Il ritorno dell’anima di Fabrizio Boscaglia

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Dalla prefazione di Luca Pizzolitto

[...] Lo scrivere di Fabrizio Boscaglia ha il passo lento della meditazione, la dolcezza della cura, la potenza discreta della luce del mattino che arriva e spalanca lo sguardo su ciò che avanza della notte (impossibile è, a tal proposito, separare il percorso di scrittura dall’intenso cammino di ricerca spirituale che, come uomo, da anni, Fabrizio porta avanti). [...]

Da Il ritorno dell’anima (Giuliano Ladolfi Editore 2021)

Tastare luce
con altre mani,
con altri nomi.

Salvare un attimo,
e trarre al cuore
la ricca pesca
dei giorni.

*

Se n’è andata la nebbia
e con lei la notte
e il sonno del cuore.

Riprendo in mano queste luci,
immergo il viso
tra palmi di rose e
speranze.

*

C’è una pagina bianca
vicino al mio letto,
per poter aprire gli occhi
ancora.

*

Guardo questi container
distesi nel porto,
addormentati sotto le carezze
del tramonto.

Cristallizzazioni reiette,
offese al paesaggio,
eppure, ora mi paiono
accolti
nell’abbraccio d’un crepuscolo.

In echi di misericordia,
nei quali anch’io
adagio la perplessità
che sfuma in abbandono.

*

Ramadan

Il vento sussurra quel
che solo tu potevi cogliere.
Sono doni d’oltre la luna.
T’aspetto ancora,
amico andante, qui
sull’altra faccia del cuore.

Fabrizio Boscaglia è nato a Torino nel 1981 e vive a Lisbona, in Portogallo. Ricercatore e docente al dipartimento di Studi Religiosi dell’Università Lusofona, studia i dialoghi tra la cultura portoghese e quella islamica. Sulle rive del fiume Tago, ha curato l’edizione di manoscritti e poesie di Fernando Pessoa. Ha all’attivo numerosi saggi, conferenze ed eventi culturali. Ha curato mostre alla Biblioteca Nazionale del Portogallo e ha collaborato col Museo Calouste Gulbenkian. È marito e padre, figlio e fratello. Il ritorno dell’anima, sua prima raccolta poetica, riunisce versi scritti nel transito tra gioventù e adultità, in un percorso intimo, non privo di apparenti deviazioni, che col tempo lo ha portato a incontrare la via spirituale del Sufismo. Scrive per ricordarsi di vedere e per riconciliarsi col Reale.

(A cura di Silvia Rosa)