Andrea Abruzzese, Poesie inedite

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ANDREA ABRUZZESE

Principessa d’Africa

Ho visto Principessa d’Africa,
nell’oscurità della città, trascinata
lontano chilometri da casa. Strappata
dalle braccia materne, non ancora maggiorenne.
L’ho vista piangere con la pioggia,
perché la sua pelle era troppo scura,
per essere votata da altri pura.
E quella dolcezza, quell’innocenza
rubata, per diventare oggetto
di qualcuno…di tanti,
ornamento di un letto.
Ho visto Principessa d’Africa,
nel vuoto della città. Era bellissima!
Più delle eroine, più delle divinità,
ma cicatrici di lacrime sul suo viso,
gli occhi vite sognate, mai state sue,
e il destino già deciso,
di grandi, morbide labbra ad aspettare
invano il bacio di un amore infinito.
Hanno visto Principessa d’Africa
nell’orrore della città, giacere sull’asfalto.
Nel cuore un silenzio fragoroso,
le lacrime evaporate dagli occhi,
con il Sole già alto.

La mia normalità

Mi chiamo Maria,
ero una ragazza dolce e coraggiosa,
e amavo i miei genitori.
Quando diedi il primo vagito,
li avvolse un’aureola di felicità…
Mi sognavano già, con un vestito da bella sposa.
Poi tagliai le mie lunghe trecce,
e barattai i graziosi vestitini
da bambola di porcellana,
con jeans e maglietta.
Vidi sulle loro facce, il mio essere lontana.
Strapparono il segreto
del mio amore, dalla stretta
intimità del mio diario.
E negli occhi di chi mi mise al mondo,
vidi la vergogna… quel terrore tremendo.
Mi ingiuriarono fino a spogliarmi
del mio essere donna.
Mi segregarono, nel buio di una stanza,
nella speranza che smarrissi
i miei sentimenti, che cambiassi il mio amare,
come fosse il capriccio di una moda,
che si potesse cancellare,
soffiato via dai venti.
Un giorno la porta si aprì…Mio padre entrò…
Si prese con violenza,
ciò che non avrei mai dato a uomo.
Cercò di distruggere la mia natura,
perché non amavo come una donna,
e ad altra donna, mi sarei concessa come dono.
E ricordo ancora mia madre…
non riuscì più a guardarmi,
rivedo il suo pensarmi,
un’immonda creatura.
Così decisi di abortire la mia vita,
lasciandola sfuggire dai polsi,
donando ai miei genitori,
il loro più grande desiderio, senza rimorsi…
un corpo freddo come la neve,
per una figlia lesbica…
Un difetto di fabbrica,
da smaltire per evitare oscenità…
Impressi, con inchiostro scarlatto,
la mia normalità.

Innocenti bocche di lupo

Avevamo tutti una vita normale:
chi lavorava, chi con moglie e figli,
chi appena maggiorenne con diploma liceale,
chi ancora a rincorrere i suoi tanti sogni.
Tutti sorpresi nella nostra tranquillità,
non immaginando cosa sarebbe accaduto…
Innocenti tra chi rideva della propria reità,
a cercare le lacrime di chi ci aveva perduto.

E fu per un destino beffardo:
chi per un errore, chi per omonimia,
chi della giustizia aveva difeso lo stendardo,
chi per una parola fraintesa…
Anime nel purgatorio di una stazione di polizia,
ad accettare questa bastarda offesa,
di un inferno dal cielo caduto.

Poi lo smarrimento, un terrore sconosciuto,
che ci investì, come un treno a tutta velocità,
scagliandoci in un mondo perduto,
senza più diritti, senza più libertà…

E cercammo di non impazzire
gridando la nostra innocenza,
chiedendo clemenza, pregando alla coscienza
di chi non voleva ammettere l’errore,
di innocenti in prigione…
Costretti a contare le stagioni,
tra quattro mura grigio cupo
a sognare dietro una bocca di lupo,
il cielo e le sue mutazioni.

E anche quando ci avranno liberato da questo torto,
saremo ancora anime ferite, anime mute,
a toccare le cicatrici di ciò che ci hanno tolto:
i nostri amori, i nostri figli, i nostri sogni…
le emozioni della vita non vissute.

Andrea Abruzzese nasce a Foggia, dove vive, il 27/04/1989.

Scrive poesie dall’età di 14 anni: se ne possono trovare pubblicate sui seguenti siti: “L’Altrove – Appunti di poesia”, “Poetarum Silva”, “Poesie sull’albero”, “La Nuova Rivista Letteraria”, “L’Ottavo”, “Leggere poesia”, “Intermezzo Rivista” e “The Bookish Explorer”. Alcune sono commentate su “Poesia del nostro tempo”, all’interno della rubrica “Laboratori di poesia”. Altre sono state pubblicate nella rubrica “La Bottega della poesia” de “La Repubblica”, nelle edizioni di Milano, Torino, Napoli e Bari.

L’immagine è fornita dall’autore.