L’acero della Achmatova

LAURA FO (a cura)

Immagine
(…E testimone d’ogni cosa al mondo
Al tramonto ed all’alba
Nella stanza guardava il vecchio acero
E, prevedendo il nostro distacco,
Quasi chiedesse aiuto, mi tendeva,
la nera mano rinsecchita.)

***

Picchia col pugnetto, e aprirò
(trad Colucci)

Io a te ho aperto sempre.
Ora sono di là d’alti monti.
Di deserti, di venti e calure,
ma mai ti tradirò.
Non ho sentito il tuo lamento,
non m’hai chiesto del pane.
Portami un ramo d’acero
o verdi erbette soltanto,
come l’estate scorsa mi portasti.
Portami un sorso della nostra paura,
fredda acqua della Nevà,
e sulla tua testina color d’oro
laverò i segni del sangue.

Anna Achmatova

L’acero si vedeva dalla finestra della sua casa, lei spesso ne parla nei suoi versi. La seconda poesia si riferisce a un bambino, vicino di casa che non sopravvisse all’assedio di Leningrado.

(Opere a collage di Laura Fo)

La scatola magica - I teatrini di Laura Fo