The Twilight Zone- Frank

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LAURA BLENGINO
(Ultimamente sto vedendo il telefilm “The twilight zone” del 1959. E ho pensato di scrivere un racconto che assomigliasse.)

Stava seduto alla sua scrivania. Era impiegato commerciale con l’estero.
Frank sapeva benissimo che stava scrivendo una lettera inglese, alla ditta produttrice a Los Angeles, per ordinare 100 pezzi.
Il telefono squillò. Stava per rispondere, quando…
Continuava a ripeterselo come un ritornello.
Impiegato commerciale. Impiegato commerciale. Impiegato commerciale.
Ormai non era più convinto di niente.

Frank il medico.
Aveva il camice blu e i guanti asettici bianchi. In mano teneva un bisturi.
E sotto a lui, disteso un corpo addormentato. Non sapeva cosa doveva fare.
Si sentì urlare -Dottore, suturi! Presto!
La sua mano tremava. Era terrorizzato. Cosa doveva fare? E da quando lui era Dottore? Era impiegato commerciale.
Lasciò cadere lo strumento metallico e corse via spaventato. Tra i labirintici corridoi era come un topo in trappola.

Frank l’impiegato.
Rispose al telefono.
-Yes. The way of payment is check. Within 3 months.
Tornò alla sua lettera. Batteva freneticamente i tasti del pc.
Credeva di aver fatto uno strano sogno. Ma non se lo ricordava.
All’improvviso il direttore lo chiamò. Si alzò e…

Frank il medico.
Stava controllando un paziente con la gamba rotta.
-Steccatelo e deve restare fermo per 2 mesi- ordinò agli infermieri.
Da quando sapeva cosa doveva fare?
C’era qualcosa di strano, molto strano, in tutto questo.
Cosa era lui? Medico o impiegato? Non lo sapeva più.

Un bimbo per strada. Si era chinato. Aveva perso la sua monetina preferita. Cosa sarebbe uscito: testa o croce?
La monetina vorticava e vorticava in verticale. Senza sosta.
Il destino avrebbe fatto il suo corso.
A un certo punto diminuì, fino ad appiattirsi al suolo. Era uscito testa.

Stava seduto alla sua scrivania. Era impiegato commerciale con l’estero. Per Frank era cominciata un’altra giornata di lavoro. Altre telefonate, altre lettere lo aspettavano. Ma lui si era già dimenticato della sua vicenda. Ormai era ignaro che si era addentrato “ai confini della realtà.”