E sogno non è ma una fragranza, poesie di Roberto Minardi

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ROBERTO MINARDI

Motivo per una nuova vita n.1

In qualità di roditore chiese alla noce di dargli del tempo,
perché sarebbe riuscito nell’impresa di forarla.
Data la tecnica balorda vennero a galla le fantasme,
si presentarono quasi in fila, spudorate, quasi in danza.
E non è come patire le pene degli inferi, ma viene
turbato da fitte vulcaniche e qualcosa va a perdere –
e una cosa dolcissima, una sola dolcissima punzione,
una veduta che esalti e la circolazione e il corpo,
che rubi corpo e elevi il tutto dalle bave, solo uno spunto,
date, date il la che condanni all’aperto amore, alare…
Sua moglie avvertì le prime doglie, le numerò, contraeva.
La vita stava per prendere nuovamente il moto magmatico
ed era questa la maniera di scoprire ognuno dei perché –
incrocio ottico di faggio, ciliegio a grappoli e sicomoro,
forse un cipresso, con spazio aperto per l’interpretazione,
dite papale chi sono e se tutti i sognati socialismi
permetteranno ai sé e medesimi di mettersi da parte…
E sogno non è ma una fragranza che si profila a tempo:
prima d’amare o durante bisogna giacere nei limbi.

*

Motivo per una nuova vita n.3

È un parapetto di carta azzurro, a pieghe, il tempo,
è un parapetto di carta scorrevole anellato lillà.
I grissini ristoravano dentro la confezione rumorosa
e giuro che era un cappello di cartone, il contenitore
che accolse il vomito biliare della paziente.
Una flebo, una flebo, chiaro, per la cascata di penicillina.
Per amarti dovevo asservire le tue necessità:
la terra ha tremato, ha ricercato il mio avambraccio…
E poter ritrarre la curva straordinaria del tuo grembo,
la cui linea centrale è un rigagnolo e ci dice del coraggio,
è il preludio necessario per la sommossa che avrà luogo;
riposa, russa piano, io t’amo e testimonio.

*

L’unione dei merli

(femmina)

È già trascorso il tempo di cercare
in mezzo al fango e issare ramoscelli,
portarli fino alla grondaia in rame,
formare un covo che somigli al grembo.
Saltella ai bordi di un contenitore
dove un groviglio di bottiglie in vetro
diventa una tastiera di colori
contro la quale viene di beccare.
Caccia il lombrico sopra il corrimano.
Si ritrae buffamente alla vista
di un passante che scruta la scena;
batte con frenesia i remiganti,
dal suono è come se tagliasse l’aria.

(nati da poco)

Ci sono solo cerchi che si aprono
e fanno un poco male, si conficcano.
Poi un ammasso caldo ridiscende
e struscia, preme, lascia scivolare
piccoli corpi molli nella gola.

(maschio)

Un raggio incide e cambia il nero in bianco.
Se ne sta in alto e all’occasione imita,
così facendo attira le mire
dei malintenzionati su di sé.
Basta udire il trillo e accovacciarsi,
confondere il marrone col marrone.

*

Contrappunto n.4

In cucina i suppellettili ci sono e in abbondanza,
per tagliare, scorticare, abbrustolire, azionare
forze centripete e frulla in testa un’idea balzana…
Scorderai gracchi di rane, paesaggi luneggianti,
la potestà dei tuoi cari fabbricatori, inventori
d’un figlio principiante. Avrai la testa corretta.
Ti parrà tutto normale: la tecnica assai realista
con cui ritraggono i duchi, le loro fidanzatrici,
il volontariato d’obbligo, l’olio di oliva frammisto
ai pantaloni scontati, il culto del fatuo, il siero
per stirare le guance, i pulcini trasportati
sopra il nastro che li isola, l’azionista ligio e serio
che s’istilla negli sforzi altrui, nel loro creare,
mentre afferma che il soffio dei tuoi avi è trapassato.
Crescerai nell’ammortare le retoriche ormai vane.
Scoppierai dei palloncini con il dito sullo schermo,
per apprendere da subito a evitare ingenuità.
Chi t’appella è tuo padre, colui che il pudore ha perso.
Tua madre ha gli abbracci imbevuti di rivolta.
Né io né lei cantiamo «se il capitale non circola,
se non si può avere». Tu ci vedrai mangiare
con la passione del rito, chissà se comprenderai.

Concerto per l’inizio del secolo, di Roberto Minardi, Arcipelago Itaca, 2020.

[…] La parte construens del Concerto, che sembra porlo – assai più per attitudine esistenziale che per scelta programmatica – agli antipodi del nichilismo di un libro cupo e definitivo come La pura superficie di Guido Mazzoni, va ricercata nella fede per la vita come forza biologica che prefigura l’emancipazione sociale: non è un caso che il riferimento a «tutti i sognati socialismi» trovi posto nella poesia che evoca le doglie della moglie del poeta, con «la vita [che] stava per prendere nuovamente il moto magmatico» (Motivo per una nuova vita n. 1); e, prima ancora, le doglie stesse sono prefigurate dall’unione dei merli dell’omonima poesia che precede, dove la femmina del merlo forma «un covo che somigli al grembo». Motivo per una nuova vita n. 3 è ancora più esplicita al riguardo: «E poter ritrarre la curva straordinaria del tuo grembo, / la cui linea centrale è un rigagnolo e ci dice del coraggio, / è il preludio necessario per la sommossa che avrà luogo». Mettere alla luce un figlio, e ancor più nei nostri tempi bui e incerti, è un atto etico di trascendenza di sé nel nascituro. Che questa trascendenza possa assumere i contorni di una parziale alienazione, ce lo mostra chiaramente Contrappunto n. 4. Qui il poeta articola le proprie ansie di genitore mediante l’allocuzione al figlio, guardandosi dalla prospettiva straniante di quest’ultimo in una fase in cui l’affrancamento dai genitori si sarà compiuto: «ci vedrai mangiare con la passione del rito / chissà se comprenderai», viene detto con affetto e sgomento insieme. [...]

(dalla prefazione di Davide Castiglione)

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Roberto Minardi (Ragusa, 1977). Nel 1999 si è trasferito a Londra, dove risiede tuttora lavorando come insegnante di lingue. Dal 2005 al 2006 ha vissuto a Panama, dove ha tradotto poeti locali e pubblicato la sua prima plaquette in versione bilingue. Nel 2007 la Archilibri di Comiso (RG) ha pubblicato Note dallo sterno. Nel 2014 pubblica Il bello del presente (Tapirulan) e nel 2015 La città che c’entra (Zona Contemporanea), segnalata all’edizione del 2016 del Premio Montano. A questa raccolta è liberamente ispirato il mediometraggio The city within, realizzato in collaborazione con il regista Tomaso Aramini. Oltre che in volume, suoi testi sono apparsi su riviste letterarie (Tratti, Semicerchio, La Mosca di Milano, deSidera, Il Foglio Clandestino), online (Atti impuri, Poesia 2.0, Carteggi Letterari, Atelier), e sull’archivio multimediale Phonodia dell’università Ca’ Foscari di Venezia. È stato co-fondatore del progetto poetico “dopotutto [d|t] (una poesia italiana fuori)”.