Il sogno di Abramo

foto di Luca Didoni

foto di Luca Didoni

MATTEO ALDO MARIA ROSSI

Restate alle vostre dimore
- roveti non bruciano
ancora, non si alzano croci sul Golgota,
le vesti ricoprono intatte
l’onore del Sacro Sinedrio, lo scandalo
ancora riposa
nei cuori di nomadi, ancora le pietre
non recano leggi -.
Restate alle vostre dimore,
finché siete in tempo
- le labbra dei mari nemici,
non si aprono ancora al passaggio
dei popoli eletti, le diaspore
covano ancora
- impensabili -
il loro sorriso
di un blu insopportabile, un rosso
malevolo di orme e Passaggi. Ancora
non si aprono bianchi
deserti
- le vostre catene -,
le grida e le schiene dei figli
di genti dannate
- Vi ho scelto,
per tutta la Storia, Vi ho scelto -.
Lasciate che Abramo si perda,
passato il crinale sfinito
degli anni concessi ai suoi lombi asciugati.
Lasciatelo andare, lasciatelo:
il tempo che deve
trascorrere è breve. Restate
fedeli alla terra ed agli Idoli.
In cambio, il delirio di un vecchio
non vi offre che l’odio del mondo.
Restate alle vostre famiglie
- pastori e poeti -.
Bagnate l’orgoglio dei vostri talenti,
nell’acqua
nel fango
nell’olio
che adesso
- da sempre -
profumano il sonno dei padri
- pietose, le madri assecondano
i sogni dei figli -.
Lasciate che Abramo si perda,
lasciatelo.
Altrove,
qualcuno,
conoscerà per voi le vie del mondo.