Incarnatum est

img_20210814_110322-piccola

MIMMO PUCCIARELLI

Trovatevi domattina
in ginocchio davanti alla finestra
guardate laggiù dietro la montagna
quel disco arancione e giallo
che sale lentamente verso il largo cielo
come questa voce …
che non lascia nessuno scampo
ai sensi di chi ancora riesce a piangere,
e a te che nuda ti pettini
ricoprendo di unguenti magici il tuo corpo
che ha appuntamento con questa voce

non salite sul davanzale, poi,
perché avreste voglia di volare
per seguire il volo di quegli uccelli
che stanno solcando
come una freccia azzurra
lo spazio celeste
da est a ovest
da nord a sud
alla ricerca di pochi pensieri
da mettere nello zaino
e trasportarlo da una misura all’altra
di questo pentagramma ingiallito
che ti apriranno gli occhi
aiutati dall’oboe e dal clarinetto
e poi questa voce …

che non può che farti piangere
perché non c’è più amore di quello
che si ferma ad ascoltare
l’incarnatum est

e cosi la tua immagine si dissolve lentamente
tra le nuvole pettegole
che si ammucchiano all’orizzonte
di questo nuovo giorno
e che in pochi secondi cambieranno di umore
in cromatiche risonanze
bruciando lo sguardo
che nel tuo specchio si riflette
nell’ora in cui farai scivolare sul collo
due gocce di profumo
che saliranno volubili e manierose
fino alle mie narici
che sfideranno i cervelli
che vorranno possederti

io, amore mio,
vorrei soltanto invitarti a passeggiare
per una vita,
un giorno,
un’ora,
un attimo
a piedi nudi
tra le stelle e la luna piena
fino a quella palla di fuoco
che questa sera bacerà il mare
con quella dolcezza di un tramonto
color porpora e puro e profumato
che lascerà questa voce che ora ascolti
tenue, sottile, sostenuta, ad libitum
che come un ago entrerà fatalmente
in questo mio cuore
mentre le nostre labbra
unite e sorridenti
disunite e sorridenti
sussurreranno:

incarnatum est.

20 ottobre 2021

La poesia di Mimmo Pucciarelli è interpretata da Iris Pucciarelli
Musica di Wolfgang Amedeus Mozart (1756-1791) Grande messa in do minore KV 427, Incarnatum est, interpretata da Sabine Devieilhe.

img_20211104_200025

Intervista a Mimmo Pucciarelli (a cura di Silvia Pio)

1. Come è nata la poesia?
Quando la sera ritorno a casa, leggo, guardo quasi sempre dei film in bianco e nero o quelli che trasmette principalmente l’emittente Arte… e poi prima di addormentarmi ascolto della musica. Ma la musica, mi accompagna quasi sempre nel mio quotidiano, anche quando sono al CEDRATS (Centre de documentation et de recherches sur les alternatives sociale), dove continuo a lavorare anche se sono già in pensione. Circa un mese fa capitai un po’ per caso su questo pezzo di musica che avevo già ascoltato; la voce di Sabine Devieilhe entrò come un ago nel mio petto e poi è salita su su facendo uscire queste parole, che ho scritto avendo dunque in mente la melodia e il timbro della voce.

2. Come è nata l’idea del video?
Da qualche tempo utilizzo dei video per far conoscere i miei versi in dialetto, che scrivo per mantenere vivo il mio rapporto con l’altro mio villaggio, Caggiano, che si trova in provincia di Salerno, dove sono nato e dove passo tutte le mie vacanze estive. Quindi ho usato questo mezzo anche per una poesia in italiano.

3. Quali sono le persone coinvolte?
Quasi sempre mi organizzo per filmare io stesso queste mie letture, ma avevo già realizzato un video con mia figlia, Iris Pucciarelli. Si trattava del testo della canzone di Edith Piaf “La vie en rose” che avevo tradotto in caggianese e che lei per l’occasione aveva imparato a pronunciare, e quindi a leggere.

4. Come volete diffondere il video?
Per il momento diffonderemo il video tramite i social che possiamo avere a portata di click, ma sperando anche in qualche pagina amica come la non rivista Margutte.
La musica e la voce che abbiamo utilizzato per questo video mi hanno colpito profondamente, e spero che tutte le persone che avranno la possibilità di ascoltarle acquisiscano un grammo di felicità in più per il resto, se non della vita, almeno della giornata…