La costruzione dell’uomo nuovo

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Kabalevski, 24 Preludi per pianoforte OP 38 – pianoforte Maria Gabriella Bassi
Digressione Music

Kabalevski Prelude op. 38 n.1

Kabalevski Prelude op. 38 n.5

Kabalevski Prelude op. 38 n.8

Dmitry Borisovich Kabalevsky
GERARDO CIOFFARI O.P.
Kabalevsky nacque a San Pietroburgo nel 1904 e presto si trasferì con la sua famiglia a Mosca dove studiò pianoforte all’Istituto Musicale Scriabin. Già durante l’adolescenza cominciò a dare lezioni di pianoforte, a comporre semplici pezzi per i suoi allievi e per il cinema muto. Nel 1925 entrò al Conservatorio di Mosca come allievo di Ab Gol’denvejzera per il pianoforte e di N. Y. Mjaskovskij per la composizione, diplomandosi nel 1930. Dal 1939 divenne professore di composizione presso lo stesso Conservatorio. Dal 1940 fu membro del Partito Comunista e di¬venne una figura importante nella vita musicale sovietica; fu capo redattore della rivista ufficiale dei Compositori dell’Unione Sovietica “Muzyka Sovetskaya”, capo del Comitato del dipartimento di musica della Radio Sovietica; fece parte della commissione per l’educazione estetica-musicale dei bambini e dei giovani, fu membro del Comitato sovietico per la pace e dal 1954 membro del Ministero della Cultura dell’Urss.
Ricevette per tre volte il Premio Stalin: nel 1946 per lo String Quartet, nel 1951 per il Concerto per violino e nel 1951 per la sua opera The Family Taras. Fu scrittore e compositore molto apprezzato in Russia.
Morì a Mosca nel febbraio del 1987.
Figura controversa della cultura russa, annoverato tra i primi cinque più grandi compositori e successivamente inserito nella lista degli accusati di “formalismo”, Kabalevsky esalta con le sue opere gli obiettivi e le aspirazioni dell’Unione Sovietica, commemorando gli eventi più significativi della vita e della storia del suo popolo: la Prima Sinfonia, dedicata alla rivoluzione nel 15° anniversario, con la rappresentazione del popolo russo sotto il regime zarista e poi con la celebrazione della ribellione del popolo e la vittoria; la Terza Sinfonia (Requiem), composta per il 10° anniversario della morte di Lenin, in memoria degli eroi sovietici caduti durante la seconda guerra mondiale; l’opera The Family Taras dove esalta la lotta dei partigiani contro i nazisti invasori nella seconda guerra mondiale.
Vicino alla tradizione di musicisti russi quali Tchaikovsky, Mussorgsky e Borodin, si distingue per la sua vena melodica fascinosa e coinvolgente, la ritmica energica, la valorizzazione dell’elemento folklorico.
Kabalevsky ha composto opere, balletti, opere corali, musiche di scena per rappresentazioni teatrali e produzioni radio, musiche da film, quattro sinfonie, concerti, canzoni e brani per pianoforte per giovani pianisti e strumentisti e resta famoso in Occidente soprattutto per l’uso didattico della sua musica. Ha esercitato un ruolo importante nella formazione musicale, elaborando metodi didattici idonei non solo a colmare lacune di abilità tecnica ma anche a sviluppare il senso di ascolto e di elaborazione emotiva.

