Vibrazioni dell’anima, poesie di Isabella Battaglia

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ISABELLA BATTAGLIA

Quando gli aironi
al vibrare d’ali
seducono frammenti
di nuvole diafane,
l’acqua cambia colore,
sbuca l’erba dalla terra.

*

Mentre un raggio di sole
filtra tra secolari arbusti
nel silenzio del bosco
il festoso canto di un merlo
inneggia alla luce mattutina.

*

Icone di bimbi felici
scorrazzano sui prati
nell’intenso bagliore del giorno
tra il profumo di bacche
e la fragranza di pane fresco:

è l’ultima dimora di periferia!

*

Per le vie del mare
s’illumina il giorno
tra frammenti di nuvole fluorescenti.

Nel silenzio il pensiero è quiete,
nell’evanescente visione
di sensuale innocenza
volano i desideri
come leggiadri coriandoli,
disegnando memorie di una vita
vissuta a piene mani.

*

Uomo del duemila
nutrito di idee altrui,
stanco dell’ignoto andare:
piccolo uomo
guidato come robot dall’odio,
guarda dentro di te
e troverai il seme
per proiettarti
nel tuo vero spazio.

*

Immersa nel tuo sguardo,
mi apro in te
e leggo i nostri pensieri.

Ti prendo per mano
e ti conduco
là dove vorresti essere:
nel profumo di fiori,
ad altri sconosciuto.

*

Nel cammino delle stelle,
tra barlumi siderali di luce
cercare l’immenso
nelle anime senza tempo.

Isabella Battaglia, Vibrazioni dell’anima, Guido Miano Editore, 2020

“Questa nuova silloge di Isabella Battaglia, dal titolo Vibrazioni dell’anima, si compone di due parti. Nella prima viene elusa la titolazione dei vari testi che si susseguono separati solo da un asterisco. La seconda parte, Altre poesie, comprende testi con titolo – in parte inediti e in parte provenienti da raccolte precedentemente pubblicate. Tra essi è una poesia, assai bella, affettuosamente dedicata all’Editore Guido Miano. Partendo dall’affermazione presente nel titolo stesso, il lettore, sin da subito si cala nelle suggestioni e negli stimoli offerti all’anima dalla realtà, in ciò che la fa vibrare e viene a costituire il fil rouge che tiene insieme le parti, creando una tessitura di istanti, in cui l’anima si protende nell’ascolto e, momento per momento, ci indica le sue pulsazioni e i suoi ritmi nella molteplicità delle immagini e nelle variegate cromie che intensificano i momenti estatici di questa lussureggiante visione. Soggiace, tuttavia, nel fondo di essa, una sorta di sdoppiamento o divaricazione tra polarità antitetiche, e una va nella direzione della naturale bellezza e grandiosità del mondo che ci è dato, l’altra si insinua nelle pieghe di un’antropologia snaturata, i cui emblemi risultano proprio dall’allontanamento dell’uomo dalla genuinità dell’elemento naturale. La visione edenica di cui si fa portatore il sentire della poetessa nei suoi versi, è in radicale conflittualità con quella di un mondo che ha smarrito i suoi valori di semplicità ed autenticità, deragliando da quel cammino che sulla linea di questi sani principi, dovrebbe condurre l’uomo al suo perfezionamento, e ad un rapporto armonioso, empatico, con la natura. Lo spostamento da questo orizzonte, allontana invece da ciò a cui tutto l’essere tende, da una visione alta e sconfinante dai limiti della terrestrità, da un mondo di pienezza e serenità cui si contrappone una visione desolata di nullificazione e aridità e desertificazione che parte proprio da questa interiorità disumanata (…)”.

(Dalla prefazione al libro di Rossella Cerniglia)

“Non è poi così impossibile, come sembra, che le cose possano cambiare. Certo, nell’attuale periodo storico (non lo scrivo per datare l’opera di Isabella Battaglia che, al contrario, sfugge a qualsiasi intento di classificazione temporale), tutto indurrebbe a convincersi che l’uomo abbia sbagliato strada non riuscendo ad assolvere il proprio compito: garantire l’armonico equilibrio della vita sulla Terra facendosi custode della stessa. C’è una frase celebre di Hermann Hesse che recita: “Sempre è stato così e così sarà sempre: il tempo e il mondo, il denaro e il potere apparterranno ai piccoli e ai superficiali, mentre gli altri, i veri uomini, non avranno niente” (da Il lupo della steppa) che dà l’impressione di confutare il pensiero con il quale ho esordito. In realtà lo avvalora, e mi accingo a darne spiegazione. Bisogna intendersi sull’idea di grandezza e di piccolezza: tutto ciò che reputiamo eminente e prioritario (ivi compresi noi stessi) lo è davvero? E – viceversa – il modesto, l’insignificante è effettivamente tale? Lo scrittore Hesse, nella sua affermazione, opera questo capovolgimento ed è per siffatta ragione che, più che smentire, ipotizza il trasmutamento. Sulla scorta di quanto premesso, mi sento pertanto di dire che sono valide entrambe le considerazioni: il mondo non cambia ma, nello stesso tempo, muta; forse, anzi senza dubbio, impercettibilmente, se di vera trasformazione si tratta (…)”.

(Dalla postfazione al libro di Sandro Angelucci)

Isabella Battaglia, poetessa, è nata a Catanzaro e vive a Sezze (LT). Insegnante, è attiva all’interno di movimenti sociali e culturali. Ha pubblicato le raccolte di poesie Pensieri (1991), Antologia (2011), Giochi d’autunno (2012), Profumi di fiori (2012), Giacigli di stelle (2016); le sillogi Come un gabbiano (2003) e Oasi (2005) rispettivamente nei numeri 7 e 10 di Angeli e Poeti. Quaderni di letteratura e arte, nonché Anelito di vita e tensione spirituale (2009) e Quiete nell’infinito (2014) rispettivamente nei numeri 2 e 6 di Alcyone 2000. Quaderni di poesia e di studi letterari. È presente nelle opere pubblicate da questa Casa Editrice: Scrittori Italiani del secondo dopoguerra. La poesia contemporanea (1997), Poeti italiani scelti di livello europeo (2012), Dizionario Autori Italiani Contemporanei (2017), Contributi per la Storia della Letteratura Italiana. Dal secondo Novecento ai giorni nostri, vol. IV (2020).