Intervista con Louis Nero

locandina

NUMBER SIX

(Premessa. inizia con questa affascinante intervista a Louis Nero la collaborazione a “Margutte” di Number Six, amico di vecchia data, con cui avevo già avuto modo di collaborare  alla gloriosa “Wundergammer”, prima rivista online di critica autoriale del videogame attiva nel 2011-2012 e ormai ahimè defunta. In qualche modo, questa rubrica d’arte su “Margutte” continua quell’esperienza su altri temi e forme espressive. Sono quindi felice di dare il benvenuto a Number Six, nella speranza che questo sia il primo di molti dei suoi puntuali e brillanti interventi. Lorenzo Barberis)

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Louis Nero (Torino, 1976) è un regista torinese e nome di primissimo piano del Cinema Indipendente italiano; dopo il successo sul territorio nazionale dell’ultima produzione “Il Mistero di Dante”, uscito nelle sale il 14 febbraio 2014 e proiettato in occasione di importanti incontri culturali in numerose città italiane, approderà in Turchia ai primi di febbraio 2015.

Laureato al D.A.M.S. di Torino nel 1999, Louis Nero attualmente si cimenta nel conseguire la seconda laurea in Filosofia Teoretica; è Presidente della casa di produzione e distribuzione cinematografica “L’Altrofilm”, nonché membro permanente della Giuria del David di Donatello dal 2004.
Alla data odierna ha realizzato, prodotto e distribuito, oltre a numerosi corti, cinque lungometraggi: “Golem” (2001), “Pianosequenza” (2003), “Hans” (2004), “La Rabbia” (2007), “Rasputin” (2011).

Sito internet:
www.altrofilm.it

Facebook:
https://www.facebook.com/LouisNeroFilm;
https://www.facebook.com/laltrofilm

1) Ciao Louis, inizierei dalla fine, parlando del Tuo ultimo film, Il Mistero di Dante. Come è sorta l’idea di questo progetto? Quali ricerche hai dovuto svolgere durante la fase di preparazione?

Sono sempre stato affascinato da Dante Alighieri e dalla sua opera; per me non è stato soltanto un poeta, ma l’anello di una catena che ci ha collegato con un sapere lontano.
La mia ricerca mi ha portato ad osservare con attenzione all’opera di Dante, indagando il lato più nascosto, quello comunemente denominato esoterico. Questo aspetto consente alla mente di mettere da parte limiti e preconcetti e guardare a ciò di veramente importante.
Il film è dunque rivolto all’umanità e cerca di indagare e comprendere Dante e come sia riuscito a creare un capolavoro talmente grande da essere ancora in grado oggi di cambiare le menti di chi vi si accosta e spingere alla ricerca interiore.
Ogni mio film è prima di tutto una ricerca personale su un determinato personaggio. Soltanto dopo una lunga ricerca, l’idea per il film nasce spontaneamente, quasi la conclusione del percorso di ricerca stessa.

2) A Tuo avviso, cosa Dante “asconde sotto il velame dei versi strani”? Quale potrebbe essere il “Mistero” celato nell’opera?

Dante, in realtà, non nasconde nulla. Il limite non è dell’autore, ma in colui che legge. E’ compito del lettore confrontarsi con il linguaggio simbolico, il linguaggio destinato ad influenzare la parte della ragione o dello spirito umano presenti in ognuno, lasciandosi influenzare in senso positivo da questo.
Il viaggio di Dante parte dal profondo e passa attraverso una purificazione. Ogni viaggio di miglioramento dell’uomo parte dalla profondità dell’animo: si deve scendere per purificare i preconcetti acquisiti sino a quel momento, facendone tabula rasa. Solo così si potrà essere aperti e pronti a stupirsi ed emozionarsi per la verità.

3) Si pensa spesso a Dante ed all’Amore, in che misura ritieni sia presente nella sua opera? E nel Tuo film?

Dante, nelle sue opere, cantava l’Amore, inteso come simbolo superiore che congiunge gli esseri umani. Nel mio film ho cantato le gesta dell’uomo innamorato della ricerca della verità e non a caso è stata effettuata la scelta di San Valentino, festa dalle profonde radici anche nella ricerca spirituale, come data di uscita.

4) Si può dire dunque che il film nasce dalla volontà di raccontare Dante, ma anche da quella di aiutare le persone a vedere oltre le apparenze?

Il film è un percorso che viene fatto insieme agli spettatori: il lavoro svolto con concentrazione ed abnegazione porta un miglioramento non solo personale, ma di riflesso anche a coloro che stanno attorno ed al mondo circostante. Credo davvero che possa aprire alle persone, propense a stupirsi, un nuovo modo di vedere il mondo: vedere la vita come qualcosa di stupendo e vedere i problemi non come ostacoli, ma come un aiuto dall’alto che permette di aprire e cambiare la mente per diventare tutt’uno con il resto dell’umanità.

5) In che misura questa attitudine si riverbera sul modo di vivere la realtà cinematografica italiana, sul Tuo lavoro e sui film? In che direzione si muove attualmente la Tua ricerca?

Avevo affrontato l’argomento della situazione cinematografica italiana nel 2008 con “La Rabbia”, ma nel passare degli anni la situazione è la stessa. E’ però cambiato il mio punto di vista sulle difficoltà imposte dal sistema: non vedo le difficoltà come ostacoli, ma come un aiuto ed uno spunto per migliorare.

Nei miei film, a partire dal mio primo “Golem”, ho sempre cercato di far convivere i miei studi con la realizzazione del film stesso. L’Arte è la strada che percorro per la mia ricerca personale. Anni fa i miei studi spaziavano in più direzioni, mentre oggi sono più interessato all’approfondimento del lato simbolico ed esoterico degli aspetti della manifestazione, osservando con interesse il punto di vista di Guénon, Ibn’Arabi e Sankara.

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A questo punto ringraziamo Louis per la cortesia e la disponibilità, rimandando ai link sopra indicati per ulteriori approfondimenti!