Ho un nome

homeless

MARIANO CIARLETTA

Non ti spaventa il freddo di dicembre
nonostante quella coperta non sia abbastanza
troppo corta per strade e ferite d’indifferenza.
Se è vero che Roma è grande, tu ne conosci le vie
che ho immaginato percorse dalle tue scarpe malconce.
Quella sera ci siamo incontrati per caso, sotto un’umidità irreale
Pochi spiccioli presi alla rinfusa – non li volevi.
Ti ho aperto la mano e i tuoi occhi si sono fatti luce
di un azzurro a cui oggi domando ancora comprensione.
Hai preso quel poco mostrandomi che non avevi fame di cibo,
ma fame d’ascolto, fame di nome
un nome che non ho mai saputo.

ritratto

Mariano Ciarletta è dottore in gestione e conservazione del patrimonio archivistico e librario, titolo conseguito all’università degli studi di Salerno con due tesi in storia medievale. Durante il periodo universitario pubblica 3 racconti noir e la sua prima silloge: la foresta delle rose scarlatte. Successivamente vedono la luce la seguenti raccolte: tra miti e silenzi, iridi e come radice, sillogi caratterizzate da una forte analisi interiore. Nel 2018 esce la sua ultima raccolta di poesie con la casa editrice la vita felice dal titolo: il vento torna sempre. Autore di poesie edite su diverse riviste quali: fiorisce un cenacolo, postillare, l’altrove appunti di poesie e Poetarum Silva, Mariano Ciarletta sfocia, nei suoi scritti, in una poesia che si dirama tra il personale e il sociale toccando temi come la lotta al bullismo, la presa di coscienza di se stessi nel mondo e la difesa dei più deboli ed emarginati che per caso si trovano sul cammino dell’autore e con i quali, lui stesso, inizia rapporti di amicizia, fratellanza e condivisione reciproca.

(L’immagine  homeless  è tratta dal sito pixabay, dedicato alle immagini gratuite e senza copyright)