Foglie senza rami

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GIANCARLO BARONI

Paesaggio

Queste piante allineate esatte
come righe confinarie d’orizzonte
o dalla fronte altera
separate tra i campi, dell’autunno

hanno i tepori soffusi, l’allegrezza
che sveglia altri sapori.
Ti consegni alla loro
rossa malinconia.

*

Dai rami continuano a sbocciare

Quanta vita ruba
il maledetto e quanta gioia
graffia via dalla pelle
dai muri delle case. Ha sparso

un maleficio di sospetti
fra i fiori che vorremmo regalare,
sopra le mani amiche. Dai rami
le foglie continuano a sbocciare.

Queste due liriche inedite introducono la presentazione su Margutte dell’ultima opera fotografica di Baroni, un libretto che contiene solo foto di foglie e che si intitola “Foglie senza rami”. È un’opera da sfogliare e risfogliare (e mai questi verbi furono più appropriati), che mostra l’attenzione dell’autore ai dettagli quotidiani e alla bellezza di queste piccole parti di natura che cadono e si mescolano con l’ambiente.

copertina

Riportiamo qui la breve introduzione:

«L’autunno non è solamente l’età del declino che prelude all’inverno, ma una stagione della vita e della natura dall’ampia gamma di sfumature, esperienze e colori.
“Un giardiniere mi fa osservare”, dice Marguerite Yourcenar in Scritto in un giardino, “che solo in autunno si scopre il vero colore degli alberi. In primavera, la clorofilla è così abbondante che li riveste tutti di una verde livrea. Ma già in settembre, gli alberi si rivelano ricoperti dei propri specifici colori: la betulla bionda e dorata, l’acero di un giallo rosso arancione, la quercia color del bronzo e del ferro”.
Ho scattato la maggior parte di queste 21 foto nel 2020, soprattutto nei dintorni di casa ed esclusivamente con il cellulare.»

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Baroni abita a Parma, dove è nato nel 1953. La sua prima mostra, nelle Stanze del Convento di San Paolo, assieme ad Arnaldo Amadasi e Giovanni Greci, risale al 1982. Poi, fino al Duemila, ha smesso di fotografare.
Nella strenna natalizia che “al pont ad mez”, periodico della Famija Pramzana, dedica nel 2002 ai Bar e Caffè di Parma sono contenute alcune sue foto (con lo pseudonimo Gianba) Nel 2003 riceve il “Premio migliore autore e fotografia” al concorso fotografico Tutti i colori del verde (patrocinio della Provincia di Parma).
Diverse sono le mostre, organizzate spesso in collaborazione con il Centro Sociale Universitario): Presenze (2005, Caffè del Prato, Casa della Musica, introduzione critica di Paolo Barbaro); A spasso con il Parmigianino e Verdi X Verdi (2013, libreria Fiaccadori); Che te brillet de lontan (2015, Fiaccadori); Capitani coraggiosi (2016), Sguardi & Risguardi (2017), Musica da fotoCamera (2018) e Anticorpi (2019) al Caffè del Prato assieme al fotografo Giovanni Calori. Un’ampia scelta di immagini si trova nei siti on line della “Gazzetta di Parma” e di “Repubblica Parma”.
Queste le riviste cartacee e online che hanno ospitato suoi scatt: “Tratti”, “Touring”, “Pioggia Obliqua”, “Versanteripido”, “Recours au Poème”, “Margutte”, “Pidieffe”, “NOVA”, “dalla parte del torto”, “Jeudi des mots”.
Una sua fotografia illustra la copertina del volume di Jelena Radojev, In una rete di fili che si intrecciano (a cura di Paolo Briganti, UNI.NOVA, 2019).
La “Gazzetta di Parma” ha dedicato ad alcune sie foto (16 dicembre 2020) una pagina intitolata Quegli amorevoli scatti firmati col cuore.
Ha pubblicato, fuori commercio, quattro piccoli libri fotografici: Sguardi dell’arte (2017); Bologna (2019); Due volti di Parma (2020) – si veda qui in Margutte -, e infine Foglie senza rami (2021).
Del 2020 è il libro di poesie e fotografie Il colore del tempo (Fondazione Daniele Ponchiroli, Prefazione di Fabrizio Azzali), a cui Margutte ha dedicato questo articolo.
Alcune sue foto, assieme a quelle di diversi altri autori, sono state esposte (ottobre 2021) all’interno dell’ex carcere di San Francesco del Prato nella mostra collettiva intitolata La Luce InAttesa. Contemporaneamente è stato stampato dall’Università di Parma il catalogo dell’esposizione fotografica.
Fotografo per diletto e poeta per passione, la sua ultima raccolta di versi si intitola I nomi delle cose (2020, puntoacapo editrice), a proposito della quale si veda questo articolo di Margutte.

(A cura di Silvia Pio)

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