“Non ci sono errori”, sei opere di Domenico Olivero a Cuneo

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FULVIA GIACOSA

Nessuna cornice per le opere che Domenico Olivero ha appeso alle pareti della sala d’onore della Biblioteca Civica di Cuneo. Giustamente. Non “quadri” chiusi nel contorno-finestra della tradizione, quanto piuttosto pagine, appena più grandi di quelle di un diario; d’altronde ciò è coerente con il prevalente suo modus operandi concettuale e processuale, tutto impostato sulla partecipazione attiva del fruitore non sul suo sguardo passivo.

Penso che pochi abbiano visto i lavori pittorici dell’artista. I sei ospitati nella biblioteca hanno un che di intimo, come se Domenico si lasciasse “leggere” nei momenti più privati. Nel totale all over memore delle esperienze americane degli anni cinquanta, la stratificazione di colori, linee, gocciolature, piccoli inserti di cose immagini o parole, ritagli e ri-pitture hanno a che vedere con ricordi ritrovati, modificati nel e dal tempo: originano magari un decennio fa, sono rimasti muti per anni, poi improvvisamente usciti da un cassetto, riletti, trasformati. Cosa strana la memoria: lasciamo in un angolo istanti di esistenza quasi casuali, poi ci ricapitano sotto gli occhi e ci vien voglia di aggiungere qualcosa che l’esperire quotidiano suggerisce. Nulla delle note iniziali viene distrutto (perché allora sarebbe più facile girare la tela e ricominciare da capo) poiché come si fa a distruggere il passato? Esso è lì, cova in silenzio e inconsapevolmente ritorna. Sovrapporre nuovi segni altro non è che la testimonianza del nostro cambiare, scoprire l’ieri in una condizione nuova: una passeggiata nel Marais, un’antica pianta di città, un vecchio documento, una piumetta raccolta, qualche parola manoscritta …

Ai lavori pittorici Domenico ha voluto accostare alcune poesie di Charles Bukowski (nel centenario della nascita) che definiva l’età come somma delle nostre azioni. E, a proposito delle parole, scriveva questi versi che possiamo applicare ai segni colorati di Domenico:


Le parole vanno
e vengono.
Qualche volta ti tocca
di aspettarle a lungo.
Qualche volta non tornano
più indietro.

Se vengono a trovarti,
te ne accorgerai
e ti sentirai
il più fortunato
della terra. Nient’altro avrà più
importanza
e tutto sembrerà importante.

Oltre alle cornici mancano i titoli, che sarebbero troppo definitivi, legati ad un solo e preciso momento: c’è un solo titolo per l’intera operazione, Non ci sono errori, che sta a ricordarci come qualsiasi pensiero, azione, occasione nel corso della vita abbia contribuito a plasmare l’io, non importa se poi si siano rivelati fortunati o infausti.  E non importa neppure ricostruirne il contesto: quella traccia resta sospesa nel tempo, aleggia nello spazio interiore e improvvisamente risale dalla dimenticanza a ricordarci chi eravamo e chi siamo oggi. Il tutto condito di leggerezza e positiva pacificazione con la vita, nel cui mistero non c’è spazio per l’errore.

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La mostra, a ingresso gratuito, è visitabile dal martedì al venerdì, ore 9.00-12.00 e 15.00-18.00, e il sabato dalle 9.00 alle 12.00. Chiude il 14 marzo. Sede: Cuneo, Biblioteca Civica, via Cacciatori delle Alpi 9, salone al primo piano.