Woodland Heights, musica degli alberi

Foto: Giampiero Johnny Murialdo

Foto: Giampiero Johnny Murialdo

SILVIA PIO (a cura)

“Woodland Heights”, (2014) opera per orchestra d’archi, viola solista e albero di Nick Roth, è – secondo l’autore – uno studio dell’ecologia della volta forestale e, nello specifico, un’illustrazione del principio che la composizione delle specie e la distribuzione della dimensione degli alberi si diversifica con l’età degli alberi e che aumentando l’età i processi stocastici hanno ruoli sempre più importanti nella creazione della complessità strutturale¹.

Con questa premessa, è più che naturale che quest’opera entri a far parte del Progetto Albero di Margutte.

Il brano mappa la crescita di una foresta modello nel corso di un periodo futuro di 720 anni; nella partitura una semiminima equivale ad un anno di tempo ecologico. La struttura è divisa in tre periodi in successione, delineati da un cambiamento radicale secondo il principio che i turbamenti locali mantengono non solo il carattere del sistema mantenendo le specie arrivate per prime ma che non riescono a competere, ma anche la resilienza del sistema, conservando le specie opportuniste che prosperano nelle condizioni che accompagnano gli imprevedibili ma inevitabili cambiamenti che si verificano su una più ampia scala spaziale, come lo sradicamento dovuto al vento o gli incendi.²

La foresta immaginata è composta da sette specie di alberi, comuni nel giardino della casa d’infanzia dell’autore, che dà il titolo al brano, a Chorleywood, Gran Bretagna. Le prime due sezioni segnano l’interazione di sei specie: betulla bianca (Betula pendula), lauroceraso (Prunus laurocerasus), agrifoglio (Ilex aquifolium), sorbo (Sorbus rosaceae), faggio (Fagus sylvatica) e quercia (Quercus robur). Nella terza sezione, l’assolo di viola introduce la settima specie, il melo selvatico (Malus sylvatica).

Alcuni dati forniti dalle interazioni previste tra le sette specie vengono tradotti in elementi musicali: altezza massima, vita media e ciclo riproduttivo.

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La composizione di “Woodland Heights” ha segnato l’inizio per l’autore dell’esplorazione di quel terreno affascinante che è l’ecologia contemporanea e confermato che l’amore profondo degli esseri umani verso la biosfera è ancora presente nelle priorità sociali. Gli ecologisti di oggi hanno incorporato elementi di conservazione naturale e di educazione all’interno della loro disciplina, e formano una rete di individui estesa ed estremamente aperta, che lavora in tutto il mondo per capire meglio e preservare l’immensa biodiversità del pianeta Terra. Citiamo le parole di due pionieri dell’ecologia della volta forestale: Forse questo è l’obiettivo finale delle nostre ricerche, anzi di tutte le ricerche scientifiche: produrre il senso dell’infinito e della vastità e promuovere il nostro senso di meraviglia, la curiosità che ha bisogno di essere nutrita di esperienza per vivere a lungo.³

Non ci vuole molto per capire che la bellezza di questa affermazione si può applicare anche all’obiettivo dell’artista. L’autore, componendo quest’opera, è arrivato a considerare la musica come una forma di epistemologia traslativa. La rete dei processi di studio, sperimentazione e comprensione hanno molto in comune con elementi della scienza e delle arti; così come le due mani lavorano insieme per suonare il violino, questi due aspetti complementari della natura umana devono essere parte di un’unica risposta integrata alle questioni ambientali.

Forse in futuro capiremo di più i processi dell’immaginazione e i suoi sviluppi evolutivi, ma per ora dobbiamo accontentarci di sapere che senza libertà e diversità non ci può essere sviluppo. È la stessa lezione che viene insegnata dagli ecologisti della volta forestale riguardo alla biodiversità; non è una coincidenza che ogni grande opera d’arte o di scienza contenga in sé questioni irrisolvibili, ed è questo che ispira il ‘senso di meraviglia’ e lo pervade della complessità del sistema di imitazione del microcosmo che si trova nella vita stessa. Un’opera che sia il risultato di un processo solo logico o meccanico rischia di diventare prevedibile e senza vita; nell’arte, come nella vita, le regole nascono per essere infrante. La nostra priorità maggiore in questo momento storico dovrebbe essere di conservare e proteggere la spettrale magnificenza della vita in tutte le sue molteplici forme; preservare e proteggere quanto è sconosciuto come quanto è noto darà futuro al pianeta e alla sua ricchezza di forme.

Nick Roth afferma: «Sono in debito con numerose persone che hanno contribuito alla creazione di quest’opera. Vorrei ringraziare, in modo particolare, Dr. Thomas E. Lovejoy, Dr. Margaret D. Lowman, Dr. Simon Levin, Dr. Henry S. Horn, Dr. Michael Jones e Noel O’Shea per la loro esperienza scientifica e tecnica; Cora Venus Lunny, Robin Panter, Jonathan Hargreaves, Malachy Robinson, Adrian Hart, Sean Maynard-Smith, Judith Ring, Olesya Zdorovetska, Francesco Turrisi, Linda Bsiri, Alan Pierson, Sachiko Kuriowa, Ellen Fallowfield, Kate Ellis e Russell Rolen per i loro consigli in campo musicale; Sheila Pratschke e Nora Hickey M’Sichili, insieme a tutto il personale del Centre Culturel Irlandais di Parigi per l’opportunità straordinaria di lavorare a quest’opera in un ambiente così fertile e creativo. Infine un ringraziamento speciale va all’artista Ruth O’Donnell per aver disegnato le splendide illustrazioni della partitura».

Quest’opera è dedicata agli alberi di “Woodland Heights”, Greenhills Close, Chorleywood: la betulla bianca, il lauroceraso, l’agrifoglio, il sorbo, il faggio, la quercia … e il melo selvatico.

Parigi, marzo 2014

Il video si riferisce allo spettacolo di apertura del 2014 in Corea del Sud.

¹ Hiroaki T. Ishii, Robert Van Pelt, Geoffrey G. Parker, Nalini M. Nadkarni (2004). Age-Related Development of Canopy Structure and Its Ecological Functions. Forest Canopies, Second Edition.
² Simon Levin (1999). Ecological Assembly. Fragile Dominion.
³ Margaret D. Lowman e H. Bruce Rinker (2004). Introduction. Forest Canopies, Second Edition.

Informazioni tratte dal sito: http://nickrothmusic.com/nrm/

Foto: Tony Carragher

Foto: Tony Carragher

Sassofonista, compositore, produttore e insegnante, Nick Roth è il direttore artistico di Yurodny Ensemble, membro fondatore di Water Project, e socio di Diatribe Records, importante etichetta discografica indipendente irlandese per la musica nuova.
Dal 2015 è stato artista residente presso il centro di ricerca spaziale ESTEC, il centro culturale dlr LexIcon, l’accademia di scienze della California CalAcademy, il centro di cultura irlandese di Parigi CCI e il museo di arte moderna irlandese IMMA.
Le sue opere sono rappresentate in Contemporary Music Centre e Association of Irish Composers.

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