Homo sine tempore, mostra delle macchine di Leonardo a Barge

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ELISABETTA MERCURI

A cinquecento anni dalla sua morte, Leonardo da Vinci rimane il simbolo assoluto del genio umano. Una fama immortale dovuta soprattutto alla sua capacità di precorrere i tempi.
La mostra Homo sine tempore. Le macchine di Leonardo fortemente voluta dalla sindaca Piera Comba del Comune di Barge (in provincia di Cuneo), con il sostegno della Regione Piemonte, vuole dare rilievo «all’eccezionalità di questa figura, al suo essere al di fuori dei limiti cronologici dell’epoca in cui visse».
Curato dal professor Maurizio Gomez del Politecnico di Torino, l’allestimento propone «un dialogo con la contemporaneità rispetto ad alcune delle più straordinarie intuizioni leonardiane, indagate attraverso l’esposizione di venti modelli di varie dimensioni della collezione Niccolai, la più grande raccolta privata di macchine di Leonardo da Vinci a livello mondiale».

La mostra, ospitata nei locali dell’Ex Officina Ferroviaria, si snoda lungo i due piani dell’ampia struttura. I modelli esposti corrispondono alla fedele realizzazione dei disegni più famosi di Leonardo, contenuti nel Codice Atlantico e nel Codice di Madrid. Testi che raccolgono appunti, annotazioni e schizzi relativi alla carriera artistica, letteraria, scientifica e tecnologica del genio toscano.
“Ad ampliare la prospettiva, stazioni multimediali touchscreen con trascrizioni di alcuni libri/ disegni del genio rinascimentale”.
Come affermato dal professor Gomez, «Leonardo cerca di comprendere a fondo la realtà per poterla riprodurre in maniera illusionistica sotto forma di pittura. Il risultato è un approccio rigorosamente oggettivo, che diviene potente strumento per una conoscenza della realtà che acquista così anche significato scientifico. Leonardo ragiona attraverso la vista, e il suo ragionamento si struttura fino a catalogare le cose secondo la forma. Il passo successivo è l’anatomia, ovvero voler capire cosa c’è dietro quelle forme. Che siano piante, animali, corpi umani o montagne, Leonardo va in profondità, allora inventa la biologia per comprenderne la natura. Le macchine da lui concepite rappresentano la conclusione del suo originale percorso mentale. Dimostrano la sua vasta capacità di sfruttare le conoscenze tecniche già note ai suoi tempi».

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La locandina dell’evento ed il banner all’ingresso della mostra recitano un pensiero di Leonardo: Ho sempre desiderato/ liberarmi dal vincolo/ che mi tiene sulla terra/ per conquistare lo spazio/ e volare nel cielo. Come ad aprire il cuore e la mente del visitatore ad una delle suggestioni più stimolanti del singolare allestimento. Questo genio poliedrico non poteva non dedicare i suoi studi, la sua curiosità, al sogno che in passato ha sempre stimolato la fantasia dell’uomo, quella di volare. L’elemento che si ripete nell’esposizione è la riproduzione di modelli di ali, ali che sovrastano i due piani dell’Ex Officina, che intervallano le esposizioni delle macchine e che trovano compimento nel modello di paracadute collocato al piano superiore.

Leonardo vagheggiava macchine volanti e comprese come fosse necessario, prima del decollo, misurare l’intensità del vento, da qui l’idea dell’ “Anemometro”. E poi ancora lo studio su uno strumento per regolare il volo, l’ “Inclinometro”.

Attratto dai temi della prospettiva e della luce, del peso, della misura, dalla geometria che considerava “la matematica che si vede”, si applicò nel progettare strumenti come il “Riflettore”, un’idea collegata ad esigenze scenografiche.
Le curiosità sulle problematiche del sollevamento e del trasporto lo portarono ad ideare soluzioni come “Il Volano” per la produzione di moti aumentativi utili per superare i punti d’inizio e diminuire lo sforzo; come “La macchina escavatrice” basata sugli studi per sollevare gli oggetti pesanti; come “L’ingranaggio elicoidale” (tuttora in uso nelle fabbriche meccaniche).

Intenso è lo studio che Leonardo condusse sull’acqua, sulle reti dei canali e sulle vie fluviali. “La Vite d’Archimede”, altro pezzo della collezione, raffigura il mezzo per il trasporto dell’acqua, già conosciuto fin dai tempi degli antichi greci.
A dimostrazione ancora del valore del suo pensiero tecnico, “La sega idraulica”. Leonardo disegnò molte di queste macchine che già avevano largo utilizzo nel Rinascimento, riuscendo a migliorarle.

Un altro modello esposto che evidenzia l’interesse, la sensibilità e l’ingegno dell’umanista toscano nello studio e nella messa a punto di dispositivi e macchine per la produzione di tessuti, è “Il Telaio meccanico” (una macchina tessile in legno).
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Ma il campo che più lo attrasse fu quello dell’ingegneria militare. I suoi disegni raffigurano catapulte, bombarde, artiglieria varia. Tra i modelli in mostra, “il Carro armato”: Leonardo progettò un carro pesante, a forma di testuggine, armato di cannoni tutt’intorno.

Rappresentazioni di idee e invenzioni di un inesauribile ingegno, per questo allestimento espositivo che invita a riflettere su percorsi concettuali indubbiamente sorprendenti per quei tempi.

La mostra organizzata dal comune di Barge, come capofila della Convenzione tra i sei comuni del Mombracco, che comprende anche Envie, Paesana, Revello, Rifreddo e Sanfront, è stata inserita in un vasto programma di eventi legati al celebre artista e scienziato.
Convegni, giornate di studio, escursioni, un concerto di musica antica, workshop, anche un seminario di formazione e aggiornamento per insegnanti: una serie di appuntamenti dedicati a Leonardo, con riferimenti artistici, storici e geografici al territorio piemontese. In particolare al Mombracco, “La montagna di Leonardo”. In un manoscritto datato 1511, Leonardo scriveva di “una montagna assolata, sopra Saluzzo, ai piedi del Monviso e della sua pietra dalle sorprendenti qualità”. La seconda traccia di questa presenza, si riscontrerebbe in un affresco dell’Ultima Cena nella Cappella Marchionale di Revello, il cui sfondo, la disposizione dei personaggi, la scelta dei colori, sembra rimandare al celebre affresco del Cenacolo che Leonardo dipinse nel refettorio milanese a fianco del Convento di Santa Maria delle Grazie.
Quello che è certo del passaggio di Leonardo in Piemonte, il disegno del naviglio d’Ivrea, all’interno del Codice Atlantico.
Sono, questi, gli indizi più rilevanti di un’antica presenza che ha bisogno di ulteriori conferme perché non rimanga leggenda.
La mostra di Barge e gli eventi correlati dimostrano l’affezione del territorio a questa straordinaria figura il cui suggestivo legame contribuisce ad arricchirne il fascino.

La mostra è visitabile fino al 3 luglio, dalle ore 10 alle ore 19 nei fine settimana, su prenotazione in altre date e orari (tel. 349.6275879).

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