Alberto Rizzi: la poesia è il miglior mezzo esplorativo

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Brevi cenni biografici.     
Sono nato ad Arco di Trento nel 1956, ma vivo da sempre in Provincia di Rovigo; ho iniziato a praticare la pittura astratta dalla prima metà degli Anni ’70, allargando il mio interesse man mano anche ad altre attività creative (info  www.seautos.it ). Dal 1989 la scrittura poetica è divenuta il mio principale lavoro, dato che mi ci sono impegnato a livello professionale.

Sono 25 le raccolte pubblicate da allora (4 delle quali tramite editori indipendenti, le altre realizzate come samizdat), 23 le antologie nelle quali appaio: l’ultima uscita nel 2013 per le Edizioni Ricciardi di Quarto (NA). Curo inoltre la raccolta di quanto scritto, sotto forma di “opera omnia” con 3 volumi finora usciti, comprendenti due raccolte ciascuno; è però un progetto rivolto quasi interamente all’estero, visto l’indifferenza in Italia per chi si muove fuori dal mercato.

Ho smesso di contare le riviste e le fanzine che mi hanno ospitato, qui e all’estero; una presenza che si è parecchio diradata al crescere dell’importanza delle riviste in rete: non sono mai riuscito a trovare un sistema per rendere via web l’impaginazione dei miei versi, come capirete dalle liriche che vi allego.

Sempre disposto a partecipare a letture, presentazioni, ecc., sono questi eventi abbastanza rari, come pure le interviste: è facilmente comprensibile, come accennavo appena sopra, che chi sta alla larga dal sistema autoreferenziale e mercantile tipico dell’Italia, fatichi non poco a trovare di queste occasioni. Senza contare come a volte il problema delle distanze non sia di facile soluzione.

Volendo fare qualche nome, le ultime raccolte poetiche (autopubblicate sotto il marchio “Seautòs”) sono: À la carte (2011) e Monstra che dovrebbe uscire fra un paio di settimane; l’ultima antologia è stata, lo scorso anno, In forma di scritture delle Edizioni Ricciardi di Quarto (NA). Quanto alle presenze su riviste cartacee le testate più prestigiose, in Italia, sono state “La Clessidra”, “Risvolti” e “Poesia”.

Quando e come si è avvicinato alla poesia?
All’inizio pensavo di affiancare l’attività poetica a quella di astrattista, immaginando che le poesie potessero “trainare” i quadri. A poco a poco quest’ambito mi ha attirato sempre più, fino a diventare quello principale; stante anche il favorevole rapporto (rispetto alla pittura) costi/risultati: indubbiamente il foglio scritto raggiunge molte più persone di un quadro esibito occasionalmente in una mostra; e a costi minori. Così, dal 1989, la poesia prese il sopravvento (dopo il periodo passato nell’Arte Postale, 1989-1997) su ogni altro ambito artistico.

Contrariamente alla norma, le mie radici poetiche non le trovai nella letteratura, ma studiando i parolieri inglesi e americani degli Anni Settanta: metto ai primi posti Morrison, Dylan, Cohen, Hammill, Anderson, Gabriel. Solo in un secondo tempo “recuperai” scrittori italiani, a cominciare da Luzi e Zanzotto. Non so dire, però, quanto questi influssi siano rimasti, nella mia attuale scrittura.

Cos’è la poesia per lei ?
È il miglior mezzo esplorativo a nostra disposizione in assoluto. Se all’inizio era il Verbo (e dunque noi siamo, in qualche modo, “fatti di Verbo”), la poesia, con tutti i limiti legati al fatto di essere anch’essa un qualcosa di materiale, è ancora Verbo.
Una volta compreso ciò e aperta questa porta, in teoria qualsiasi investigazione diventa possibile.
Poesie di Alberto Rizzi