Il “MAESTRO” nella visione pedagogica russa
La cultura russa sin dalle sue origini ha avuto una particolare sensibilità verso il problema dell’apprendimento e quindi verso la figura del “maestro” (učitel’). Il concetto, almeno nella sua fase iniziale, cioè nel medioevo, è fortemente caratterizzato da un’impronta religiosa.
Questo si può osservare sia nella spiritualità che nella letteratura russa. Già nel XII secolo, opere come il Poučenie (Ammaestramento) del principe Vladimir Monomach, che le Voprošanija (Domande) di Kirik al suo arcivescovo, dimostrano la tendenza del giovane popolo russo all’apprendimento e alla ricerca di qualcuno capace di dare delle risposte.
L’origine bizantina della spiritualità russa portò all’emergere di una figura importante, quella dello starec (anziano). Il compito principale di questi era di fare scoprire al discepolo la sua vera vocazione e di abituarlo al dominio della volontà, obbedendo anche in quelle cose che apparivano quanto meno strane. Ad esempio, tra Quattro e Cinquecento, il celebre S. Nilo Sorskij molto dovette al suo starec o padre spirituale Paisij Jaroslavov.
Molto interessante è la circostanza che anche il suo antagonista, S. Giuseppe di Volokolamsk a suo modo toccò la questione della formazione sia dei giovani che degli adulti poco colti. La sua opera principale, il Prosvetitel’ (L’Illuminatore), aveva come oggetto tutta la dottrina cristiana, ma ciò che la caratterizzava era proprio l’angolazione didattica. Infatti, il suo sforzo fu quello di tradurre in concetti popolari e facilmente afferrabili, una teologia non sempre comprensibile.
Dopo le riforme di Pietro il Grande nei primi anni del XVIII secolo, anche in Russia penetrò l’illuminismo (Prosveščenie) occidentale, e cominciarono a diffondersi le grammatiche e i libri scolastici di base. Ma fu nel XIX secolo che il concetto della formazione culturale e umana ebbe un grande impulso. Tra i canali più utilizzati ci fu il ricorso alla favolistica e alle narrazioni leggendarie. Vari studiosi abbandonarono la città per riversarsi nelle campagne e ascoltare gli anziani (anche centenari) che oralmente riportavano antichi racconti e canti epici. Così l’apprendimento della “morale” diveniva piacevole. Sotto questo aspetto un vero “maestro” fu il celebre romanziere e conte Leone Tolstoj. Nella sua tenuta di Jasnaja Poljana creò una serie di scuole in cui, attraverso racconti e procedimenti progressivi, il ragazzo veniva educato ai valori umani (che era lo scopo principale dell’attività di Tolstoj) oltre che alle conoscenze scolastiche tradizionali.
Mentre Tolstoj propugnava una religione naturale ed umanitaria e Fëdor Dostoevskij (ne i Fratelli Karamazov) rivalutava la figura dello starec o padre spirituale, avanzava anche la pedagogia rivoluzionaria.
Secondo questa concezione, il maestro doveva portare il giovane alla strutturazione di una personalità armonizzata in tutti i suoi aspetti. E dato che ciò che forma di più la personalità è il lavoro, ne derivava che il lavoro doveva divenire l’elemento propulsore della formazione. In questa concezione socialista, è necessario che tutti abbiano un lavoro e che lo vivano nella gioia, nella soddisfazione di essere stati utili a sé e alla comunità.
Una condizione fondamentale era che tale “educazione” alla personalità dovesse attuarsi senza alcuna costrizione o violenza psicologica, in quanto, la costruzione dell’uomo nuovo deve avvenire in modo naturale. L’ideale e la finalità, come si può vedere, erano altamente positivi. I mezzi e le circostanze lo erano un po’ meno. Ad esempio, un dato essenziale era l’esclusione non solo della chiesa ma anche di Dio. L’evoluzione successiva ha dimostrato l’inconsistenza di un simile assunto. Ma anche la vantata condizione di non ricorrere alla costrizione si è rivelata tanto impossibile quanto inefficace.
L’attività del musicista Dmitrij Kabalevskij (1904-1987) si inserisce in questa atmosfera entusiastica della creazione dell’uomo nuovo, ed indubbiamente la musica si prestava meravigliosamente quale supporto emotivo alla formazione ideologica. Essa offriva uno strumento formidabile per armonizzare certi ideali non sempre evidenti alle menti dei giovani, con quella gioia di vivere che viene dai canti e dai suoni.

P. Gerardo Cioffari è sacerdote domenicano dal 1970, si è laureato in Teologia Ortodossa al St. Vladimir’s Theological Seminary di New York (1973), ed in Scienze Ecclesiastiche Orientali al Pontificio Istituto Orientale di Roma (1977). Direttore del Centro Studi Nicolaiani, è anche responsabile dell’Archivio e della Biblioteca della Basilica di S. Nicola. Docente di Storia della Teologia orientale ed occidentale, nonché Storia della Teologia Russa all’Istituto Ecumenico di Bari, è autore di vari studi sul pensiero russo. Verso la fine degli anni Settanta è approdato a ricerche di carattere storico su varie città pugliesi, fondando poi nel 1990 la rivista Nicolaus Studi Storici.
Tra le numerose pubblicazioni si segnalano la Storia della Basilica di S. Nicola. L’epoca normanno-sveva, Bari 1984; S. Nicola nella critica storica, Bari 1987; Breve storia della Teologia russa, Bari 1987; Viaggiatori russi in Puglia, Fasano 1991; Storia dei Domenicani nell’Italia Meridionale (3 voll., con M. Miele), Napoli-Bari 1993; Storia di Bari. Figure e vicende dell’epoca medioevale, Bari 1998; Domenicani nella Storia, I-II (Bari 2005/2011).

Pianoforte Maria Gabriella Bassi

http://www.mariagabriellabassi.com/

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Maria Gabriella Bassi