Gratitudine alle mani

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EVA MAIO

Gratitudine alle mani.
Per caso le mie.

Ora che occorre lavarsele con cura nei secondi stabiliti.
Ora che a volte occorre perfino proteggerle coi guanti monouso.
Ora che sono alla base del poter ancora vivere.
Ora che me le guardo con occhi diversi.
Ora tiro fuori e modifico un grazie scritto nell’ultimo anno di insegnamento.
Un grazie per loro. Le mani.

Dei tanti piatti lavati
in tante case
e panni stesi
in stagioni e ore di vento
la pelle porta i segni.
Pieghe e rombi e cerchi
nelle nocche e taglietti
vene sporgenti
le prime macchie
non basta la crema messa
solo ora – non mattina e sera
come se fosse un rito –
messa così
quando mi viene in mente
o se mi capita il tubetto
sotto gli occhi.
Ed è quella al limone.
Così la metto
e posso canticchiare
non come Paolo Conte
un gelato al limon.

Dei tanti fogli sfogliati
e scritti e caduti dispersi
portano i segni
le dita coi nodi d’artrosi
sono così incerte ora
perplesse disobbedienti anarchiche.
Dislessiche
con fogli tasti scotch
spilli chiavi serrature
tappi da svitare
bottiglie da sturare
maniglie da girare.
Con le monete sono perfino mitiche
fanno la regia d’un film
dove si ripete la scena
alla cassa del supermercato:
vorrei agevolare chi mi da il resto
ed i centesimi cadono cadono cadono
scivolano dalle mani come per magia
infilandosi nei pertugi più improbabili
lì alla cassa e nelle vicinanze.

Invecchiano le mie mani
ricche delle carezze date
e forse anche
di quelle trattenute per pudore.
Hanno acconsentito
a lavori semplici
allacciature di scarpe
soffiature di naso
a pazienti tocchi
a rattoppare qualcosa
per farlo durare ancora
a dar consistenza a qualche
piccolo sogno d’altri e mio
a traslocare
a curare qualche pianta qualche fiore
a dipingere piccoli mobili
piantare chiodi
appendere ninnoli quadri poster…
Invecchiano e le ringrazio
che servono ancora
ancora ancora ancora.

Alle stagioni
belle grame così così
hanno acconsentito
di passarvi sopra
senza trucchi protezioni calcoli.
Come col cuore.
Per questo
le ringrazio
di più.

(Foto di Bruna Bonino)