Andhira

uno

Thule
(testo di Pietro Luigi Lorrai – musica di Luca Nulchis)

Thule, sonos tudaos sutta ‘e terra
abba currente, abba d’erriu
erriu mudu attobia su tempus
tempus passau
ghett’ aggiosso torr’attrempae
surpi s’ammentu de Thule.

Perdiu s’ammentu de su contu
pacu cosa ade abbarau
un ammentu de sonos cantados
chi allattada or figgios
figgior de Thule

Unu cantu unu tesoro
pro dor sarbae dae su luttu
Dae enue arbeschede su sole
cussa zente ha prinsipiau su camminu

Shamash

un oggru ‘e fogu e oro
dos ade accunpangiaos
ma fintas a enue un ispricu de chelu dos ad’arrimmaos.

Thule, oghe de Jana dae intro ‘e terra chi lamat
lamat oghe de Jana

Ammajaos dae cussa oghe
sutta ‘e terra aìan sighiu su destinu

Jana “enue ti ses cuada?”
sa oghe ‘e sa maja travessa, fuia
tott’in d’una ia solos dos ha lassaos.

Perdios in faddidorgior de rutta
perdios in filos intrebiggiaos
chircanno un ispera ‘e lughe
iscurtanno po una oghe de bentu
po sighie a campae
oghe de Jana han deppiu ammentae
irbettanno sa die de pod’essie
a ‘idere su mundu
a ‘idere…

Traduzione:

Thule, suoni sepolti sotto la terra
acqua corrente, acqua di fiume
fiume muto incontra il tempo passato
scende, risale raggiunge il ricordo di Thule.

Svanito il ricordo, del racconto è rimasto poco
un ricordo di suoni cantati
che allatta i figli di Thule.

Da dove albeggia il sole
quella gente ha iniziato il cammino

Shamash…

un occhio di fuoco e oro
li ha accompagnati, sino a dove
uno specchio di cielo li ha fermati.

Thule… la voce di una Jana
da dentro la terra, chiama…

Ammaliati da quella voce
sotto terra seguirono il loro destino
Jana…dove ti sei nascosta?
La voce magica e ingannevole
è svanita in un attimo lasciandoli soli.

Persi in labirinti di grotta
persi in sentieri ingarbugliati
cercando uno spiraglio di luce
ascoltando per scorgere la voce del vento

Per poter continuare a vivere
hanno dovuto ricordare la voce della Jana
aspettando il giorno
in cui poter uscire a vedere il mondo

a vedere…

due

RUNDINES DE ANDHIRA
testo di tradizione orale (Sardegna)
(musica di Luca Nulchis)

Rundines chi olades
a s’abba, a bentu e a nie
cun sas alas de oro

nessi po duas dies
sas alas m’imprestades
chi ando a idere a coro.

A s’Andira, a s’andimironnai, Andira e Nora Andira, imironnai a s’Andira…..

A s’Andira, torra a s’Andira…..

Traduzione:

Rondini che volate
all’acqua, al vento e alla neve
con le ali d’oro

almeno per due giorni
prestatemi le ali
per andare a vedere il mio amore

A s’Andira, a s’andimironnai, Andira e Nora Andira, imironnai a s’Andira…..
A s’Andira, ritorna a s’Andira…..

tre
Pioggia di caju
(poesia di Marcia Theophilo – musica di Luca Nulchis)

Chove? E’ chuva de cajù
Piove? È pioggia di cajú:
soffici ondate di vermiglio e di giallo.
Quando Itajuba con trombe e trocanos,
attira varietà di gorgheggi
e altri suoni,
ci abbracceremo Kuambú.
È tempo di cajú, succo per ogni dove
cadono i frutti sulle nostre braccia
nel mese di settembre.
Piove? È pioggia di cajú.
D’ottobre gli occhi di castagna
nella tua bocca,
fra le tue mani il mio seno,
piogge d’amore
acqua corrente del fiume,
fertilità della terra e delle donne,
piove?
Pioggia di cajú
invade il tuo corpo
il tuo sangue,
fuoco che scorre in gola, nelle tue mani il ritmo.
“Questa è una piccola amàca”
e ricorderemo
i Kaapós, i Tukanos, Taquatepes,
i Tupinambás i Mundurukús, Guarategajas,
Jabutis, Samanaicas, Huaris, Rama Ramas,
Aruas, Macurapis,Araras, nel passato.
Anche i frutti più alti
cadono ai tuoi piedi,
echi di cascate
e scorre il succo sulle tue labbra
Piove? È pioggia di cajú
e’ chuva de cajù …

