La solitudine del poeta, di Franco Donatini: amore, solitudine, memoria, natura, vita e viaggio

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FRANCO DONATINI

L’anfora

È un’anfora il tuo corpo levigato
cercata nei sentieri della terra
scoperta nel profondo del mio mare
vuoto come sabbia di un deserto
dove solinga
l’anima mia scompare

Un’anfora che accoglie la mia carne
rapito da un ardore sempre nuovo
che nasconde qualcosa
che non trovo nei miei pensieri
onde fluttuanti
che s’infrangono sul velo dei ricordi

Un’anfora che cela i tuoi misteri
ineffabili cortine in cui ti chiudi
che separano i nostri corpi nudi
un legame che scivola pian piano
lontano ignari
di quello che eravamo

*

Questa vita

Questa vita altro non è che un gioco
di dadi che corrono su un verde
bizzarro e cinico tappeto di roulette
che impietoso ti toglie l’illusione
di dominare ogni tuo momento
Talvolta è solo un alito di vento
a muoverti verso un’altra riva
a spingerti impotente sopra il mare
a combinare vicissitudini ed eventi
non contemplati nella propria rotta

Così è stato un giorno come tanti
che il caso ha estratto il nostro incontro
che i tuoi occhi hanno parlato ai miei
e la tua luce ha acceso i miei pensieri
Ignoro quanto tempo sia passato
un lustro un anno un giorno o solo ieri
Non son capace di contare il tempo
né prevedere quando finirà
e cosa resterà di questa storia
se il vento spazzerà… dalla memoria

*

Non so…

Non so quanto seppur con fare incerto
ancora camminerò
lungo la strada
ove la gioia e il dolore del vivere
ho provato

Se sfiorerò ancora i tuoi capelli
e coglierò con ardore fiori nuovi
o con mani rosse
svelgerò tristemente irti cespugli
ispidi di rovi

Se sfogliando il mio lungo diario
con trepidante
mano riconoscerò vecchi ricordi
o strapperò
fogli ingialliti da consegnar all’oblio

Se nel quadro d’un pittore troverò
nel volto i sogni
che un tempo ospitava la mia mente
e l’antica nostalgia
fedele compagna della vita mia

Franco Donatini, La solitudine del poeta, prefazioni di Nazario Pardini e  Guido Miano Editore, Milano 2021.

Dalla prefazione di Nazario Pardini: Amore, solitudine, memoria, natura, vita, e viaggio nella poetica di Franco Donatini:

(…) Franco Donatini stringe all’anima i sogni e le speranze di una vita, di un viaggio in un mare non sempre tranquillo, a volte gonfio di onde burrascose, attraverso le quali raggiungere l’isola nascosta. Quel porto che è nella nostra mente e che forse non esiste nella realtà, ma è sempre motivo di ricerca e di nostos. Basta andare, non fermarsi, non restare ancorati, fermi, dacché la poesia è viaggio, è percorso anche in mezzo a cavalloni che ti fanno sbattere in scogli ripidi e aguzzi. Il poeta non si arrende, ricupera una tavola scampata e con quella continua il viaggio. Un cammino che la poesia traduce in vita, e che la vita traduce in poesia; nel misterioso cammino di un dilemma su cui indaghiamo senza risultati: «(…) Così è stato un giorno come tanti / che il caso ha estratto il nostro incontro / che i tuoi occhi hanno parlato ai miei / e la tua luce ha acceso i miei pensieri / Ignoro quanto tempo sia passato / un lustro un anno un giorno o solo ieri / Non son capace di contare il tempo / né prevedere quando finirà / e cosa resterà di questa storia / se il vento spazzerà… dalla memoria» (Questa vita).
Il tempus fugit e il mistero del visionario cammino umano si fanno cuore, focus della ricerca spirituale. Versi che scorrono fluenti, musicalmente avvincenti, di euritmica sonorità. La poesia è musica tutto il resto è letteratura, affermava Paul Verlaine. Affermava anche che l’uomo non si accontenta del suo stato terreno, della sua temporaneità, del suo essere a terra, aspira a qualcosa di eccelso, di superlativo: «Le ciel est par-dessus le toit». Aspira al volo, a toccare le corde dell’azzurro, ad elevarsi al di sopra delle aporie del quotidiano.
Da qui l’inquietudine di esistere, la splenetica saudade a cui l’uomo è condannato. La diaspora tra terrenità e volo. È proprio dell’uomo voler superare l’orizzonte che ci tiene vincolati a terra. Andare oltre le colonne che delimitano il nostro esistere. (…)

L’AUTORE

Franco Donatini, professore universitario a Pisa, critico d’arte è presente nelle commissioni di importanti concorsi in campo letterario. Impegnato nella comunicazione, ha collaborato e partecipato a trasmissioni televisive quali “Linea Blu”, “Rai Utile” ed “Evoluti per caso sulle tracce di Darwin”. Autore di poesia e narrativa, ha pubblicato molteplici opere letterarie: In viaggio, prefazione di Patrizio Roversi (2008); Galileo, i giorni della cecità, prefazione di Carlo Rubbia (2009); Intorno a lei. Chagal, amore e arte (2009); Giuseppe Verdi e Teresa Stolz. Un legame oltre la musica (2011); La vestale di Kandinskij (2012); il romanzo Dov’è Charleroi (2013) e il saggio storico Capodanno pisano, una questione di stile (2014); Modigliani, mon amour (2014); Lautrec, anima di Montmartre (2015); La nostra vita con Dalì e il saggio Il mulino dei sogni, glorie e disgrazie del nucleare (2016); Io non sono Magritte (2018); Un futurista romantico (2019); Antonia Bolognesi, l’amore segreto con Giorgio de Chirico (2021). Nei suoi libri dedicati a figure storiche e artistiche, approfondisce personaggi del mondo dell’arte e della scienza, secondo l’approccio “visti dal di dentro”, analizzandone in maniera introspettiva il rapporto tra l’opera e il profilo umano.