Erano i miei antenati

Armenian Poetry

SERKAN ENGIN

Barbaro e la sig.ra Daisy

sì, hai ragione signorina Daisy, sono arrivati
con vento vorticoso della Cupidigia, brutalmente
hanno massacrato tutte le lettere innocenti
scritte sul muro della Grazia, anche bambini
bruciandoli vivi, prima che molti di loro
potessero avere un giocattolo nella vita breve
con un’ultima sequenza intollerabile

sì, hai ragione signorina Daisy, erano
mandrie di iene implacabili nate da
Razzismo, il più grande male di tutti i tempi,
i versi sanguinari del Corano
scritti sull’impugnatura
delle loro spade ricurve
li nutrivano di violenza
promettendo loro il paradiso
mentre uccidevano più “eretici”

servi di spalline militari
senza rimorso
erano schiavi selvaggi
della loro stessa Cupidigia
sbavando

sì, hai ragione signorina Daisy, hanno
violentato ragazzine e donne con ferocia
senza badare alle urla stridule
che laceravano il volto imbarazzato del cielo
versi orribili degli inguini
e il permesso delle spalline come magnaccia
sugli abiti ignobili
senza pietà

schiavi selvaggi
della loro stessa Cupidigia
sbavando
erano servi di spalline militari
senza rimorso

e purtroppo
erano i miei antenati
vergogna dell’umanità
le peggiori orde di predatori della storia

ora è difficile cancellare quel soprannome “Barbaro”
scritto sulla mia fronte prima che nascessi
è difficile cambiare la nomea di selvaggio
anche se sono un uomo che dà zucchero da mangiare
alle formiche di casa
è difficile spiegare che non ho mai ferito
neppure un’ala di passero
lo so signorina Daisy, è difficile presentarmi
ai tuoi genitori
come l’uomo col quale vuoi vivere
all’infinito
(June 2014)

Da Armenian Poetry Project 
Dedicato a Anahit Manukyan, il mio migliore lettore in Armenia. Dedicato a tutte le vittime del genocidio armeno, del genocidio assiro, del genocidio nestoriano, del genocidio caldeo, del genocidio dei greci del Ponto perpetrati dai miei antenati turchi. Dedicato a tutte le vittime dei genocidi della storia in Ruanda, Bosnia, Cambogia, Darfur, dell’Olocausto e altri.

***

Amami in tutte le lingue

Amami in tutte le lingue del mondo
Ma
Facciamo l’amore in Laz (1)
Lasciamo che l’onda delle lingue danzi l’horon (2)
Nelle montagne rocciose del nostro corpo
Amami in tutte le lingue del mondo
Ma
Guardiamoci a vicenda in curdo
Lasciamo che i falchi che hanno ali orientali
Volino dai nostri occhi
Fino alle montagne viola dell’amore
Amami in tutte le lingue del mondo
Ma
Scrivi il mio cuore in turco.

(1) Lingua parlata dalla popolazione Laz sulla riva sudorientale del Mar Nero.
(2) Gruppo di danze popolari in cerchio originarie dalla regione della Turchia che si affaccia sul Mar Nero.

Serkan Engin in Margutte:
Poesia immaginista socialista e realtà artistica