La prima neve

DSC_7740-1JOHN I. CLARKE

Fredda e bagnata la neve colpisce la finestra. Il cielo è grigio a oltranza e non credo che vedremo la luce, non oggi. Uno di quei giorni che sarebbe meglio impacchettare e dimenticare.

Sto in classe dietro una delle tante file di banchi. Tutti siamo rivolti in avanti e lui è là in piedi che ci dice come fare a scrivere di noi. Dimenticate la neve dice e concentratevi sulla scrittura. “Impégnati e fai in modo che sia personale”.

Come posso dimenticare la neve quando è lì tutte le volte che guardo? Forse è il giorno più freddo dell’anno, il vento vortica intorno all’edificio di Lingua inglese e, credeteci o no, alcune delle finestre sono aperte: le finestre sono aperte e noi dobbiamo toglierci i cappotti e le maglie, perché lui vuole che si vedano le uniformi.

Ho troppo freddo per scrivere. Vorrei essere in Cornovaglia. Ci siamo andati l’estate scorsa; tutti quanti, l’intera famiglia, e avrei potuto fermarmi per sempre. Doveva essere strapieno gremito di turisti ma abbiamo trovato una spiaggia splendida che era quasi deserta. Era forte seguire il litorale dove le onde ruggivano e si schiantavano sulla sabbia. Oppure andavamo a passeggiare sulla cima delle scogliere con la distesa ondulata dell’entroterra da una parte e un salto verticale sulle rocce dall’altra. Tutti i tratti in salita e discesa, i viottoli costieri sono faticosi e hai anche bisogno di un cappello con la tesa sotto il sole che brucia, ma ne vale la pena quando ti lasci andare pesante all’ombra e ti spazzoli un gelato. È la mia idea di paradiso: gelato della Cornovaglia, il grido dei gabbiani e una vista di chilometri sul mare.

Credo che sia la ragione delle vacanze estive: rilassarsi e dimenticare tutto. Al Nonno sarebbe piaciuto un sacco.

Tutti pensano che il loro Nonno sia speciale? io sì. Il Nonno non faceva mai storie, si adattava a qualsiasi cosa. Mi ricordo una volta quando trafficando con il pallone di Jamie ho rotto una finestra. Per qualche ragione ho sparato, forse stavo cercando di provare a Jamie che le femmine possono calciare un pallone bene come i maschi. Beh, questo e volato senza problemi, dritto attraverso la finestra del Nonno. Ricordo ancora il tonfo sgradevole, e in un baleno il fracasso e i frantumi di minuscoli frammenti di vetro.

Non aveva senso cercare di negare. Quando il Nonno uscì dalla porta, ero inchiodata sul posto. Lui non esitò un secondo e prese il controllo di tutto.

“Dammi una mano con spazzola e paletta e scopiamo via tutto. Poi telefonerò a Bob Davies, lui cambia i vetri”.

Mi ricordo la sua occhiata, però, doveva aver capito che ero io ad aver ricevuto il colpo più forte.

“Ci sono due cose che voglio da te, signorina: un po’ di spiccioli dalla tua paghetta per sistemare la cosa e un abbraccio a tuo nonno per mostrare che non è successo niente”.

Un po’ di spiccioli, qualunque cosa significasse. Avrei potuto dargli tutto il mio denaro se avessi saputo allora quello che so adesso.

Quello fu il giorno peggiore della mia vita; un anno fa, in piedi in questo cimitero spazzato dal vento vicino a un cumulo di terra fangosa e un ammasso di fiori appena recisi, circondata da abiti scuri e facce solenni. Mamma e Papà si tenevano per mano e Jamie ed io entrambi tentavamo senza riuscirci di sembrare adulti. Le mie lacrime erano vere ma non erano per il Nonno, erano per me: tredicenne, stupida, goffa, egoista.

Mamma si avvicinò e mi tirò su il colletto. Faceva freddo; una folata di vento improvvisa portò un turbine di neve sul terreno smosso di fresco. Impégnati? Fai in modo che sia personale? Ricordo di aver pensato: la prima neve dell’inverno.

(traduzione di Silvia Pio)

First Snow fa parte della raccolta I Was Ready to Fall in Love: http://www.amazon.co.uk/Was-Ready-Fall-Love-ebook/dp/B007FDPRWQ/ref=sr_1_1?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1331072069&sr=1-1

Un uomo d’onore, racconto di John Clarke: http://www.margutte.com/?p=1912

Foto di Bruna Bonino