Una vittima a Gaza, cinque poesie di Germain Droogenbroodt

Nadia Martynenko, Ucraina

Nadia Martynenko, Ucraina

GERMAIN DROOGENBROODT

RICONOSCIMENTO

Impilati sullo scrittoio stanno i libri
multicolori, grandi e piccoli, sottili e spessi,
poesia da tutto il mondo.
Quiete le parole stanno in attesa
di essere riconosciute, accettate,
distinte e diverse,
libere di essere sé stesse.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE

I fiumi straripano dagli argini,
le case sono demolite,
le auto spazzate via
dalle acque impetuose:
l’uomo ha sconvolto la natura.
Invano
la saggezza fa la sua comparsa.
Un chip, impiantato nel cervello,
offrirebbe più saggezza
o ancora più cecità e indottrinamento?

SMARTPHONE

Nella sala d’attesa
siedono un gran numero di viaggiatori.
Con una sola, notevole eccezione
sono tutti occupati
con una piccola cosa chiamata smartphone,
che li affascina continuamente.
Con due pollici contemporaneamente
scrivono le loro storie,
significative o meno,
e le inviano al mondo.
Solo una persona non scrive, ma legge,
legge un libro.
Non ha forse nulla da dire?

PIETRIFICATO

Nella piazza della città,
la statua
di un eroe di guerra.
Guarda avanti
come se guardasse al futuro
cercando un tempo senza guerre,
un tempo di pace mondiale
—
 ma i suoi occhi sono pietrificati.

(Traduzione Iuliana Pasca)

*

UNA VITTIMA

-Gaza-

Non ancora chiusi
ma spalancati
e pieni di orrore,
gli occhi

le labbra corrugate
perché non c’era tempo
per dirsi addio,
per un’ultima preghiera.

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Immagine di Nadia Martynenko, Ucraina

(A cura di Silvia Pio)