“Un infinito sventagliar di pagine al vento della libertà”

e325372ee8_4777702_lrgATTILIO IANNIELLO

All’inizio dell’autunno 2013 presso i locali dell’Associazione “La Scighera”  (www.lascighera.org) si è tenuto il terzo Salone dell’Editoria Creativa ed Autoprodotta: “Liber – I Libri Liberi”. Il Salone viene definito dai “Troglodita Tribe” (http://trogloditatribe.wordpress.com) «Un infinito sventagliar di pagine al vento della libertà» (www.libersalone.altervista.org).

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Ma andiamo con ordine, raccontando in breve la storia del Salone del “libri liberi”.

Siamo nel 2011 e due amici «su una panchina davanti la Darsena di Milano, guardando la laguna palustre che si era spontaneamente formata fra il nefasto progetto dell’ennesimo parcheggione sotterraneo ed i puntuali cartelloni propedeutici al consumo di merci inutili» scambiandosi le loro autoproduzioni pensano che potrebbero organizzare un evento per far incontrare tutti coloro che i libri se li costruiscono in casa. È così che Federico Zenoni (www.senzaimpegni.altervista.org) e Paolo Cabrini (www.praticheyaje.altervista.org) promuoveranno il 10-11 settembre 2011 il primo Salone dell’Editoria creativa ed autoprodotta presso l’Associazione Culturale Van-Ghe (www.van-ghe.it).primo salone

Marco Parente in un gustoso “Decalogo dell’Editoria casalinga ovvero perché diventare editore casalingo migliora la qualità della vita” (Edizioni Lieve Malore) osserva: «Quella dell’editore casalingo è un’identità in movimento. Quando sono venuto in contatto con questo mondo, nel 2011, era in corso la prima edizione di Liber, il salone che raduna i praticanti e i curiosi di questo genere. All’epoca l’aggettivo “casalinga” caratterizzava il senso di questa attività libera e domestica in cui erano sufficienti spaghi, forbicine e scartoffie, insomma tutto il materiale domestico per sbrigarsela come editori. Nel tempo (parlo di pochi mesi) il linguaggio si è ampliato al termine creativo. L’editore esce di casa, va in garage, passeggia ai giardini o per strada e trova spunti e materiali. Ecco che si parla di editoria creativa (notare che si evita la parola arte)… Nel 2012 a Liber si accenna allo Psico-editore, forse uno che crea con l’anima, forse uno psicopatico dell’editoria, un inafferrabile dalla mentalità comune. Forse tutte queste cose.

[…] Se esistesse un supermarket del creativo casalingo psico-editore si troverebbero “prodotti” come Semplicità, Stupore, Incanto, Silenzio, Ironia e tutto a costi bassissimi, anche a zero!».

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Anche quest’anno quindi artisti ed artigiani della carta, dell’immagine e della parola si sono trovati nei locali della Scighera in occasione del Salone che è, come ci scrive Federico Zenoni, «un momento di incontro tra le espositrici ed anche con i visitatori, i quali magari verranno contagiati da questo “metodo di comunicazione”».

Federico Zenoni, illustratore e batterista autodidatta, come ama definirsi, ha iniziato a praticare l’autoproduzione sonora e in seguito scopre anche quella cartacea creando una storiella illustrata per suo figlio.

Costruire, creare un libro libero, ci dice Federico Zenoni, offre «prima il piacere, cioè la creazione e l’assemblaggio del manufatto; dopo viene la sua tiratura frugale o minima, ma il godimento in parte c’è già stato. Non stiamo parlando di editoria tradizionale, quindi anche il concetto di “diffusione” è relativo, per non parlare di “distribuzione”. Se devo scegliere tra una possibile diffusione e una totale libertà di azione… scelgo la seconda! Con le mie psico-edizioni artigianali e sporadiche non ho a che fare con editor, esperti di marketing, stampatori o intellettuali addomesticati dal Mercato, tutti a sentenziare quello che posso o non posso fare.

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A LIBER cerchiamo di evitare la presenza di edizioni che abbiano una distribuzione commerciale. La nostra è una pratica dal basso (molto individuale); l’autore/creativo si autoproduce, si autorappresenta e si autodistribuisce senza intermediari e senza creare un prodotto elitario (il “Libro d’Artista”) ma scegliendo una forma comunicativa alla portata di tutti, originale, ecologica, clandestina… e spassosa. L’editoria creativa, come tutta la creatività , è una sorta di auto-terapia; si rivolge a se stessa e poi a tutte le persone curiose, irriverenti e maliziose, a tutti quei potenziali creativi insofferenti alle consuetudini e alle tradizioni».

Ed allora ecco che il mondo dell’autoproduzione editoriale si propone in tutte le sue sfaccettature e in ogni forma che la carta può assumere, anche le più stravaganti «per sognare un’altra cultura più libera e spensierata, alla portata di tutti, leggera nel suo ingombro cartaceo e alle volte spedibile», come scrive Paolo Cabrini nel suo sito web. «Capace di innamorare alla fermata del tram con un dono improvvisato e inaspettato, fatto di parole e non solo, collage del pensiero, immagini dal cuore e del buon umore».

Federico Zenoni su Radio Popolare:  http://podcast.radiopopolare.it/sidecar_28_09_2013.mp3
Le foto che accompagnano il testo sono di Greta Sorana.

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