Beethoven e Les Adieux

(da Wikimedia Commons)

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UMBERTO BECCARIA.

Oggi parlo di una delle poche sonate a cui Beethoven aveva dato un titolo esplicito, ossia la Sonata op.81a “Les adieux”. Questo lavoro era molto caro al compositore tedesco poiché era stato ispirato dalla partenza forzata dell’Arciduca Rodolfo, amico e protettore di Beethoven. Al suo ritorno a Vienna nel 1811 il compositore di Bonn dedicò ufficialmente l’opera all’Arciduca.

C’è un importante aneddoto riguardo al titolo e a problemi che Beethoven aveva avuto con l’editore. Il compositore aveva dato all’opera il titolo di “Das Lebewohl”, in tedesco, tradotto però nel francesce “Les adieux” dall’editore, con il quale ora la sonata è maggiormente conosciuta. Beethoven non gradì questa scelta poiché secondo lui il termine “Das Lebewohl” si può dire di cuore solo ad una persona mentre “Les adieux” ad intere città, a moltitudini di persone. Il compositore pone anche le sillabe Le – be – wohl sui primi tre accordi della sonata, a conferma dell’importanza che per Beethoven aveva questo titolo.

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La sonata si divide in tre movimenti a cui Beethoven da tre differenti titoli: L’Addio, l’Assenza, il Ritorno. Ognuna di queste sezioni presenta i sentimenti causati dall’assenza della persona cara.

Il primo movimento, nella tonalità di base di mi bemolle maggiore, presenta un’introduzione, Adagio, molto malinconica che porta in 16 battute alla presentazione del primo tema in un Allegro. La sonata, come detto in precedenza, si apre con tre accordi, che ricordano la sonorità dei corni e dunque rimandano a sentimenti di tristezza e lontananza. Alla fine del primo movimento Beethoven inserisce un dialogo tra due linee melodiche che simboleggia il dialogo tra due persone, in questo caso il compositore stesso e l’arciduca Rodolfo.

Il secondo movimento, Andante espressivo, presenta un tipico tema interrogativo di Beethoven, ed è pervasa da sensazioni di solitudine, quasi fosse un monologo interiore del compositore. Il secondo movimento è nella tonalità di do minore.

Il terzo movimento si collega direttamente al secondo ed è nuovamente nella tonalità di base di mi bemolle maggiore. Presenta l’indicazione “Vivacissimamente” e a differenza dei primi due, si caratterizza per tratti di grande vitalità e gioia e simboleggia il ritorno della persona cara.

Vi lascio qui una splendida interpretazione di Maurizio Pollini: https://www.youtube.com/watch?v=9TXQSz_4AMY