È morto Michael Rothenberg, fondatore dei 100 Thousand Poets for Change

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ROBERTO MALINI

La notte del 21 novembre 2022 è morto in Florida Michael Rothenberg, fondatore insieme alla moglie Terri Carrion del movimento internazionale di poesia e civiltà 100 Thousand Poets for Change. Per me e Dario Picciau, Michael era un fratello, con cui abbiamo condiviso tante iniziative di poesia e civiltà. Ho tradotto e pubblicato per primo, nel nostro paese, una scelta di versi di Michael Rothenberg; per primo ho recitato alcune sue poesie in una performance. Era un autore formidabile, originale, onesto, coraggioso. A mio avviso, uno dei più veri e intensi poeti del nostro tempo. Michael era anche un artista completo; ha realizzato una serie di disegni che rappresentano con rara sensibilità le contraddizioni dell’umanità del nostro tempo, sospesa fra ambizioni di conquista universale e pericoli di autodistruzione. Dopo alcuni anni di amicizia vissuta attraverso i social, Dario e io abbiamo incontrato Michael e la moglie Terri a Milano, davanti al Memoriale della Shoah presso il famigerato Binario 21, da dove partivano le deportazioni di ebrei. Michael era ebreo e lo si percepisce sia nella sua poesia che nella sua grafica, nelle quali è evidente tanto il senso di appartenenza a un popolo dalle tradizioni antiche quanto la memoria onnipresente di tante persecuzioni subite, il dolore della perdita insanabile. Dopo la nostra visita al Memoriale, Michael mi ha confidato queste parole: «La Shoah ha causato alla mia famiglia e al mio popolo ferite e orrori che non sono ancora guariti ed è per me straziante ripercorrere le orme dei miei fratelli che venivano condotti verso la morte. Pensavo che non avrei mai avuto la forza di entrare in un luogo come questo e invece finalmente l’ho fatto e non lo dimenticherò mai». Nello stesso giorno Michael e Terri hanno partecipato al reading dei 100 Thousand Poets for Change presso il Consolato generale dell’Ecuador a Milano. Un evento che abbiamo organizzato per presentare gli ideali e gli obiettivi del movimento a cui Michael e Terri hanno dedicato le loro vite. Hanno partecipato alla lettura poeti di grandissimo valore; sono convinto che ben di rado si sia svolto in qualsiasi parte del mondo, un reading poetico tanto potente, vivo, indimenticabile. Ricordo quelle ore passate con il mio amico poeta americano con commozione e amore. Adesso Michael è morto e a noi che l’abbiamo amato sembra impossibile dirlo, scriverlo e anche semplicemente accettarlo. Ci è di conforto sapere che il ricordo della sua sensibilità, del suo genio, della sua umanità rimarranno vivi in noi per sempre. E ci è di sollievo credere che la morte non annienta, ma trasforma chi viva al di sopra dell’egoismo e della vanagloria, per regalare un fiato di speranza al mondo.

Qui un’intervista di Margutte a Michael Rothenberg e Terry Carrión.

Nella foto di Steed Gamero sono con Michael al Memoriale della Shoah di Milano

Nella foto di Steed Gamero l’autore è con Michael al Memoriale della Shoah di Milano