Uomini e divinità della foresta

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BILL LEWIS

Uomini della foresta

Uomini della foresta ghignano
Da ciocchi scuriti,
Che gemono e stridono
In case antiche che sognano;
Oscillano all’aria su
Rami da tempo spezzati.
Facce fogliate fioriscono nella
Memoria di un’antica ora,
Srotolata sotto
L’opera di carpentiere;
Scalpellini hanno visto la loro sagoma
Sdraiarsi nei sassi.
Tutto è quindi foresta:
Vegetale, minerale,
carne e ossa.
L’Albero del Mondo diventa
La mia colonna vertebrale,
Palpebre: foglie di Quercia.
Dita: Frassino e Pino. Fingers:
Mi perdo in un bosco
Che si perde in me.
Uomini della foresta ghignano,
E nessuno sa meglio
Di loro cos’è e non è albero.

© 1994

*

Blodeuwedd

La nona onda e la nona particella,
Io sono la meccanica quantistica di
Fiori e piume.
Divento negativa o positiva
Secondo la politica o la moda.
Le mie cosce sono enigmi preistorici
Che sussurrano mentre cammino
E solo amanti e poeti li possono percepire,
Come un segnale di sette
Tacche intagliato nella corteccia di betulla.
Io sono una dualità di alfabeti
In continuo volo e flusso,
alfabeto d’albero / alfabeto d’uccello
alfabeto d’uccello / alfabeto d’albero
Linfa fluisce nel mio ventre
Calda come un nido di lanuggine.
Io, Blodeuwedd, sono vestita dalla
Lunga memoria della campanula,
In quest’alba grigia come bolo di gufo,
Donne e uomini abbracciano gli alberi
Per proteggerli da
Bulldozer e scavarici

© 1993

Blodeuwedd è conosciuta come la Dea vergine gallese della primavera, o “Faccia di fiore”, e molti credono che fosse mortalmente pericolosa quanto bella. Era anche conosciuta come “La dea dalle nove parti delle Isole occidentali del paradiso” e il suo totem era un gufo, uccello di saggezza e di misteri lunari.

L’illustrazione è opera dell’autore.

Bill Lewis in Margutte: Le lettere volano dalla pagina

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