L’inglese, la bicicletta e l’inutilità degli insegnanti

immagine

SILVIA PIO

Ho iniziato a modificare il modo di insegnare circa dieci anni fa quando ho messo da parte alcuni libri di testo per usare il materiale che trovavo online: lezioni su ogni argomento e di ogni livello, approcci innovativi che partono da contenuti multimediali, come cortometraggi o documentari, ma anche quello che si chiama ‘materiale originale’, cioè non specificatamente destinato a persone che stanno imparando la lingua. In questi anni si sono moltiplicati esponenzialmente i siti web destinati all’insegnamento e all’apprendimento ed esercizio della lingua, e migliaia sono gli youtuber che offrono lezioni gratuite, molte delle quali efficaci e di grande intrattenimento.

Ma trovare online tutto questo materiale significa che chiunque potrebbe imparare e fare pratica della lingua senza un insegnante? Teoricamente sì. Come ho già avuto modo di dire in un precedente articolo, è colui che vuole imparare una lingua a dover fare la maggior parte del ‘lavoro’, avere costanza, pazienza e disciplina (parola che non piace a tutti).

Il compito del sistema scolastico dovrebbe essere quello di creare la motivazione, l’interesse e la curiosità che serviranno per continuare ad apprendere in seguito. Anche se l’insegnante è bravo nel suo lavoro, può passare ai suoi allievi soltanto una parte limitata della lingua straniera. L’esempio più chiaro è quello della bicicletta: la conoscenza tecnica riguardo a come funziona l’attività di andare in bicicletta – le leggi della fisica che la regolano, le parti meccaniche che compongono il mezzo, ecc. – non significa saperci andare. Anzi si può benissimo pedalare con destrezza senza conoscere la fisica o la meccanica; e quanto è veramente indispensabile per l’attività non può neppure essere comunicato, figuriamoci insegnato, soprattutto in un contesto scolastico, dentro ad una classe con l’insegnante alla cattedra e gli allievi che lo guardano. Tutti noi abbiamo imparato ad andare in bicicletta ad un certo punto della vita; come? Semplicemente provando, cadendo, facendosi male e rialzandosi, con costanza e pazienza. Ma siccome l’attività ci piaceva e capivamo la libertà che ci avrebbe dato, abbiamo messo la disciplina necessaria e ci siamo pure divertiti. E non abbiamo mai dimenticato!

Quindi è inutile avere un insegnante? Beh, il titolo è un po’ provocatorio. Un insegnante non è essenziale ma può essere un fattore decisivo nell’acquisizione di una lingua. Davvero tu hai la costanza, pazienza e disciplina necessarie per intraprendere la strada da solo? Sei in grado di scegliere tra le infinite proposte del web e capire cosa è utile e cosa è dannoso? Se cadi e ti fai male, o fai ‘brutta figura’, riesci a rialzarti e continuare? Ecco qual è il mio compito come insegnante: guidarti, stimolarti, incoraggiarti, ma anche provocare delle reazioni, come spero di aver fatto in questo articolo e negli altri che ho scritto.

La metafora della bicicletta viene usata da molti docenti. Nell’articolo citato in calce ne viene fatta un’altra, più poetica e abbastanza estrema: l’apprendimento di una lingua è come pascolare, andare in giro per vaste aree di contenuto, leggendo un po’ qui, ascoltando un po’ là. Il docente è un pastore, che pungola in cerca di erba più verde, impedisce di cadere, recupera coloro che si sono persi, ma lascia brucare in pace.

Fonti: Why We Need English Teachers, articolo apparso su thelinguist.com.
Vari interventi video di Christian Saunders su canguroenglish.com.

(Nella foto, una ‘lezione’ online di Carnevale)

Articolo di argomento simile: La responsabilità di imparare una lingua