Il tempo della poesia è il presente

bisutti-barbafiore

SILVIA PIO

Questa breve storia inizia con un laboratorio di poesia per bambini e termina nel salone di un barbiere; in mezzo ci sono vent’anni, e una visita a Milano.

Una delle attività lavorative nella quale mi sono cimentata in passato è stata realizzare laboratori per bambini, soprattutto di teatro e movimento. Quando l’energia è venuta meno, ho iniziato con laboratori di poesia, scrittura poetica e haiku.
Ho preso direttamente l’ispirazione da “La poesia salva la vita” di Donatella Bisutti, testo fondamentale (due sono le edizioni che circolano in casa: Mondadori 1992 e Oscar Mondadori 1998; insieme a “L’albero delle parole” Feltrinelli, un altro testo di Bisutti, un’antologia di poeti di tutto il mondo presentati ai bambini) nel quale la poesia è argomento, oggetto, riferimento, e molto altro. Sembra scritto apposta per chi vuole raccontarla, adatto a tutti ma particolarmente fruibile dai bambini.
Ogni particolarità riferita alla scrittura poetica è introdotta in maniera fantasiosa e chiara, con esempi di scrittori di ogni tempo. I titoli delle sezioni e dei capitoli colpiscono per originalità ed attraggono come una calamita: Le parole sono oggetti, Possiamo vedere un suono?, Il poeta è un cow-boy, Una zuppa di stelle, Gemellare le parole come le città, L’energia dell’universo, una raffica al supermercato, eccetera… La mia citazione preferita è «Il tempo della poesia è il presente».
Le esperienze di laboratorio sono lontane ormai, ma l’insegnamento della Bisutti mi è rimasto dentro e consiglio i suoi testi a coloro che scrivono poesie e a tutte le maestre di buona volontà che incontro.

Il 5 novembre 2019 mi reco a Milano per la presentazione della rivista Traduzionetradizione e la sera mi ritrovo a casa della curatrice della rivista, nonché amica, Claudia Azzola insieme ad altre persone del suo giro e ad alcuni degli autori e traduttori della rivista. Non li conosco tutti e cerco di scoprire chi siano, sentendomi la solita provinciale a Milano (ma che di vino ne capisce più di loro). È il turno di una bella e vivace signora: Come ti chiami? faccio io. Donatella Bisutti, risponde.
La provinciale, con un gesto forse troppo energico, si butta ad abbracciare la Bisutti dicendole: sei la mia bibbia! La Bisutti un po’ si scosta, ma che mi importa: l’ho incontrata e le ho detto quanto apprezzi le sue opere.

Tornata a casa, mio marito va dal barbiere – non c’è nessun collegamento tra il viaggio a Milano e la necessità di tagliare i capelli di mio marito -, che è principalmente poeta e si chiama Meco Boetti. Con il soprannome di Barbafiore, Meco ha firmato un buon numero di raccolte di poesie in dialetto monregalese; sono intuizioni poetiche, scoppi (infatti una delle raccolte si intitola “Fusette”, petardi; un’altra si chiama “Frise”, briciole), attimi di profondità leggera che costringono al sorriso. Andare dal barbiere Meco significa discutere di poesia, leggere l’ultimo libro che ha portato in bottega, sfogliare uno dei volumi fotografici preso dalla sua incredibile raccolta. Capita anche che, oltre alle opinioni, si scambino libri. Infatti quel giorno mio marito arriva a casa con due vecchi volumetti pubblicati proprio dalla piccola casa editrice di Meco, Ij babi cheucc (in piemontese: i rospi cotti), ormai chiusa ma che faceva stampare i suoi libri da una storica stamperia di Mondovì. Questo mi consente una digressione per ricordare che fu proprio a Mondovì che venne edito nel 1472 il primo libro stampato in Piemonte; iniziava in questo modo la tradizione dell’arte tipografica monregalese.
Uno dei volumetti è “Penetrali” di Donatella Bisutti. La ragione per la quale la Bisutti abbia pubblicato con un piccolo editore di qui bisognerebbe chiederla a lei, oppure a Giovanni Tesio, filologo e critico letterario e storico della lingua italiana, che curava la collana e ha firmato la prefazione. Meco è riluttante in merito, perché è persona schiva che non ama risultare coinvolto in qualche impresa importante.
Tornando a “Penetrali”, è una raccolta datata 1989 che la presentazione definisce «un canzoniere organico» nel quale «l’universo si anima come un corpo (il corpo come un universo) e la corrispondenza disegna coincidenze ed identità».
Questa storia è piena di coincidenze e di incontri.
Il volumetto ha dimensioni ridotte, carta preziosa, copertina austera. È un’edizione rara, numerata, fuori commercio, che dimostra la nobiltà di un’iniziativa di altri tempi, nei quali la poesia era poesia e non business.
Lo apro a caso in cerca di un filo che colleghi tutti gli elementi della storia, e non lo trovo. È una storia di persone e di poeti, di vita e di bellezza. A questo proposito il libretto nelle mie mani mi propone questi versi a pagina 24:
La bellezza è forse una
più intensa voracità
al centro della vita?

Credo di sì.

https://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/la-poesia-salva-la-vita-1/#descrizione
https://www.ilblogdidonatellabisutti.it/il-blog-di-donatella-bisutti/