Poeti dal mondo, Müesser Yeniay, Turchia

ben fuar

È nata a İzmir, Turchia nel 1983.  Si è laureata presso la Ege University in Letteratura e Lingua inglese. Ha vinto numerosi premi in Turchia, incluso il Yunus Emre (2006), Homeros Atilla İlhan (2007), Ali Rıza Ertan (2009)  e Enver Gökçe (2013).

Il suo primo libro Dibine Düşüyor Karanlık da è stato pubblicato nel 2009 e il suo secondo, intitolato Evimi Dağlara Kurdum, è una raccolta di traduzioni di poesie dal mondo. Un altro suo libro, Yeniden Çizdim Göğü, è stato pubblicato nel 2011. Numerose sono le sue traduzioni poetiche: il poeta persiano Behruz Kia col titolo Lalelere Requiem, poesie scelte di Gerard Augustin, tradotte in collaborazione con Eray Canberk, Başak Aydınalp, Metin Cengiz (2011) e un’antologia personale di Michel Cassir in collaborazione con Eray Canberk e Metin Cengiz (2011). Di recente ha pubblicato un’antologia di poesia spagnola contemporanea, in collaborazione con Metin Cengiz e Jaime B. Rosa, e un libro di poesia d’avanguardia turca The Other Consciousness: Surrealism and The Second New (2013). Il suo ultimo libro di poesia Before Me There Were Deserts è stato pubblicato nel 2014 a Istanbul.

Le sue poesie sono apparse sulle seguenti riviste straniere: The Voices Project, The Bakery, Sentinel Poetry, Yellow Medicine Review, Shot Glass Journal, Poesy, Shampoo, Los Angeles Review of Books, Mediterranean Poetry (USA e Inghilterra); Kritya (India); Casa Della Poesia, Libere Luci (Italia); Poeticanet, Poiein (Grecia); Revue Ayna, Souffle, L’oiseau de feu du Garlaban (Francia); Al Doha (Qatar); Tema (Croazia).

Le sue poesie sono state tradotte in inglese, francese, serbo, arabo, ebraico, italiano, greco, hindi, spagnolo e rumeno. Ha partecipato al Festival internazionale di poesia di Sarajevo (Bosnia-Herzegovina) nel settembre 2010; a quello di Nisan (Israele) nel maggio 2011; a quello di Belgrado (Serbia) nel settembre 2012; al Voix Vives (Francia) nel luglio 2013; al Kritya International Poetry Festival (India) nel settembre 2013 e al Galati/Antares (Romania) nel giugno 2014.

È inoltre la direttrice della rivista letteraria Şiirden (sulla Poesia) and è membro di PEN e del Sindacato degli Scrittori di Turchia. Attualmente sta studiando per il dottorato in letteratura turca all’Università di Bilkent University, Ankara.
 
www.siirden.net/yazarlar/muesser-yeniay
http://diversity.org.mk/authors/muesser-yeniay/
http://innerartjournal.com/featured-poets-february-2014/muesser-yeniay/
http://www.poiein.gr/archives/23762/index.html
http://whistlingfire.com/2014/04/24/inside-shell/
Bambola di pezza

Non portar via questo corpo da qui
perché sono nella pelle di un altro

Scrollandomi di dosso le linee
delle mie mani, delle braccia, del viso.

Perché io non sono affatto
da meno

Amare
È la mia desolazione

Voglio la vita
per essere acqua senza fine.

***

La donna che piange nel vaso

Forse acqua
è il cielo caduto

la nuvola in me
che si lacera

il battito del mio cuore
è una casa lontana

la mia bocca troppo piccola
per dire ogni cosa

una morte
non sarà abbastanza per tutti noi.

***

Battito d’ali di uccelli
mentre sollevo il volto

Non ho spina dorsale
da quando le mie speranze sono state distrutte

ho scosso il mio corpo
e migliaia di fichi sono caduti
dall’albero piantato nel mio corpo

e foglie disposte nella mia mente
ognuna tenuta stretta mentre le mie mani
s’intrecciavano come maglia

soffrendo e soffrendo
sono diventata umana
da un albero.

***

La casa della poesia

Con un essere umano ognuno lava il suo viso
solo a metà la sera è giunta
e poi i capelli
scorrono dalle grondaie della primavera
il cielo, allora bambino.
Lasciami dentro di me
che la luce non si infiltri nei miei occhi
c’è comunque una foresta sudata
che non cade sotto questo cielo
sono rimasta senza fiato
ritornando in me
me stessa la casa più vecchia.

(Traduzionedi Fusun Fallavollita)

***

La brezza che soffia dalla poesia

I

Ho trascinato il dolore nella poesia
come il mare trascina
la sua sirena a riva

II

È questo il paese di una ragazza
che sui suoi piedi
sta come un tulipano

III

Che quel gabbiano aspetti
gli porterò il cielo più bello

IV

Le tegole in quella casa
si infilavano nelle notti

V

Ti ho posto nei villaggi che non conosco

VI

Quanto lunghi porto ora i miei capelli
fatti di separazione

VII

Ho fatto uscire davanti alla porta la mia solitudine
ho riposato nel dopo di me
una nave si è scontrata con l’orizzonte
e si è fermata

***

Una donna può morire perché il cielo è vuoto

un giardino di fiori
si risveglia
in un mattino
fra tutti i mattini
una donna chiama tutti i suoi animali
cade la fragranza
dell’amore
attaccata al suo naso
lascia che tutta la gente
sulla terra si allontani
incluso nessuno
quell’orologio che si ferma
non è il mio cuore

(Traduzione: Raffaella Marzano)
© Müesser Yeniay