Festa di leva

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SILVIA PIO

(Nota: Nelle zone rurali delle Langhe la festa di leva raduna le persone, maschi e femmine, nate nello stesso anno – che si dicono della stessa leva – e residenti nello stesso paese. È una tradizione che va avanti anche ai giorni nostri ed ha perso qualsiasi collegamento che aveva avuto un tempo con la chiamata alle armi. La prima festa di leva nella vita dei langhetti celebra i 18 anni e può durare anche un intero fine settimana. In seguito, i coetanei si ritrovano per i compleanni tondi, e a volte anche negli anni intermedi; di solito c’è un pranzo al ristorante seguito dal ballo.)

Sulla pista non perdeva un giro. Apparteneva sì a quella generazione di uomini che avevano chiesto alle donne di ballare – e le donne se ne stavano in disparte mostrando indifferenza -, ma quella sera non aveva dovuto chiedere perché era stato accerchiato, soprattutto dalle più giovani. Era un bravo ballerino. La sua mole rendeva i giri della polka ancora più vorticosi e la compagna di turno ne era quasi avvolta. Appena finita la sequenza di giri, incominciava un nuovo stacco e lui girava dall’altra parte.

Lo seguivo con gli occhi mentre chiacchieravo con mia madre, fingendo un po’ di noia. Appena finito un pezzo di musica i suonatori si facevano portare da bere, le chiacchiere aumentavano di volume e le coppie di dividevano. Per riformarsi in un disegno quasi elegante con l’inizio del pezzo successivo.

Doveva essere così, pensavo, quando mia madre andava sul ballo, di nascosto dai suoi visto che per la nonna questa attività ricreativa era un peccato grave. Come fossi stata trasportata indietro di parecchie decine di anni, questi ‘coscritti’ di oggi che festeggiavano il loro settantesimo compleanno con le famiglie mi sembravano, sul ballo, quasi giovani.

E lui continuava a scivolare senza sforzo apparente tra le braccia delle sue ballerine: le madri, le figlie e le nipoti. E mia madre si lamentava della stanchezza ma io lo sapevo che avrebbe ballato fino a perdere le gambe se solo lui gliel’avesse chiesto. Io me ne stavo attorno alla pista guardando i suoi piedi veloci e seguendo i giri – orario, antiorario – affamata di quel ballo, nell’attesa di sempre che lui smettesse di starsene con altre donne, che si fermasse per un po’ e mi guardasse. Che mio padre mi facesse ballare.

(Foto di Bruna Bonino)