Lein Werrit

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Daniel Lavrano e la poesia.

Partirò

Partirò
verso crismi e cataclismi eccezionali

Guarderò negli occhi il sole
e mi farò abbracciare come un figlio

Cercherò l’amore sotto ogni pietra
e una volta trovato
costruirò una montagna di benevolenza

Distruggerò il dubbio
frantumando atomi
creando energie nuove

Accarezzerò volti tenui
sferzando occhi
germogliando sogni

Riacalibrerò menti ingenue
ripopolando innocenze
fiammeggiando firmamenti

Ascolterò il silenzio
emozione sonora Diosiniaca
privata della fanatica gloria

Annullerò pregiudizi
giudizi neri e bianchi
coscienza ultima

Volerò ovunque
come un tenue raggio
dolce come un petalo di rosa
immagine irripetibile
mischiata a un candido sopruso
d’un respiro rubato
ed il tuo sapore
come dote di scambio

avvenuta maestà

paradisiaco essere

***

Sunto del tutto

L’eternità non ha parola,
è comunione.
È amore senza promesse,
senza sguardi languidi o effusioni fameliche,
ma presenza perenne.
E la vita è come il Sole,
ad ogni alba nasce
e in ogni maledetto tramonto decade.
O come la Luna,
focolare di speranza tra lumi defunti e dispersi,
nell’epopea stillante
dell’opuscolo universale.

***

Non fa parte di noi

Non fa parte di me
questo germe

Non fa parte di me
codesto lesto pensiero molesto
che si staglia come un buco nero
nel centro più luminoso
della mia galassia

Non fa parte di me
questa becera cultura da orso
di chi si dibatte il petto
con voga e vigore
per vincere spazi sconclusionati
dove poter morire
della propria solitudine d’oro

Non fa parte di me
questo odore di morto
questa voglia di niente
che punta il dito contro il sole
e arde d’invidia
non appena cala la notte

Non fa parte di me
questa parte di mondo
che gira su se stessa
e nega ogni altra orbita
e con occhi tremanti trattiene oceani
e distrugge tutti quanti incontra
e non giova d’alcun amore o scontro

No
No non fa parte di me
ed io
non faccio parte di voi
poiché se fosse vero che fossimo uguali
se fosse vero
che provenissimo
dal medesimo grembo
ora io
non sarei io
voi
non sareste voi
e noi
potremmo esser noi
senza stratagemmi
senza lodi o finzioni
senza tutto
senza perché
ne prigioni del dubbio
ma morendo senza
dover dipingere utopie
o leggere
poesia

Arcobaleno

Aneddoto

Ehi amico sono un fantasma
fantasma
fantasma
fantasma
ma va bene così mi dico
va bene così
sono un’artista
non posso essere al posto di chi descrivo o traggo spunto
spunto
spunto
spunto
e dire che a me
dell’ arte
non è mai fregato niente
niente
niente
niente
ed ora
beh ora
ora non è cambiato niente
ma creo creo creo
e sopra il labbro ho un neo neo neo
ma porto la barba lunga e nessuno lo vede
nessuno sa che c’ è
ehi ehi ehi
dovrei avvisarli che ho un neo sopra il labbro?
Noto a malincuore
che loro se lo dipingono per benino pur di averlo
averlo
averlo
averlo
io comunque continuo per la mia strada e non vado oltre
poiché statico
con il pensiero
ho creato nuove orbite
ed ora andrò
dolce in fundus
andrò
a svelarti l’aneddoto
degli aneddoti mai prima così ben descritti
e non è niente e non è tutto
e forse forse è niente e forse forse è tutto
e poi mi dirai
che ne pensavi del mondo prima di tutto questo
me lo dirai
oh se me lo dirai
aiaiaiaiaaai
ma ti prego
di ascoltarmi solo un’ ultimo secondo
e di tener ben in conto
ogni pregiudizio
ogni colore
pateticità
divinità
confine e sesso
perché da questo esatto istante la materia non esiste più
e noi siamo soltanto parole e stratagemmi nell’ aria rarefatta dell’ universo
che ricerca nella soggettività
il fulcro vitale dell’ espansione cosmica

***

Premonizione

Hai visto l’ alba?
Hai visto come era bella?
Oh non dirmi che hai spento la sigaretta sul più bello!
Io ti ho visto sai?
Vedo l’ umanità intera, e la sento
dentro
dentro
dentro
e non riesco a farla
uscire
uscire
uscire
ma piuttosto dimmi
diresti mai che sia un ragazzo normale?
Con sguardo rassicurante?
ahahahhaha
Lo diresti mai?
No
seriamente
ma hai visto l’ alba ieri?
Hai visto come era bella?
Sul giornale però
c’ era scritto che la città era in fiamme
e allora mi guardai intorno
e allora
iniziai ad urlare
e allora
tutti si alzarono in coro arruffati
li avevo distolti dalla propria pennichella
cosi
gli feci leggere il giornale
e tutti
ma dico
proprio tutti
iniziarono ad urlare e incendiare
ad urlare e incendiare
urlare e incendiare
Ogni povero povero giornale
Ogni povero povero povero giornale
della fottuta città

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Biografia.
Daniel Lavrano, in arte Lein Werrit, è nato il 5 maggio del 1991 a Borgomanero (NO).
È autore di numerose opere poetiche e pittoriche.
Il suo lavoro si concentra sulla spiritualità, l’alchimia e l’introspezione.

https://twitter.com/lein_Werrit

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