Laura D’Angelo e la maestà dell’amore

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La poesia che si mimetizza in prose fluide e delicate, attraverso rime e immagini capaci di dare voce alle parole di un’anima, di fronte all’amore e allo scorrere del tempo. In otto sezioni, Sua maestà di un amore (Scatole Parlanti, 2021) trasfigura in un linguaggio immediato i temi della tradizione per comunicare il sentimento in tutte le sue forme. Laura D’Angelo ritorna alla lingua originale dell’io più autentico, per approdare come sulle rive di un mare senza tempo alla dimensione privata di ognuno di noi: la realtà, scorta nella dinamicità e precarietà dell’esistenza è addolcita dalla dimensione fiabesca e ideale dell’amore, che diventa il filtro di ogni verità e il mezzo per accedere alla poesia e alla vita: le strade del poeta sono il suo cuore, quello dove ti parlo e mi ascolti, e che mi riporta ancora e sempre a te (Dove ti parlo e mi ascolti, p.58) E ancora: l’amore è tutto quello che resta /mentre il resto svanisce (Lockdown 2020). Il filo conduttore del libro è questo sentimento intenso, che permea di sé un diario di prose innamorate in cui l’ideale trova il suo compromesso con il reale e lo sublima. A partire dal titolo, dove l’elemento fantasioso diventa occasione per poter evocare il sentimento che è sotteso al volume.

La scrittura poetica si realizza in brani narrativi a volte ritmati a volte anaforici, dall’andamento appunto di filastrocche, cantilene, ritornelli, altre volte si scopre inflessione intimistica e specchio di riflessione e conoscenza di sé: E poi ci proverò a mettere da parte un’emozione, a dosare i colori, e le scintille che infiammano l’aria. E poi ci proverò a spegnere lo sfavillio di pensieri che accendi in me, quelle capriole di emozioni, che sono come carezze d’inverno, come sbuffi di fumo in un cielo terso e freddo. Metterei da parte le fiabe, sospenderei i lieti finali e li lascerei alle storie del mondo, e mi ripeterei le parole da grandi, quelle giuste, quelle assennate, quelle che hanno ragione e lo sai (Batticuore, p.63). C’è sempre una presenza sottesa, in questo piccolo scrigno di emozioni e luoghi dell’anima, una presenza che attraversa le otto sezioni Mare, Passi, Giorni, Saudade, Respiri, Posti, Stagioni, Lockdown 2020, fino a riconfermare se stessa nella caducità del viaggio della vita e della scrittura.

Se il mare è metafora per eccellenza dell’esistenza, sono i giorni e i posti che enfatizzano il senso di precarietà e fragilità sotteso al movimento in fieri della vita: Il tempo passa e cancella ogni cosa. Ma qualcosa di quello che abbiamo vissuto ci resta cucito addosso, come un filo invisibile che ci dice quello che abbiamo amato, quello che siamo. Da questo filo possono aprirsi gli orizzonti della memoria, i ricordi. Da un filo invisibile può nascere l’amore. (Orizzonti di memoria, ricordi, p.67). La sezione Saudade riassume la malinconia per l’assenza, ma allo stesso tempo si colma di un bene che sa dare serenità, di un bene che consente un continuo vagare nei posti dell’anima, dove un aquilone appeso alla luna o una strada fino al mare sono la trama di una scrittura che diventa canto d’amore: Il passo degli eroi è il passo sicuro sulle strade del tempo, senza girarsi, senza voltarsi, senza fermarsi a guardare indietro […] Se la vita è un gioco di incontri, di strade, di momenti giusti e occasioni perdute, il mio stilnovismo sa che la poesia nasce lì dove iniziano i tuoi occhi. Dove il tempo muta la forma ma non la sostanza, dove tutto cambia eccetto che l’amore. (Grande, p. 59) E così la parola attraversa orizzonti e confini, da dietro una finestra o in un parco poco affollato incornicia solitudini che accolgono la bellezza della poesia, fino a farsi messaggio di vita e di speranza: Ci sarà lo spazio di un sospiro quando una stella esplode. Quando si muovono le galassie senza far rumore, e restano in attesa le vite quaggiù, mentre esplodono questi giorni, mentre ci ricordano che le distanze non esistono quando dentro si hanno ali per volare vicino. Ci sarà ancora il rumore del mare (Ali, p.136).

Ci sarà una certezza, che è poi il senso del libro:
Che sia l’amore a far muovere le giostre, a giocare con il vento, ad accendere le cime dei monti, le onde del mare, i passi degli uomini, gli aquiloni, i colori. Che sia l’amore a dirci che di tutto quello che passa qualcosa rimane, lì dove c’è l’amore, qualcosa dura per sempre.

 

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Laura D’Angelo (1986), si laurea con lode in Lettere classiche e Filologia classica, e consegue un Dottorato di ricerca in Studi Umanistici. È autrice di articoli per riviste culturali online e accademiche. Partecipa a convegni internazionali, concorsi letterari e di poesia, ottenendo riconoscimenti e premi, tra cui il primo posto sezione “Poesia” al Premio letterario “Putignano racconta”, Storie dalla pandemia (ed. 2020), Menzione speciale al Concorso Internazionale di Poesia “Ut pictura poesis” (ed. Fuerteventura 2020), secondo posto al Premio Internazionale “Lettera d’Amore” Torrevecchia teatina, edizioni 2017 e 2020, Premio speciale edizioni 2018 e 2019. I suoi interessi spaziano dalla scrittura scientifica a quella creativa. Suoi testi poetici sono raccolti in antologie, quaderni di poesia e blog letterari. Cura presentazioni di testi e autori, ed è giurata di un premio letterario di narrativa nazionale. Sua maestà di un amore (Scatole Parlanti, 2021) è la sua prima raccolta di prose poetiche.

(a cura di Gabriella Mongardi)