La Giovinezza nell’Inno dei laureandi 1909

commiato

SILVIA PIO

Non tutti sanno che l’inno “Giovinezza” è nato ben prima del periodo fascista: ce lo svela un documentato e gradevole articolo, apparso nel giugno 2013 sul vol. XLII della rivista “Studi Piemontesi”, edita dal Centro Studi Piemontesi di Torino. Il titolo è “Le origini dell’Inno dei laureandi” e ne è autrice Patrizia Deabate, che ha studiato la nascita della canzone che il poeta-studente Nino Oxilia dedicò ai laureandi in Legge dell’anno 1908-09 intitolata “Il Commiato”.

Patrizia Deabate è una ricercatrice e un’organizzatrice di eventi culturali. Suoi saggi sono apparsi su “Iter” (Acqui Terme), “Quaderni dell’Erca” (Nizza Monferrato) e ”Studi Piemontesi” di Torino. E’ vicepresidente dell’Associazione Porto d’Arti di Alba.

Tornando a “Il commiato”, i punti di riferimento poetici dell’Oxilia si possono trovare nella poesia scapigliata di Emilio Praga, dove l’autore supplicava la giovinezza d’ispirargli «un inno alato. … Lo scapigliato Praga non riuscì a farsi ispirare dalla giovinezza quell’inno santo che l’avrebbe salvato dalla perdizione e infatti morì alcolizzato a soli trentasei anni, nel 1875.»

Ricordiamo che il termine Scapigliatura era stato coniato da Cletto Arrighi (pseudonimo e anagramma di  Carlo Righetti) nel 1862 come equivalente del francese Bohème. Non un movimento letterario organizzato e neppure una scuola, la Scapigliatura fu un gruppo eterogeneo di uomini di cultura che si opponevano ai valori borghesi ed esaltavano l’anticonformismo.

Più di quarant’anni dopo, Oxilia nel suo “Commiato” sembra rispondere a Praga con un inno alla primavera di bellezza: infatti la canzone fu in seguito nota come “Giovinezza”.

L’articolo della Deabate analizza in dettaglio i legami letterari  tra i movimenti della seconda metà dell’Ottocento e quelli dell’inizio del nuovo secolo, i rapporti tra le diverse espressioni artistiche del periodo e le aree dove più forti furono i fermenti, definendo «la gioventù torinese degli anni ’10 del Novecento … erede spirituale del Praga e sottolineando i legami tra Scapigliatura e Goliardia. Tra gli studenti torinesi, i due termini furono nella pratica utilizzati come sinonimi. »

Filo conduttore è sempre quella Giovinezza che in molti autori affiora come mezzo e simbolo per l’incarnazione degli ideali eroici e rivoluzionari, un tema caro a Victor Hugo, Giuseppe Mazzini, Guido Gozzano, Gabriele D’Annunzio, Benedetto Croce e molti altri.

Quella stessa giovinezza che con i versi di Oxilia, modificati secondo le esigenze dei diversi contesti, divenne argomento dell’inno ufficiale degli Alpini e, durante la Grande Guerra (in cui Oxilia perse la vita), anche dell’inno degli Arditi fino ad approdare nella collocazione storica dove, purtroppo, è ricordata da tutti: come inno trionfale del partito fascista nel 1925.

Ma quello era ancora da venire. «Era il 1909, l’anno del Manifesto del Futurismo. E in quella primavera Nino Oxilia aveva vent’anni ancora da compiere. Come scrisse nel “Commiato”:
ma siam forti, abbiam vent’anni,
l’avvenire non temiam.»

(I corsivi sono citazioni dall’articolo di Deabate, le foto sono tratte dal suo sito http://www.giovinezza900.it)

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