Fioritura degli anni mancati nella poesia di Giulio Marchetti

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GIULIO MARCHETTI

Miele

S’addensa – come nel muro due chiodi
si fanno muro di chiodi – la paurosa
fioritura degli anni mancati.
Ignari o ignavi: siamo,
in caramelle di vetro, una goccia
di miele, il fiammifero che illumina
soltanto la mano.
*

Buio e luce

Nel mezzo dei cortili, viva
balugina la carne
ma nell’angolo buio,
recesso antico
del niente, o nelle culle
vuote, è primavera?

Cercare frammenti di gioia
nella memoria esplosa
e rubare giorni
all’assenza
è luce piena?

*

Scivolare

Indovina
la sciagura di un esilio,
il mistero di una quiete
assassina, l’anello mancante
di una congiunzione senza senso,
senza fine.

Moltiplica
gli istanti di pausa, fino al vertice
della noia. Da lì
si può solo cadere, scivolare
nella speranza di un tronco o una roccia
sporgente, appena prima
dell’oblio: scivolare
ognuno con la sua velocità,
in base al proprio peso
e alla propria solitudine.

Giulio Marchetti, Specchi ciechi, puntoacapo Editrice 2020

Dalla Prefazione di Maria Grazia Calandrone
La poesia di Marchetti è percossa dalla consapevolezza della fine. Battuta proprio da un vento, nero, che percorre le pagine di questo libro, breve e intenso. Anche la gioia pare essere un provvisorio argine del nulla e di un dolore pervasivo che, da un già quasi profondo nuovo millennio, arriva a nominare la gozzaniana «culla vuota». Dunque – veniamo stretti a chiederci – cos’è vivere e, soprattutto, a che vale vivere questi giorni, divisi dalla scure muta della notte? E cos’è il vivere di questo corpo che si allunga, come un ponte esposto alle intemperie, tra buio e buio, senza legge morale e senza stelle? Rispondendo al quesito esistenziale, senza però avere la pretesa di rispondere, Marchetti dissemina qui e là intenzioni e, più spesso, intuizioni liriche, che costruiscono, pagina dopo pagina, una costellazione di senso, l’attrito che ci dà l’impressione di esistere, pure nel vuoto, l’appiglio mentre scivoliamo, un pur esile arbusto di parole col fiato corto, che però vale.

NOTA BIOBIBLIOGRAFICA:
Giulio Marchetti è nato a Roma nel 1982. Ha esordito in volume con Il sogno della vita (Novi Ligure, 2008), finalista al “Premio Carver” e segnalato con menzione speciale della giuria al Premio “Laurentum”.Nel 2010 ha pubblicato, con prefazione di Paolo Ruffilli, Energia del vuoto (puntoacapo), seguita nel 2012 da La notte oscura (ibidem). Con Cieli immensi, tratta da quella raccolta, ha vinto il Premio “Laurentum”2011, sezione sms. La notte oscura ha ottenuto il III posto al Premio Nazionale di Arti Letterarie “Città di Torino” e al Premio Internazionale “Tulliola” ed è stato finalista al Premio “Città di Sassari”. Nel 2014 ha riunito le precedenti pubblicazioni e la sezione inedita Disastri nella raccolta Apologia del sublime (puntoacapo), segnalata al Premio “Città di Sassari”.Nel 2015 ha pubblicato Ghiaccio nero (Ladolfi), premiato con menzione speciale di merito e medaglia d’onore al Premio Internazionale di poesia Don Luigi Di Liegro. Con la poesia A metà, è stato inoltre selezionato per “Il fiore della poesia italiana” (tomo II – i contemporanei), un ambizioso progetto antologico che raccoglie il meglio della poesia italiana sotto la curatela di autorevoli esperti (puntoacapo, 2016).Della sua poesia si è occupato, fra gli altri, il Prof. Gabriele La Porta, storico conduttore e direttore Rai.