Tanto più è istantanea quanto più si carica di metafore. La poesia di Dimitri Ruggeri

Foto di Dimitri Ruggeri

Brevi cenni biografici.

Sono nato in Abruzzo nel 1976 ad Avezzano precisamente, città capoluogo della Marsica. Ho lasciato a quindici anni la mia famiglia per trasferirmi a Venezia e diplomarmi alla Scuola Navale Militare “F. Morosini”. Successivamente ho vissuto a Roma per frequentare l’Università La Sapienza conseguendo la Laurea in Economia e Commercio e altri titoli accademici post universitari. Νel frattempo lavoravo già da anni per un’azienda di trasporti.

In quegli anni ho approfondito parallelamente gli studi letterari e viaggiato in più di cinquanta paesi nel mondo. Queste esperienze hanno formato la mia persona, mi hanno fatto incontrare migliaia di sconosciuti il cui “meticciato” sociale, politico, economico e geografico non ha fatto altro che arricchirmi (nel bene e nel male).

Quando e come si è avvicinato alla poesia?
Credo che il momento comune a tutti i poeti sia quello in cui si “coscientizzi” la propria intimità, il proprio vissuto e il coraggio di raccontare una onesta visione del mondo non in forma “carodiaristica”, ma in modo tragicomico. È per questo che i poeti sono prima di tutto dei teatranti; tuttavia sarebbe troppo poco se la loro attività rimanesse una pura scritturazione. Non amo parlare di poesia, mi piace parlare piuttosto di “progetti poematici”, ossia un insieme di attività personali, lavorative, sociali, che si mescolano in un tutt’uno funambolicamente. Ho sempre immaginato la poesia come una polena dorata stampigliata sulla poppa di una nave, pertanto il mio avvicinamento è stato uno scontro inevitabile contro uno scoglio.

Eventuali attività poetiche, collaborazioni (riviste, collettivi, ecc) e pubblicazioni.
Ho all’attivo quattro pubblicazioni di progetti poematici: Parole di grano, Carnem levare il cammino, Status d’amore, Il Marinaio di Saigon et secunda carmina imperfecta e un racconto dal titolo Chiodi e Getsemani Versus Gerusalemme. Sono stato uno dei primi ad introdurre almeno nella mia regione Il Poetry Slam all’interno della Biennale Marsica, di cui sono stato ideatore e direttore artistico. Curo, con la collaborazione di altri, il progetto di comunicazione in rete POPact [Eventi ad Arte]. Ho contribuito a produrre un cortometraggio ispirato ad una mia pubblicazione (Carnem Levare) e un Audiolibro (Status d’amore). Tutte le mie informazioni e progetti sono disponibili sul sito web www.dimitriruggeri.com

Cos’è la poesia per lei ?
La poesia è un punto che deve muoversi inizialmente in uno spazio delimitato dall’ascissa e ordinata che scandisce la grammatura della diacronicità e della sincronicità linguistica. Tanto più è istantanea quanto più si carica di metafore che la fanno tendere all’ Universale agognato da tutti i poeti; soltanto dopo la poesia può immortalarsi, fuoriuscendo, e liberarsi da quelle due rette perpendicolari per tendere alla Terza dimensione, propria dei grandi poeti.

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Lo scolo della strada asfaltata straripa di siringhe immacolate.
Alcune hanno aghi spuntati,
Altre li hanno spezzati.
Sul cielo si espande il napalm divoratore di anitre braccate.

Stramazzano sopra la severa griglia del tombino
lucido, zincato e otturato.
Floridi canneti bivaccano nel ferroso ventre di bambino
[…]

Stralcio del testo “Siringa senza vela” edito nella raccolta Il Marinaio di Saigon [et secunda carmina imperfecta]

***
[…]
Il nero?
È un cazzotto che ti colpisce lo stomaco.
È quel conseguente odore di rigurgito putrido di viscere marce di sgualdrina,
licenziata dall’amato fallo colorato a lutto.
Ora et labora e tieni il cordone stretto.
Sarai perdonata.
(Falloforia dannata).
[…]
Stralcio del testo “Il Marinaio di Saigon ” edito nella raccolta Il Marinaio di Saigon [et secunda carmina imperfecta]

***

[…]
“Ho combattuto da eroe; il cuore lo diedi a Margaret;
l’anima a Dio…; il giorno era del Sole; l’aria era pura; un momento perfetto per morire all’ombra di un ulivo coperto dai miei Ray-Ban; di tutto il resto non me ne importava nulla; neppure degli uccelli, neppure più del tempo; neppure più di me”
disse il milite ignoto immerso nella latrina.
“Sono il clown che piscia sulle vostre lapidi”
Aggiunse fieramente con un ghigno giallo.
[…]
Stralcio del testo “Dicembre 1943 – Per ardua ad astra Inno alla guerra insoluta” edito nella raccolta Il Marinaio di Saigon [et secunda carmina imperfecta]

***

Taverniera,
dico a te che hai le mani in preghiera
aggrappate sulla grata del tuo docile inferno
con i gomiti aggrinziti sopra uno scomodo confessionale di scricchiolante rovere.
Ti ripugna davvero questo paradiso?
Le tue pure e immacolate ombre bianche
dolcificano il fondo della damigiana che le mie cartilaginose gengive livellano.
Sono quelle che cerco. Hanno trecento anni.
Sono il traghettatore dell’arco di trionfo
che si apre a festa tra le tue gambe.
[…]
Stralcio del testo “La bevitrice di vino” edito nella raccolta Il Marinaio di Saigon [et secunda carmina imperfecta]