quattro

Intervista a Luca Nulchis
Qual è il significato del vostro nome Andhira?
Andhira, andare, attraversare, varcare una soglia, dal sanscrito “andhra” cioè “porta di passaggio verso…”, costellazione utile all’orientamento in mare, viaggio, percorso, movimento, nomadismo, superamento di un confine, simboleggia un “passaggio evolutivo”. Andhira è una parola che ricorre in alcuni canti sardi di tradizione orale, in particolare nella forma de “S’Andimironnai” che sino alla fine degli anni “60 veniva praticato come canto collettivo di riconciliazione tra persone che volevano sanare delle liti, in pratica, una terapia di gruppo attraverso il canto.

cinque

Quali obiettivi personali e sociali si possono trovare nel vostro progetto artistico e musicale?
La pratica dei linguaggi artistici può essere una chiave d’accesso alla comprensione di tanti aspetti della vita. Andhira prova a comprendere il mondo attraverso il linguaggio simbolico dell’arte, in un processo di osservazione, elaborazione e creazione, restituendo attraverso la sua musica i risultati di una ricerca interdisciplinare che mira a superare il confine degli stereotipi, delle etichette, delle tendenze, dei luoghi comuni e dei pregiudizi. Non ultimo, è il sacrosanto desiderio di godere intensamente di suoni, ritmi, timbri, armonie e polifonie vocali, e condividere il tutto col pubblico.

testo uno

Quali suggestioni musicali e/o riferimenti letterari confluiscono nella vostra produzione musicale e testuale?
Lo spirito sonoro di Andhira rifiuta il riferimento ad un preciso genere musicale o letterario, ogni brano ha una propria esigenza espressiva e la manifesta in tutta libertà e autonomia stilistica.
Certo, sono tanti gli autori, generi, stili e forme musicali che hanno segnato il mio percorso di musicista/compositore, elencandone alcuni viene fuori un quadro assai bizzarro: Bach, canto “a tenore”, i Griot suonatori di Kora, gare poetiche e “cantadores” di Sardegna, Demetrio Stratos e gli Area, Debussy, Ravel, Satie, Bartok, De Andre, Carlo Gesualdo da Venosa, Steve Reich, Abdullah Ibrahim, Stravinsky, musiche e canti di tradizione orale italiana e di altre culture del mondo… insomma, un delirio! La nostra produzione, sia musicale che testuale, si delinea attraverso tre ambiti principali : quello della ricerca ed elaborazione su repertori di tradizione orale, soprattutto della Sardegna, ma non solo. Quello delle composizioni originali, dove inevitabilmente confluiscono le nostre esperienze di studio, formazione, ricerca, collaborazione e pratica interdisciplinare con altri linguaggi artistici, quindi in continuo divenire. Infine, in percentuale minore, quello dello studio e re-interpretazione di opere di altri autori che, vuoi per affinità, per contenuti o semplicemente per “risonanza”, trovano organicità con il nostro progetto, com’è avvenuto per esempio con alcune opere di Fabrizio De Andrè o Giovanna Marini. Diversi musicisti si sono alternati lungo il cammino del gruppo, lasciando preziosi contributi: Alberto Cabiddu, Giancarlo Murranca, Valeria Martini, Giorgia Loi, Patrizia Rotonda, Cristina Lanzi. Andhira non pratica la composizione collettiva, forse qualcuno ne rimarrà deluso, il gruppo è strutturato con ruoli ben definiti: compositore e direttore artistico, interpreti, assistente alla direzione musicale. Ma la composizione è fortemente influenzata dal confronto e dalla personalità di ogni componente dell’ensemble, soprattutto dalle voci, fortunatamente molto diverse tra loro, ricche di varietà timbrica ed espressiva. Da alcuni anni ci siamo assestati come quartetto, con voci, pianoforte, armonium e flauto. Attualmente il trio vocale è composto da Elena Nulchis, Egidiana Carta e Elisa Zedda, in alcuni canti c’è una quarta voce, la mia, proprio non posso farne a meno, mi piace troppo cantare!

https://www.facebook.com/Andhira.Music/

testo due