AA. VV.
IL CIELO
Un lungo istante di pausa, sospesa dentro l’autobus che arranca, e si ferma.
Schiacciata contro il vetro, a fissare un angolo di cielo.
Domenica fissando
il cielo e vorrei starmene fuori dalla mia storia.
Riposare, dalla mia vita.
Dispersa. Per un po’, solo per un po’
Come sepolta, sotto chili di nulla, in una tomba di luce,
[oltre gli oggetti e i sentimenti
Oltre i cancelli del tempo.
Oltre il pensiero.
Dentro qualcosa che non so.
Più grande di me.
Kikai
***
ALI
Ho una poesia sulla lingua
Il petto batte
Ma non trovo le ali
Guardo in un altrove
perché qui il presente
è annebbiato
– Ti chiedo il sale
della tua presenza
Quell’eterno stare
che produce tutti i mutamenti
Folle! Folle è l’uomo che tesse
la sua più grande virtù
Un ponte di salvezza
Un filo instabile di luce e precipizio
Ma datemi le ali
perché tremo…
Forse basterebbe anche
un solo abbraccio uno sguardo
Una mano sul cuore
Il tuo sorriso tutto.
Angela Lombardozzi
***
Trattiene il cielo,
immenso,
un respiro affannato,
nella notte ossidiana
senza luna
e corre il desiderio,
si spande ad altri mondi,
lontano,
dove spaziano i ricordi.
Tommaso Meldolesi
***
LA TERZA GUERRA MONDIALE
Siamo liberi solo
di immaginarcela la libertà
nemmeno più nostra
nemmeno più ali.
Siamo liberi di riconoscere
ogni sera il numero civico di casa
di accampare il diritto al pasto caldo.
Liberi di prendere qualcosa tra le mani
prolungando nelle ossa malconce
il gioco nevrotico delle sinapsi.
Di fronte a luci sempre più affiocate
fioccano i silenzi:
liberi di abituarsi a se stessi
di abiurare il sogno bambino dello scontento.
Fabio Sebastiani
Pietro Pàncamo (a cura di), Senza tema! Poesie coraggiosamente atematiche, Edizioni Simple, Macerata, 2022.
DALLA PREFAZIONE DI PIETRO PÀNCAMO:
«Secondo il critico e storico della musica Massimo Mila, il sentimento predominante, nei brani di Mozart, è una sorta di benefico sorriso fra le lacrime. Io credo di poter dire lo stesso per i versi della brava Kikai.
[…] Le liriche di Angela Lombardozzi s’improntano invece ad un serrato flusso di coscienza, magistralmente concepito per rispecchiare la concitata e penosa assenza di senso, dalla quale l’esistenza quotidiana di noi uomini è ahimè afflitta.
[…] E se le poesie di Tommaso Meldolesi prendono le mosse da una tenera o meglio sognante rassegnazione che, pur attraversata sempre da una favilla di speranza, piega spesso il ginocchio dinanzi alle (s)torture dell’esistenza, Fabio Sebastiani, in una continua e ica(u)stica dissolvenza incrociata d’immagini che sfumano rapide l’una nell’altra, ci svela impietoso le piccole miserie del grigiore quotidiano, presentandole come un rito scaramantico a cui noi esseri umani, in nome di una vita completamente ottusa e quindi molto più comoda, ci siamo autoaddestrati e autoaddomesticati con tenacia imperterrita».
Pietro Pàncamo è un editor professionista, nato nel 1972.
È autore del volumetto di versi Manto di vita (LietoColle) e figura nell’antologia Poetando (Aliberti), curata da Maurizio Costanzo.
Ha collaborato con “Il sabato del racconto”, rubrica settimanale dell’edizione parmense de «la Repubblica».
La radio nazionale della Svizzera italiana gli ha dedicato una puntata del programma Poemondo, mentre sue liriche, novelle o recensioni sono apparse, nel tempo, su quotidiani e riviste come il «Corriere della Sera», «Il Fatto Quotidiano», «Gradiva», «La poesia e lo spirito», «Nazione Indiana», «Poesia» (Crocetti editore), «Poetarum Silva», «Vibrisse» e il blog «Poesia» della Rai.