La corte di neve

foto di Bruna Bonino

foto di Bruna Bonino

LILLY MANASSERO

Dio era buono. Dio era giusto. Faceva scendere la neve di notte perché potessero restare a casa da scuola di giorno. Dio era giusto allora, non gli si poteva muovere alcun rimprovero.

Andava il padre a dare la notizia. Spalancava la porta della camera da letto e rideva. Rideva come se il cuore gli esplodesse di gioia. Gioia pura, incontaminata come la neve fuori dalla finestra con i vetri ghiacciati. Era una gara a chi dei fratelli arrivava per primo in cucina: l’unica stanza riscaldata della casa.

Il padre in casa non c’era già più. Aveva da fare. Doveva spalare neve. Disegnava sentieri dietro casa, nel cortile, fin sulla strada. Mappe di sentieri scuri in netto contrasto con l’eccessivo biancore. Si poteva credere che non avrebbe mai smesso, che sarebbe rimasto là fuori per sempre a gelare in tutto quel freddo. La bambina cercava d’individuarlo in quella torta di neve gonfiata a dismisura nell’aia. Forse in un angolo remoto del cervello germogliava silenziosa la paura di perderlo, di perdersi senza lui a guidare il carro. L’anticipazione immateriale di un tempo futuro in cui Dio smette di essere buono e rapisce i padri per portarli in cielo.

Rimaneva sospeso per un attimo il cucchiaio poi si tuffava nel caffelatte a raccogliere pane molle, gonfio, pesante. Dopo i bambini potevano uscire, dopo potevano andare a slittare sulla neve con gli altri ragazzi della borgata. Bastava coprirsi, bastava stringere la sciarpa intorno ai colli magri e tirare giù il berretto di lana fin sopra gli orecchi. Affondavano nella neve fino ai ginocchi tra voli di passeri che falciavano il cielo d’un grigio slavato ai margini. Troppo veloce la discesa e faticosa la salita nel campo scosceso che d’estate era prato.

I rami del grande ciliegio sembravano secchi. Ci pendeva la corda dell’altalena. Il vento la sfiorava facendola dondolare piano, pianissimo. Non come quando suo fratello la spingeva e restava senza respiro e pensava: “Adesso la corda si spezza e mi ammazzo!

Faceva troppo freddo per qualsiasi volo che non fosse quello dei passeri. I bambini vocianti come piccoli puntini in movimento sulla cartina geografica di quel mondo così bianco da dover stringere gli occhi a fessura.

Fino dove era già arrivato il padre a furia di spalare? Si sarebbe fatto chiamare per tornare in casa per il pranzo. Sarebbe tornato stanco con il viso rosso e li avrebbe guardati dal suo posto a capotavola. Li avrebbe raccolti tutti in un unico sguardo: la madre, i figli. La polenta tagliata con il filo.

Un pettirosso, uno solo. A dire che quella notte forse nevicava di nuovo.

(Foto di Bruna Bonino)

L’uomo con il sacco del pane

Il nonno

Due poesie