Grazia Marzulli Nella carezza del vento sbocciano fiori

marzulli-grazia-2023-nella-carezza-del-vento-fronte3d

GRAZIA MARZULLI

Il tempo delle more

Vorrei tornare
a cogliere le more
con la freschezza
di tanti anni fa.

Pei viottoli
andavamo spensierati
con i bambini
cicalanti intorno
che si pungevano
tra i rovi dei cespugli
pregustando
la buona marmellata.

Un attimo di sosta nella chiesa
grati al Signore
per la scampagnata
e tornavamo
piano verso casa
commentando
vicende di giornata.

E poi la sera
la passeggiata nella piazza
gremita del paese
sorbendo gelati
senza pretese
fin quando i bimbi
cadevano nel sonno
stanchi proprio
nell’ora del ritorno.

La mia favola

Ritrovo la mia favola
scalfita franta dal tempo

annodo i capi
raggomitolo il filo
e la favola continua
mentre l’attimo si ferma

una foglia di giunchiglia
sull’acqua reclina
risplende al sole

e il mio sguardo
mentre mi sfiori s’illumina
umido tra le ciglia.

A mio padre

Rivedo nell’ardesia dei tuoi occhi
- pure linee tratteggia la memoria -
l’esempio che dà luce ai miei pensieri

e se rimuovo il segno
di incrollabili divieti
docce scozzesi fiamme
sulla giovinezza scalpitante

ricerco nell’ardesia dei tuoi occhi
il senso di parole meditate
profumo che m’avvolge come seta.

Schegge di guerra

Segmenti d’infanzia
schegge di guerra… sirene
nell’arsura dei lacrimogeni
fragore di bombe
rombare di aerei
bruschi risvegli con groppi alla gola
sortite improvvise verso i rifugi
corse su esili gambe tremanti
… m’arresto impaurita
calore di braccia mi avvolge
odori di viveri
legumi in sacchi tra i letti
incubi atroci…
cado nel vuoto
l’eco risento nelle orecchie
d’un edificio squarciato
si sbarrano gli occhi
si rizza la pelle allo schianto…

Grazia Marzulli, Nella carezza del vento, sbocciano fiori, prefazione di Michele Miano, Guido Miano Editore, Milano 2023, pp. 96.

La silloge di Grazia Marzulli Nella carezza del vento, sbocciano fiori, unisce un florilegio dei volumi precedenti a testi inediti. Dotata di una vasta e approfondita cultura di matrice classica, la poetessa ci presenta il meglio della sua attività letteraria. Un verso strutturato il suo e non sempre di immediata e facile lettura proprio perché attinge dal mondo classico. La sua è una poesia caratterizzata da un’acuta sensibilità e che lascia emergere la forza e l’intensità delle sue emozioni; componimenti sempre sorretti da un equilibrio strutturale e dalla consapevole cadenza del ritmo. Passato e presente sembrano essere le coordinate più significative della sua ispirazione artistica. Si legga l’inedita Nostalgia dove la poetessa racchiude radici profonde con la ricerca di se stessa, del proprio pensiero e della propria personalità: «… Mi mancano con te le liete Muse / i miti e le leggende del passato / i giochi a nascondino con il tempo, / il rincorrere anelanti l’avvenire / e il divertente muoversi a ritroso, / fingersi adolescenti / compagni di banco / di attese di sogni di avventure. // Ma è tardi ormai. / La vita guarda avanti».

Ella trae dalla viva realtà del vissuto gran parte della sua ultima opera, ma non disdegna le istanze del pensiero, una profonda meditazione sugli eventi e sui fatti umani. Severa con se stessa, Grazia Marzulli infonde nel verso i segni della spiritualità con un amore che può sposarsi soltanto con la gioia della mente e del cuore; giunge sempre a felici soluzioni di stile e di composizione proprio in virtù dell’impegno con cui persegue l’immagine e la metafora. Poesia dai toni a volte didascalici come monito alle nuove generazioni. Al riguardo è esemplare la lirica La coerenza dove la poetessa denuncia i limiti della società moderna ipertecnologica, dove spesso gli opportunisti di turno, privi di valori etici morali, sono pronti a cambiare “bandiera” al soffiare del vento: «Pare che la coerenza oggi / non sia più di moda / – se pur di moda per lei / si possa parlare – // Dello scrigno si è persa la chiave. //…// E nel diffuso bla-bla da Babele / nell’aria s’agita una gran confusione. / Vuoti a perdere le alte questioni. // Ma c’è sempre la speranza / a fare capolino dietro l’angolo». Una poesia che rivela una sfiducia nel presente, nella società odierna, nel dominio tecnologico, simbolo di annullamento della libertà individuale. Di solitudine non si parla mai esplicitamente in queste liriche come condizione esistenziale preradicata, ma come di un risultato indotto, conseguenza inevitabile di una società, quella moderna, che ha perduto il significato della gerarchia dei valori e il loro riscontro nella vita quotidiana. Ma la speranza risulta essere per la nostra poetessa una valida scialuppa di salvataggio: «…Sempre dimori nell’animo / di chi, pronto al richiamo, / porge ascolto, dona conforto / e infonde fiducia nel buon Dio. // Speranza, tu che affiori dal dolore / e ti nutri d’amore / diffondi la magia di quell’amore / che invoglia a sperare» (La speranza).

Michele Miano