Heligoland, Un’alba lunga un giorno

heligoland-oct-2010

PAOLO BESSE’, JOLANDA MOLETTA.

(qui la versione inglese)

Originari dell’Australia, gli Heligoland vivono e lavorano da anni a Parigi, nel cuore dell’Europa cosmopolita. Abbiamo incontrato il bassista, Steve Wheeler nel 2011 a San Francisco, in tour con Robin Guthrie e Brendan Perry.

Grazie a questo incontro abbiamo avuto modo di conoscere la musica degli Heligoland, intensa come un’alba di un giorno intero. Una voce, quella di Karen Vogt, splendida e ancestrale. Canzoni ipnotiche che intrattengono e catturano, aliene come paesaggi lunari eppure capaci di muovere le maree del cuore.

Che significato ha il nome Heligoland?

Karen: Heligoland è un posto reale. E’ un arcipelago al largo della costa tedesca, nel Mare del Nord. Sentivamo che la nostra musica aveva il dono di trasportare altrove gli ascoltatori. Il nome Heligoland si adattava perfettamente, ci sembrava un luogo così lontano quando eravamo in Australia.

Da dove traete l’ispirazione per i vostri lavori?

Karen: Ispirazione è vivere insieme e suonare. E’ qualcosa tra l’attesa e la ricerca. Più semplicemente ci si trova e si suona insieme: qualcosa viene sempre fuori.

Steve: Quando stiamo suonando insieme sono sempre ispirato dalle idee, dai suoni e dalle melodie proposte dagli altri membri della band. L’ispirazione musicale può arrivare da moltissime fonti differenti e sospetto che sia diversa per ognuno di noi. Per quanto mi riguarda, non ascolto molta musica quando non suono, perciò probabilmente trovo ispirazione altrove. Ho sempre letto molto, sono affascinato dalla storia e amo viaggiare, visitare nuovi luoghi, fare nuove esperienze e incontrare nuove persone. Anche se queste cose non sono molto musicali, sono sicuro che in qualche modo influenzino la mia creatività e diano una forma alle cose che faccio.

Dalla terra del Tempo del Sogno (il Dreamtime degli aborigeni australiani) all’Europa – Francia. per farla breve…

Karen: Cercando di riassumere, abbiamo lasciato l’Australia nel 2007 per stare in Europa 6 mesi. Speravamo di fare qualche concerto e registrare qualcosa durante la nostra permanenza. Dovevamo solo stare 6 mesi ma ci siamo innamorati dell’Europa così tanto che abbiamo deciso di restare. Niente poteva presagire che questo sarebbe accaduto, ma è il bello della vita non sapere che cosa succederà.

I vostri 2 ultimi Ep sono stati registrati in luoghi speciali e unici: potete raccontarci qualcosa a riguardo? Questi luoghi hanno influenzato in qualche modo la scrittura e la registrazione delle canzoni?

Karen: Volevamo provare un nuovo approccio nello scrivere ed era difficile trovarci tutti insieme allo stesso tempo e avere una qualche continuità compositiva a Parigi. Così siamo andati nella campagna francese e abbiamo dedicato una settimana a scrivere e registrare come una sorta di esperimento. Siamo molto soddisfatti del risultato, ovvero l’EP intitolato Bethmale. Così è stato anche per l’EP Sainte Anne, registrato in una location differente. Ha funzionato. E’ stato fantastico scoprire un nuovo luogo. Non ci sono stati contrattempi, così ci siamo potuti concentrare sulla musica. Stiamo pianificando di registrare un nuovo disco per la fine del 2013 in un’altra location in Francia.

Non so cosa influenzi precisamente la composizione. Forse il posto, non ne sono sicura. E’ uno di quei processi che semplicemente accadono. Ad ogni modo, personalmente ricordo che la stanza dove abbiamo registrato il primo EP era molto scura, sembrava che il suono venisse amplificato e mi sono sentita sprofondare dentro me stessa, isolata dalle influenze esterne. Il secondo posto dove abbiamo registrato era una grande stanza illuminata da finestre che guardavano sul fiume nei pressi di un giardino. Provo dei sentimenti così positivi e genuini, quando ascolto queste canzoni, sospetto che il luogo possa avermi influenzato moltissimo. Sono spesso sensibile nei riguardi di cose come queste e tendo ad assorbire e riflettere quello che ho intorno.

Heligoland, Bethmale1 Heligoland, Bethmale2

Steve: A volte è una buona idea cambiare quello che ci circonda, cambiare il modo in cui si fa musica, le proprie limitazioni, e uscire dal modo abituale di fare le cose per metttersi alla prova. Questi EP sono stati un tentativo in quella direzione. Abbiamo scelto un posto dove non eravamo mai stati, una strumentazione essenziale, abbiamo preparato la sala aspettando di vedere cosa sarebbe successo. Le locations dei due EP sono molto diverse, e sono sicuro che entrambe abbiano influenzato le canzoni in modo diverso. Il primo EP Bethmale è stato registrato in una bellissima location nel Sud-Ovest della Francia, un piccolo paesino circondato da boschi ai piedi delle montagne immerso nella natura. Il secondo EP Saint Anne è stato registrato nel sud-est della Francia in una zona rurale circondata da fattorie e campi. I due EP hanno dei mood differenti, Bethmale per me è molto introspettivo e riflessivo, mentre Sainte Anne è più aperto, ottimista e rivolto all’esterno. Sono sicuro che gli spazi e i luoghi in cui abbiamo lavorato abbiano a che fare con questo.

