trasparenti,
perché fossero vive ancora
le ombre solitarie dei pescatori.
Sono stata rapita dai fiumi
che vanno dove non arrivano le parole,
e ho saputo
che la mia patria di vento
ha coste invalicabili e lontane,
e che la mia voce si unisce solo a volte all’eco
del silenzio
liberando quello che vi era imprigionato.
Di me solo mi appartiene
la sorgente sconosciuta della mia voce.

da: La mia dolce cenere/Moj slatki pepeo, edizione bilingue Italiano-Serbo
Prosveta Ed. Belgrado. Traduzione dall’italiano di Duska Vrhovac

***

Nuvole

Nuvole
sconfinano sul fiume
che allinea già i suoi ponti
sulla notte,
aperta come un ventre di balena.
Stasera non mi trovo
eppure ho cercato tanto,
forse le mie radici
sono rimaste nel giorno
piantate lì
tra le sue crepe di luce.
Anche il mio gatto oggi
non mi parla
e non è certo
che io ritorni a casa.
Mi aspetterò un po’ qui
con la luce accesa
prima di andarmene a dormire.

da: Impermanenze, Aletti Ed.

***

Io ero già posseduta

Io ero già posseduta
dall’arcana sostanza del vento
e dal suo principio invisibile
tra gli abbracci dei rami,
che parlavano la lingua dei morti.
Tutto
ancora
cominciava
con assoluta incertezza
e anche se già qui,
noi eravamo giunti
sulla strada più lontana dal cielo,
nella calma più dolce.
Tu avevi un piccolo segno
bianco
di arresa, tra i capelli
e l’acacia disegnava i suoi fiori
per molti chilometri intorno.
Tra le due rive, il fiume
cercava lontano il suo nome.
Noi eravamo ancora vivi
e ci toccavamo
con mani miracolose
che sapevano andare nel centro
della notte e del giorno,
ma eravamo già distanti
come un inverno
ed il suo candore sospeso.

da: La mia dolce cenere/Moj slatki pepeo, edizione bilingue Italiano-Serbo
Prosveta Ed. Belgrado. Traduzione dall’italiano di Duska Vrhovac

***

Lievemente

Lievemente
sporgersi dal baratro
tra i cerchi aperti dell’acqua
e nulla che si palesi,
non una salvezza appena agrodolce
o un temporaneo respiro.
Tutto è aperto e visibile
e scivola tra gli oggetti fissi,
ai piedi di un tempo scolpito
che s’innalza e inghiotte.
Il dicibile finisce.
Il poeta è un mendicante
e non ha
ma dice.

inedito da: L’Ipotesi del Tempo

©Monica Osnato

moj slatki pepeom osnato