LORENZO BARBERIS.
Inizia un nuovo mens ianuarius, il primo mese dell’anno, consacrato dagli antichi romani a Giano Bifronte, dio degli Inizi.
In verità, se l’anno si chiude a Dicembre, il “decimo mese”, inizia per forza col terzo, Marzo, sacro a Marte, quando l’anno inizia davvero con il disgelo e l’avvio dell’attività bellica.
Ma al tempo stesso Giano è il vero inizio, preparatorio come tutti gli avvii, mentre a Febbraio si tengono i Februa, i fuochi dei riti propiziatori (e oggi comunque rischiamo la febbre di qualche influenza stagionale).
Dio iniziale del culto latino, autonomo dagli dei greci, inizialmente questo dio bicefalo è la divinità principale, Padre degli Dei e Dio degli Dei.
Nella connessione al mito greco, fonda una città sul Gianicolo, colle di Roma che da lui prende nome, e accoglie qui Saturno cacciato dal figlio Giove. Proprio Saturno ovvero Chronos, il padre degli dei greci e dio del tempo, gli dona la vista sul Passato e sul Futuro, le due teste con cui è raffigurato.
In qualche modo, questo lo connette con altre divinità non bicefala, ma tricefala come Ecate, la dea simbolo del Ciclo Lunare, che nelle sue tre teste, Giovane, Matura e Vecchia, simboleggia i due Tempi, Passato e Futuro, col loro spartiacque, il Presente.
In generale la Policefalia si associa da sempre, nel mito greco-romano ma anche in quello induista accomunato dalla condivisa origine Indoeuropea, al concetto di onniveggenza, secondo l’idea di profezia tipica dell’antichità: Profeta non è solo chi vede con chiarezza il Futuro, ma anche con uguale precisione il Passato.
I mostri policefali condividono probabilmente lo stesso concetto in età precedente, di venerazione di divinità pre-antropomorfe. Cerbero, il cane triteste, sta probabilmente poco prima della matriarcale Ecate, di cui a volte le teste sono canine, essendo i cani naturali veneratori della Luna.
E prima ancora, l’Idra e le sue molteplici incarnazioni, le antiche ostili divinità serpentine poi demonizzate dal mito classico e ancor più dal mito cristiano, dove il Drago dalle Sette Teste diviene, dall’Apocalisse in poi, simbolo del Diavolo e delle sue caotiche legioni.
Demonizzando, la policefalia diviene tratto negativa, non onniveggenza ma caoticità di visione. Anche Lucifero, scimmia di Dio, presenta in molte figurazioni (inferno dantesco incluso) la triplice testa già di Cerbero ed Ecate. In questo sovrano infero, in qualche modo, la triplice testa probabilmente rimanda a una certa – sia pur offuscata – onniscienza, condivisa dai demoni che vedono confusamente il passato e il futuro (rivelando solo quanto loro viene comodo, ovviamente).
E a questi mostruosi draghi infernali rimanda però anche l’Aquila Bicipite, simbolo dell’Impero introdotto per la prima volta da Costantino, che dopo aver cristianizzato l’Impero romano, l’ACUIL – LUCIA caro a Dante, lo scinde in due, Oriente e Occidente, prediligendo il primo, con la fondazione della Nuova Roma di Costantinopoli, e dannando il secondo.
Ma la bicefalia resta simbolo anche del doppio potere, la Spada e la Croce, Potere Militare e Potere Religiosa, e anche certo in parte della doppia vista iniziatica, il Passato e il Futuro, i due aspetti che garantiscono il dominio di un impero.
E probabilmente, nell’alchimia simbolica, analogo valore ha il Rebis (Res-Bis, cosa doppia) l’Androgino o Hermafrodito, che è caratterizzato dalla doppia testa di Uomo e di Donna, risultato della fusione degli opposti nella Pietra Filosofale.
La pietra dà infatti l’Oro, ma l’Oro Filosofico, che ha valore di sapienza. E la Sapienza è capacità di conoscenza del passato per prevedere il futuro.
Probabilmente, dunque, nell’Alchimia Simbolica il Rebis è appunto il Bifronte, gioco enigmistico nobilissimo che parte da AMOR – ROMA, noto già ai romani e che Dante rivestirà di alto significato nella fondazione degli ambivalenti Fedeli dell’Amor.
A saperlo leggere il Bifronte ci svela il destino oscuro delle parole, ci dice che Zeus finirà a Suez, Ares incontrerà la sua Sera, l’Italia si troverà Ai Lati e Isabella Alle Basi, e gli Aedi di Roma canteranno Amori di Dea.
Per questo anche l’anno inizia nel segno di Giano: per ricordarci che il futuro è terra incognita, ma dalla conoscenza del passato potrà giungere che ci potrà permettere di anticipare le evoluzioni future, e governarle. Almeno se saremo sufficientemente bravi nell’arte ermetica: cosa che, come noto, è praticamente impossibile.