Heligoland, SaintAnne1 Heligoland, SaintAnne2

Avete dei progetti paralleli?

Karen: Mi piace lavorare con altre persone e ho partecipato a diversi altri progetti. Ho cantato in un brano del musicista australiano David Bridie, e anche per la band Season e ho inciso un disco con altri musicisti sotto il nome di Kurosawa. Di recente ho cantato per un musicista elettronico chiamato Robert Babicz, il suo album uscirà a fine Giugno. Mi piacerebbe lavorare con altre persone. Sono aperta alle collaborazioni e spero di farne di più – specialmente con artisti di musica elettronica.

Steve: Negli ultimi anni ho suonato il basso con il Robin Guthrie Trio. Abbiamo suonato in USA, Canada, Giappone, Turchia, Italia, Spagna, UK e visitato luoghi che non avrei mai pensato di vedere, ancor meno di suonarci. E’ stata un’esperienza fantastica. Ho anche lavorato a un progetto strumentale dal nome Emin Pasha con Dave, il chitarrista degli Heligoland. L’ EP di debutto uscirà molto presto e non sto più nella pelle. Ho fatto da poco alcuni concerti con una band francese chiamata à moi, è stata una bella esperienza condivisa, con musica e persone straordinarie. Sono sempre aperto a lavorare a progetti nuovi e spero di avere più opportunità di collaborare in futuro.

3 persone del passato e tre contemporanee con cui vi piacerebbe suonare o collaborare.

Karen: Ok, divertiamoci un pò. Del passato direi Robert Plant perchè sembra che faccia sempre delle cose interessanti quando collabora con altre persone. Robert Plant e Heligoland suona un pò fortuito, ma sono sicura sarebbe appassionante. Mi piacerebbe collaborare con Durutti Column e per ultimo direi Prince. Tra gli altri artiisti contemporanei penso sarebbe divertente e molto stimolante lavorare con The Field, Superpitcher e Popnoname.

Steve: Questa è una domanda difficile, perchè di alcuni artisti apprezzo molto la musica, ma non sono certo di poter condividere granché, di altri mi piace veramente molto il lavoro, e non ne cambierei una virgola. Detto ciò, mi piace molto l’idea e il processo di collaborazione, e sono aperto a collaborazioni con ogni sorta di artisti, a partire da una condivisione di vedute, un approccio interessante o un’idea entusiasmante. Alcuni artisti del passato: Michael Rother (Neu!), Wolfgang Voigt (Gas), John Martyn. Alcuni contemporanei: Markus Guentner, Stars Of The Lid, The Field.

Musica: perchè?

Karen: Mi piace il suono. Ti accende l’immaginazione, ti cambia l’umore. Ti riempie la mente. La mente reagisce al suono creando all’istante immagini e pensieri. Il corpo risponde e inizia un viaggio. Noi prendiamo questi strumenti, facciamo rumore, esprimiamo noi stessi e rispondiamo a quello che ci circonda. E’ così strano, eppure sembra così naturale comunicare in questo modo. Per il canto vale lo stesso discorso: semplicemente apri la bocca e lasci che accada. Non servono altri programmi, intenzioni, se non l’idea che sei proprio tu a produrre il suono. Ed é curioso il fatto che la tua voce é sempre diversa da quella che pensi di avere. La gente ascolta in modi diversi. E così ti conviene cantare, senza pensarci, lo fai e basta. A volte non ho la minima idea di quello che sto facendo. Solo quando la canzone é finita, registrata e mixata riesco veramente a sentirla. E anche in seguito la percezione cambia ad ogni nuovo ascolto. Questo é quello che mi fa amare la musica.

Steve: Ho sempre voluto fare musica, è qualcosa che risale alle prime esperienze, ai dischi che amavo ascoltare per ore, semplicemente perdendomi in essi. Mi piace suonare, lavorare sulle canzoni e registrare dischi. Lo sento come un modo molto naturale di esprimere me stesso e comunicare. Ogni volta che suono mi sento travolgere dalla musica, ed é qualcosa di cui non mi stancherò mai.

“We’ll find our place / We’ll know it / We’re trying to warm our faces / We’ll find our place / We’re working out our way” (July 14, Bethmale) …Avete trovato il vostro posto o state ancora cercando?

Karen: Forse l’ho trovato. Forse non esiste. Forse non stavo cercando nulla di particolare. Posso avere parlato di speranza, felicità, sicurezza, comprensione, fiducia, intuizione, equilibrio, di trovare un buon posto per stare seduti al sole, la giusta dose di zucchero da mettere nel mio caffè, trovare un buon ritmo di vita. In tutto e per tutto! A volte non capisco completamente i miei testi, ma il significato cambia continuamente per me. L’ambiguità lascia spazio a qualsiasi tipo di interpretazione e c’è spazio per l’ascoltatore di sentire se stesso.

Heligoland Sito Ufficiale:

http://heligoland.org/

Jolanda Moletta e Paolo Bessé

“Nearness” Heligoland from French Kiss production on Vimeo.

Saint Anne

Bethmale