1986 di Mariaester Graziano

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LE MANI DI MAMMA

Il mio gioco preferito erano le mani di mamma.
La sera soprattutto, nell’ora della flanella e delle stoviglie rovesciate della colazione, diverse tra loro per narrative familiari e punti Miralanza Dash Mulino Bianco. Era l’ora della petulanza olfattiva del pane unto, l’eucarestia remunerativa della sera dopo una giornata rettangolare, la cicatrice ghiandolare della salivazione tra la cena e la famiglia.
L’odore come quarta dimensione. Ecco proprio quell’ora lì, avete presente, in cui la madre si siede finalmente e sbuccia un’arancia giovanissima con una fragranza vagamente marina, la stessa che d’estate bruciava gli occhi, pizzicava naso e gola. Era un riflesso di vacanza, credo, l’aspetto scioperato dei giorni col pisolino e il dondolio. Mamma sbucciava, dunque, quest’arancia in un nastro lunghissimo geometrico perfetto, la mia magnifica bigiotteria.
E poi c’era il globo solare di giallissime mele, ricomposto in un’unica fettuccia dorata come se mamma fosse Dio al primo giorno di creazione. C’era da creare bellezza e universi in quell’ora della sera tra il TG e Bud Spencer, le calze di lana e gli orizzonti senza fuga.
C’era solo da dirsi Facciamo finta di e crederci a tal punto che i sogni diventavano d’oro col bacio sulla fronte.

FAZZOLETTI

A me regalavano fazzoletti. Una volta anche un palloncino di paperino.
A me regalavano cioccolatini e matite. Una volta anche un timbro Pucci Pucci. A me regalavano caramelle Rossana, saponette colorate, l’album di Camilla Milla. Di ogni cosa ricordo l’odore di colla, carta e lavanda, cotone e vaniglia. Erano tra l’odore di sigarette e pane fritto, tra la posta col francobollo e il ticchettio della macchina da scrivere, tra i bar con le ventole e il mercato settimanale con le mutande grandi.
Tra gli anni 80 e … A me regalavano pure La mille lire e il futuro nel salvadanaio. Che uno diventa grande e si compra il cappotto con le spalline e il frontino con la porporina. C’erano i sogni a forma di maialino.

PUNGIBALL

Avevo una cotta per la voce del pungiball.
Avete presente?
Con una moneta potevo innamorarmi e ascoltare musica
e vedere le luci come a Natale che però a Natale mi fanno tristezza.
In tasca cerini e la dea Minerva sulle lire
E, sotto la giacca a vento,
il cuore facile come un taxi giallo,
proprio l’insegna luminosa sul tettuccio con scritto TAXI.

ORLI E NODI

Fare a spicchi il mondo per incapienza di sensi.
Nonna avrebbe visto il latte nella tazza dove io quantificavo metafore di bianco,
l’occhio gigante di mucca dove io sintonizzavo il diapason di nostalgia,
l’odore di fieno dove io puntellavo la retorica dell’olfatto.
E dunque con la stessa capacità di naso bocca orecchie e polpastrelli io complicavo la vita,
lei le faceva l’orlo,
io il nodo,
lei il centrino con sette catenelle precise.

SALVO

Salvo la scatola di latta col ditale, lì l’odore di burro e vaniglia,
la culla giocattolo col soffietto, il triciclo rosso di ferro,
le maracas, il biglietto con la porporina, lo schiacciapensieri, la semplice bua, Ognissanti, i giuramenti col bacetto.
Salvo ponte ponente ponte pí, ambarabaciccicoccò, alla larga alla stretta Pinocchio in bicicletta, guarda in su guarda in giù dai un bacio a chi vuoi tu.
Salvo che la volta in cui non ero pazza avevo 4 anni.

(Testi inediti)

Mariaester Graziano è nata a L’Aquila, in Abruzzo, dove vive. Laureata in Scienze dell’educazione e in Scienze Psicologiche, è docente nella scuola primaria. Tra le sue pubblicazioni: Camminava sull’acqua e In nome del rosa pubblicati per edizioni Arkhé, La mistica della marmellata e Ex O.P. pubblicati con Tabula Fati (2019), È sempre domenica (2021), Solo alla morte non c’è rimedio (2022), cinque libri nati da un esperimento di mappatura dei ricordi condotto sui social, poi rilegati insieme in un racconto unitario: L’arroganza del prezzemolo, Comme facett nonneta, La bellezza effimera dei fiori di cactus, Matrimoni e altri imprevisti, Cuordiecilacrime. Ha scritto alcuni racconti contenuti in diverse antologie edite da Tabula Fati: L’Ammidia, Cronache di un tempo senza tempo, Il cielo in uno schermo, Le magare. Ha collaborato con la rivista letteraria “Novanta9”. Da tempo è conduttrice radiofonica per Radiò con rubriche di approfondimento su letteratura e cultura.

(A cura di Silvia Rosa)