Un battito d’inganno, poesie inedite di Antonietta Bocci

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ANTONIETTA BOCCI

NESSUNO ESCLUSO

Fragilità [fra-gi-li-tà]
n.f. invar.
Proprietà inerente all’umano
essere, che consiste in ridotti
livelli di resistenza agli urti
con l’efferatezza della vita.

Forza [fòr-za]
n.f.
Abilità d’alcuni soggetti
umani di sostenere il peso
che consiste in saper (ac)cogliere
la propria fragilità palese.

Stupidità [stu-pi-di-tà]
n.f. invar.
Deficienza dell’essere umano
che tenti di celare la propria
inadeguatezza definendo
sé stesso ‘forte’, ‘fragile’ l’Altro.

*

INDULGENZA

Lasciami fingere un bagno di sole
s’una spiaggia dicembrina, sentire
l’acqua ostinata l’ansietà riaccendere –
Concedi che la osservi ridestarsi,
come calligrafia in blu di china
sotto stille di tè al gelsomino.

Lascia che questa lotta per la vita
prenda forma di liste interminabili,
incombenze da non procrastinare –
Permetti che il vuoto abbia il sopravvento
ed esse presto vengano scordate
s’uno scrittoio accanto alla finestra.

Lascia che la nostalgia divenga
il masso tondo che mi lego al collo,
cemento che governa un’esistenza.
Consenti che questa mia fiducia
si paralizzi, mentre la abbandono
– infine – dentro un battito d’inganno.

*

CONFINAMENTO

In questa prigione fatta di niente
conto gli istanti, densi come ghiaccio,
tra noi e un incontro. Attendo impaziente,
sogno i lineamenti di un abbraccio

traboccante di bene ineguagliato.
Segretamente, bramo un’allegria
di baci, quelli che non ti ho mai dato.
E mi raggela quella fantasia

d’incrociare gli occhi tuoi introversi –
certo mi scioglierei dinanzi ad essi,
promemoria di vasti cieli tersi.

Poi, alla monca congettura arrivo –
Se sfiorarti un’altra volta potessi…
Non accadrà. Mai più. Senza motivo.

*

LA VITA, NONNO, È UNA LOTTA

Il pomeriggio passa in un lampo –
Come un bimbo smanioso di andare
al club della parrocchia, lui resta
in attesa di un passaggio verso
l’ospizio. Là, s’una mano persa
a carte litigherà per ore
con altri ottantenni amareggiati.

L’alba sopraggiunge come un tonfo –
Crollato sull’ultima poltrona,
coi raggi di sole a pugnalare
il buio compatto del salotto,
s’interroga sottovoce: Ancora
c’è qualche cosa per cui lottare,
ora che lei è andata via…?

Canicola infernale al ritorno
in macchina dalle terme – Due
svincoli mancati, imprecazioni –
Inversione ad U sull’autostrada
a senso unico. Se non ricorda
chi fosse al volante, è forse assolto
dall’averla uccisa quel mattino?

Linguista per passione, formazione e professione, Antonietta Bocci ha trascorso la sua vita adulta in uno spazio diasporico a cavallo fra quattro paesi e tre continenti, lavorando come insegnante, traduttrice e interprete. Scrive poesie in doppia lingua (l’italiano natio e l’elettivo inglese), seguendo un procedimento per cui le due versioni si contaminano a vicenda, anziché essere solo l’una la trasposizione dell’altra (è in corso un’auto-traduzione in lingua cinese, con revisione di Xu Lilong). Alcuni suoi scritti sono comparsi su riviste e blog letterari italiani (Poesia Ultracontemporanea, Carte Sensibili, Margutte, Frequenze Poetiche, Inverso, Poesia del nostro tempo, Pioggia Obliqua) e statunitensi (Coffin Bell, Snapdragon, Gyroscope Review). Altri sono stati segnalati per merito, finalisti o semifinalisti in concorsi poetici in Italia (Città di Grottammare 2021, Città di Ravenna 2021) e Cina (Farfalle Innamorate dei Fiori 2021); altri ancora sono in prossima uscita sulla rivista britannica Sarasvati e sulla svizzera Specimen.

(L’illustrazione è una creazione grafica di Mauro Scagnol)