Vera gioia di Josef Koohestanian

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JOSEF KOOHESTANIAN

SERA

Per te è una voce di donna che ti diceva di avverare
i tuoi migliori propositi.
Nel trascorrere di un’ora è racchiuso il desiderio
di essere pioggia, di essere neve, di non soffrire.
Insegna ai fiori i modi del vivere, i modi del morire.
Liberi dalle parole, come fare a riconoscere una colpa?

Nel mio giorno più vero ho forza per lasciare spazio
ad un orizzonte condiviso. Deciderò io se risplenderà e quanto mi dovrà trascurare.
Saprà dei giardini che attendono, saprà del dolore di nominarlo.
Le stelle annunciano del sacro bimbo la nascita.

Io che amo ricordare vorrei che fosse trascorsa una vita perfetta,
che non ci fosse più tempo per rimpiangere di non aver conosciuto tutti i nomi.
Un giorno d’estate. La nostra prospettiva.

*

LA MIA ESTATE

C’è una gioia nuova a tenermi in vita.
È autorevole e non sa sfuggire.
Solo, non le sopravvivrei.
Scopro che è il cielo a desiderarla, allora
fingo che sia un caso a presentarla.
Impaurito, passerà pure in fretta.

Domando che mi trascuri.
Che i suoi doni non si presentino puntuali.
Meglio per me il confessionale, il raccoglimento,
una parola a vanvera.
Dio se mi conosci sai che da oggi più niente mi accadrà.
Proteggimi se lo vuoi, oppure, per rimediare,
non porre fine all’estate.

*

SILENZIO

Il televisore spento.
Sono ancora troppo giovane per divertirmi un po’ dei ricordi.
È arrivato il tempo di incontrare qualcuno.
Arriverà alle 14:00.
Quasi non lo conosco ma io detesto approfondire le conoscenze.
Non sopporto i complimenti, i volti che annuiscono mentre ascoltano.
Verrà, faremo il gioco del silenzio.
Tra me e me provo a confessarmi.
Non deve accorgersi dei miei capricci del mattino.
Serbo nel cuore la paura più grande: non ridere di me.
Credo che mi negherò questo incontro immaginandolo come un dono.

Riaccendo il televisore.
Immagini di sconosciuti esercitati alla vita.
Questo, pensandoci, è l’incontro che vorrei.
Rido con loro, rido di me, del riso perfetto.
Per un’ora rimarrò sintonizzato sul due.
Ancora una volta salvo. E finirà con quel programma.

*

LA VERA GIOIA

Vera gioia è per chi non sa più cantare.
Per chi è così umiliato da non meritare il tuo specchio.
Per chi non ha voce per parlare del dolore.
Per chi è troppo idiota da avere dei fratelli.

Hai accarezzato persino il sorriso dell’empio,
tu che solo potevi comprenderlo.
Non andasti a dormire fino a tardi come un padre.
Eppure i gemiti che squarciavano la notte vedevano chiare le stelle.

Fossimo già in te nel futuro
poca paura avremmo della notte.
Ma dalla notte soltanto potevi accudire
la luce del nostro risveglio a te.

Josef Koohestanian, Vera gioia, Tau Editrice

Nato a Legnago il 06/02/1985, ha conseguito la laurea in Filosofia presso l’università Humboldt di Berlino.
Con la casa editrice Transeuropa ha pubblicato due raccolte di poesie: “Rose del mattino” (2019) e “Getsemani” (2020). Con la casa editrice Tau ha pubblicato l’ultima raccolta dal titolo “Vera Gioia”. Alcune sue poesie sono apparse su “Poesia del nostro tempo”, “Carte sensibili”, “L’Altrove appunti di poesia” e “Poesia Ultracontemporanea”.