A volte ritornano: gli UFO

Italia 1947

Italia 1947

PAOLO LAMBERTI

Dagli anni Settanta sono tornati, insieme ai flip flop e alle barbe, anche gli UFO; il Congresso americano sta tenendo un’inchiesta sul tema e non stupisce, è in mano ai Repubblicani: se credono al parrucchino arancione di Trump, possono credere anche agli omini verdi.
Tornano anche i libri alla Kolosimo, che “dimostrano” che gli umani sono diventati intelligenti e tecnologici grazie ad alieni poi definiti dei: sono figli dei tempi che hanno fornito l’ispirazione a  “2001 Odissea nello spazio” (1968 appunto). Guardando la storia umana e lo stato del pianeta sembra però che siamo figli di dei minori, gli extraterrestri più incapaci della galassia. Oltretutto attraversano con tecnologie inimmaginabili spazi e tempi smisurati, arrivano sulla Terra…e si schiantano; e non in Piazza San Pietro, Trafalgar Square o le Langhe, ma nel deserto del Nevada. E quelli che non si schiantano rapiscono esseri umani, ma non scienziati, scrittori, chef stellati, cardinali o cinesi, ma sempre americani obesi che votano Trump. Senza dimenticar che gli USA studierebbero le loro tecnologie da decenni, per essere surclassati nei missili ipersonici da Russi e Cinesi; a meno che siano i social le tecnologie aliene che abbiamo copiato, e ci fanno rimpiangere il mostriciattolo di “Alien”.
Se qualcuno ritiene inspiegabili le piramidi o Stonehenge per la tecnologia dell’epoca, è perché non ha mai provato a trasformare un nucleo di selce in decine di sofisticate punte o raschiatoi, che gli uomini producono da decine di migliaia di anni. Se prova, passerà ore interessanti, e molte altre in Pronto Soccorso a rimettere insieme le dita.
Oppure c’è chi pensa che gli UFO siano umani venuti dal futuro, e fanno l’esempio di Leonardo: se la tecnologia del futuro è quella dei suoi progetti, c’è da preoccuparsi; visto l’andamento delle cose, dal futuro è più facile che tornino dei Neo Neanderthal.
Come diceva Enrico Fermi, se l’universo è pieno di vita, dove sono tutti? Il problema è che la mente umana fatica a comprendere grandi numeri, come i miliardi; a meno che non siano euro, dollari o yuan, quelli li maneggiamo benissimo, soprattutto i politici quando fanno deficit. Ci sfuggono le dimensioni dell’universo, che peraltro potrebbe essere solo l’orizzonte degli eventi di uno dei tantissimi buchi neri di un altro universo sovraordinato. La luce viaggia a 300.000 km/sec, dal sole alla terra ci mette 8,3 minuti, quindi in un anno luce farebbe il viaggio 63.368 volte circa. Come minimo le civiltà aliene sarebbero a qualche decina di anni luce, ma potrebbero benissimo essere a migliaia, milioni, miliardi di anni luce.
Se la nostra fisica conosce da secoli la velocità della luce, la nostra sonda più veloce ha toccato al momento 532.000 km/h, circa 150km/sec, 2000 volte più lenta; il passaggio dalla teoria alla tecnologia sarà altrettanto difficile per gli alieni, che pure necessiteranno di una fisica totalmente nuova.
Questo per quanto riguarda le distanze spaziali, ma c’è anche il tempo: civiltà aliene possono essere fiorite miliardi di anni fa, o nasceranno tra altri miliardi: in entrambi i casi senza di noi. Sulla Terra la vita è già oltre la mezza età, il pianeta sta lentamente uscendo dalla fascia abitabile, probabilmente tra 500 milioni di anni sparirà la vita multicellulare, tra due miliardi il pianeta sarà sterile; non c’è da preoccuparsi, noi rischiamo di non arrivare neanche al 3000.
Senza contare che non è ben chiaro cosa sia la vita: abbiamo solo l’esperienza della Terra, e rimaniamo perplessi sul considerare vivi o meno i virus; tra poco avremo problemi anche con l’intelligenza artificiale. Non si capisce quindi perché gli alieni debbano essere sempre umanoidi, o al massimo animaloidi: magari sono nubi gassose col diametro di 5.000 chilometri, oppure le loro sofisticatissime astronavi sono grandi come il microchip del vostro smartphone.
In conclusione, sono curiosi quegli strani dischi che vanno lentissimi intorno ai nostri aerei, visto che volano a poche migliaia di chilometri all’ora quando dovrebbero essere più veloci della luce; che si nascondono anche se potrebbero dominarci; che si schiantano come piloti novellini; che rapiscono umani per sottoporli ad esami con attrezzature che in base alle descrizioni sembrano quelle di un laboratorio di analisi degli anni Settanta. O più che curiosi, sono molto familiari: tolta la maschera tecnologica, ritroviamo folletti, gnomi, angeli, fate, come da millenni. La moderna astrofisica mostra immagini splendide, concetti audaci, apre alla mente interminati spazi, offre una visione dell’universo sempre più ampia ed entusiasmante, anche se poco adatta a chi crede di essere l’ombelico del mondo. Eppure milioni di persone continuano a vivere come rane intorno allo stagno, e a vedere omini verdi; se cerchiamo alieni, guardiamoci intorno: sono folla.