Luna-Port

foto di Luca Didoni

immagine di Luca Didoni

MATTEO ALDO MARIA ROSSI

Avanti, rizza ‘sto contenitore!…
…Quell’altro sottostiva, che ha del vino…
…Attento all’angolo, Gesù Bambino!,
…T’ho detto scendi piano, Iddiosignòre!…

…Ancora un po’ così..Chiama un muletto:
c’è un altro ventipiedi in quarto tiro
…Lévati da davanti, che ti stiro!…
(…Non vedo l’ora di buttarmi a letto…)

Sirena. Quarto turno. Paga doppia,
ma pioggia e vento e un filo di nevischio,
il ghiaccio sulla biscaglina è un rischio
e poi fa un freddo secco che si scoppia…

Ottava sigaretta. È strano, il porto,
con le sue luci da Natale triste…
Le guide delle gru sembrano piste
malinconiose di un binario morto,

montagne russe offese, degradate,
ridotte a due mediocri dimensioni.
E quelle gru? Non sembrano attrazioni
per dare le vertigini? Guardate…

…forse sarà per queste sigarette
speciali al gusto d’Africa e di spezie
(di quelle che trasformano in inezie
le cose serie e in larghe quelle strette),

ma questa sera il porto è un grande gioco
evaso da una scatola di carta;
un abito che sfugge alla sua sarta;
sale che scappa al cuoco…

…Insomma è un parco di divertimento.
Portacontainer come galeoni
che danno trofie al pesto dai cannoni;
il molo di cemento

diventa, sotto il giallo e il blu dei fari,
la pista d’atterraggio di astronavi;
l’intreccio ferro&argento di alti cavi
è una funicolare sopra i mari;

un po’ più in là, bacini
vuoti di carenaggio,
sgravati da una nave e il suo equipaggio,
diventano piscine per bambini;

camalli duri, con il gancio appeso
alla cintura e coi gilet di un giallo
fosforescente, adesso fanno un ballo
di maschere allargate da un sorriso

sardonico; col grasso delle mani
s’inventano make up arcobaleno
e in un baleno,
diventano tutt’altro: capitani

di lungo corso, eroi, caricature,
mascotte, fumetti, dei, dèmoni e preti
senza comandamenti né divieti,
avanzi di romanzi e di avventure.

Intanto, piano piano,
le stelle si congelano e dal cielo
piovono giù per dare un altro velo
di sale sulle bitte e i corrimano

di ferro arrugginito. A rischiarare
restano mille fari arancio&bianco,
lungo cento pozzanghere e sul fianco
di navi immense: uno spettacolare

film in 3-D perGrandi&perPiccini,
omaggio a questa notte di mostruose
deformità e illusioni e fascinose
combinazioni. Vènghino, bambini,

vènghino!, grida l’Orco dalle porte,
Qui non si muta in asini, tranquilli!,
basta restare dentro quei birilli,
lungi dal mar laggiù! Stateve accuorte!!!

E ai genitori: Gente, orsù, venire
ad me sìnite parvulos!, lasciate
che i bimbi mi raggiungano. A folate,
il vento (che oramai si fa sentire)

sfonda i cancelli e porta dentro tutti:
visitatori ed ombre e carta straccia;
come quando scompare la bonaccia
e s’alza la tempesta in tuoni e rutti

e diavoli, bestemmie ed onde e versi,
il porto adesso è un vicolo affollato
(ma c’entri solo se sei vaccinato,
ché gli altri sono reprobi e diversi),

è un luogo a metà strada
tra Gardaland e Sodoma&Gomorra,
nessuno sa dove è, né dove scorra
(Inferno? Guerra? Sciopero? Intifada?)…

Poi l’Orco si distrae o forse finisce
l’effetto della sigaretta strana
…com’è, come non è, quella buriana
si placa e muore; sulle pietre lisce

non c’è più gente, più nessuno intorno;
sembra che tutti siano evaporati…
Le grida i canti i suoni ed i latrati
non riempiono più i moli. È quasi giorno,

Il parco chiude!, grida al gate un tizio
e Luna Port è morto!…
…Solo per poco: è inverno e il giorno è corto,
col buio troverà il suo nuovo inizio.