Palestra di teatro 2019/2020 CUORE

cuore-ghiaccio

EVA MAIO

Il presente scritto nasce all’interno di un lavoro di scrittura della Palestra di Teatro condotta da Elisa Dani presso l’Atlante dei Suoni di Boves, dove attraverso la scrittura ci si allena e gradualmente si approccia il tema conduttore che, ogni anno, guida il lavoro per la scena.
Quest’anno si tratta IL CUORE.
E lo si è declinato inizialmente attraverso la penna lasciata libera di fluire in associazioni e successiva sintesi.

Palestra di teatro 2019/2020 CUORE

Cuore cuore cuore
tanti cuori in testa
in piedi in pancia in gola
a battere pulsare
venire andare
cuori con panchine
dondoli altalene
cuori di prati
e boschi e autunni
coricati
sdraiati
al mare anche al mare
coi tramonti sopra
le aurore
cuori volanti
forse volenti
vo vai vanno
andiamo
Andiamo dove
ci porta il cuore
con ventricoli aperti
e porte e finestre
e sangue e fiumi
e onde di mari
vicini lontani
ma qualche cuore è lontano
e fa male al mio
così che passo passo s’allontana
mi fa male
lontano i cuori
vicini i cuori
dormienti
un po’ sorridenti forse
forse è possibile
forse è una bella parola
forse forse forse
con tanti cuori
che dondolano in testa
tanti tanti tanti
ma perché ripeti tanti
quando smetti di scrivere tanti
perché tanto tanto tanto mi piace
e il tre anche
e i fiordalisi pure
con quell’azzurro che vorrei in cuore in testa
e vento vento leggero
di vento libero leggero
hanno fame sete i tanti cuori
ogni cuore
di viaggi di passi
nel tempo in altre galassie
ed anche per strada
una strada consueta
per i passi del cuore
anche quelli tremanti
anche quelli un po’ vuoti
anche quelli un po’ pieni
che il mio di cuore
straripa di ricordi
l’odore di caffè
la napoletana
quel caffè leggero e buono
saliva lento e chiaro
chiaro chiaro chiaro è il ricordo
netto pulsante
e poi visi sorrisi lacrime
i morti i vivi
quanti morti ormai
quanti vivi il mio cuore ha visto passare
con tanti cuori in testa m’addormento
i morti i vivi i sognanti
i vicini di casa
quello che sta sopra
chi sta sotto
quelli della casa prima
e tante case tante
le case abitate
in cuore e sotto
sotto sotto sotto questo strato di maglie
una nera una blu una rossa
il cuore i ventricoli le arterie
e una città e dove sono nata
e le vie e il mondo
e il mio cuore ci plana
veleggia guarda
ha occhi naso orecchie
e veleggia e torna
dentro dentro dentro
a me certe parole piace ripeterle
quelle che mi sorprendono sempre
quelle che diventano nuove
a forza di ripeterle e il ri
davanti alle parole a volte è bello
bello bello bello.
Ri ascoltare ri manere
Ri scrivere ri leggere
e in cuore in gola in pancia
tanti ri
che manco li ricordo
li srotola il cuore
i ricordi quando vuole lui
e li ri arrotola
il cuore lo sa
ha imparato quello srotolarsi
e riallotolare
non so se lo comando in questo
ma il mio cuore non ha bisogno di comandi
batte batte batte
e chiama i cuori a raccolta
dai tempi remoti di me
i cuori tanti cuori
quelli in pancia in gola in petto
nessuno è rotondo perfetto nessuno
me lo dice il cuore che niente è perfetto al mondo
me lo sussurra
lo insegna ai miei occhi alle mie orecchie
lo bisbiglia
e che imperfetto è bello
profondo lucente ombroso
tenero .
Proprio rotondo perfetto
al mondo c’è nulla

sù ridi sorridi va per strada
guarda che bei cuori imperfetti
fanno corona al vivere
fanno musica
fanno musica dentro
e le dissonanze di te di me di noi
fanno arte
artissima
altissima profonda arte
in molecole
fluide che vanno vengono girano
annusale cercale
impara dalle molecole del cuore
poi vai prendi la tua strada
è la strada di ieri
quella che già conosci
e non è più la stessa
non è più quella
che qualche molecola di te
nottetempo è morta ed è risuscitata
e qualche molecola degli occhi
del tuo cuore è morta
e ne sono spuntate di nuove
nuove molecole di cuore di pelle di sguardo
e la strada di ieri
è di nuovo lì
è quella di sempre
ma è diversa non te ne accorgi
mi dice qualche molecola
e tu sei vecchia e nuova
ogni giorno vecchia e nuova
fino all’ultimo battito
di cuore
addormentato con tanti cuori in testa
in pancia in gola in respiro
in attesa.

(Foto di Bruna Bonino)

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